MONTEPRANDONE – Nella griglia di partenza che si sta allestendo in vista del gran premio vero e proprio, la campagna elettorale per le amministrative di Monteprandone (si voterà il 26 maggio prossimo), le posizioni non sono state ancora assegnate ma alcuni nomi, ancora non ufficiali, sono pronti per posizionarsi. Possibilmente il più avanti possibile, se non in pole position.

Tra i papabili vi è sicuramente Sergio Loggi: attuale vicesindaco e assessore all’Urbanistica e allo Sport, vanta quindici anni consecutivi in Amministrazione. Prima con il sindaco Bruno Menzietti, quale consigliere comunale con delega allo Sport. Poi, nel primo mandato Stracci, come assessore al Patrimonio e con poi con gli attuali incarichi. Una “appartenenza” alla maggioranza in ruoli di primo piano e come iscritto nel partito di maggioranza relativa, il Pd. Il suo nome, per questo, è quasi obbligatorio.

“Credo sia normale ma allo stesso tempo anche prematuro pensare ad una candidatura. Io ho sempre detto, anche all’interno della maggioranza, di dare la mia disponibilità ma non credo che possiamo pensare a candidature di tipo personale. È giusto che ci sia un percorso aperto e partecipato, che parta dall’attuale maggioranza ma che si allarghi anche alla cosiddetta società civile” afferma Loggi.

“Non mi nascondo dietro ad un dito, ma non sono una persona che pensa di candidarsi a prescindere da tutti. So che ci sono voci di altri possibili candidati, ma il nome del candidato sindaco deve venire dopo che si apre un confronto con associazioni culturali, sociali, economiche. Inoltre sarà bene parlare coinvolgendo tutte le sensibilità politiche a noi vicine” continua.

L’Amministrazione Stracci ha rotto con le forze alla sua sinistra.

“Io credo che si possa dialogare con loro, ma con l’obiettivo del bene di Monteprandone. Anche se fino ad ora non ho avuto contatti con alcuno né con il consigliere Lattanzi”.

Che ne pensa della candidatura annunciata dall’ex sindaco e parlamentare Orlando Ruggieri, anche lui del Pd?

“Dico che chiunque è legittimato a candidarsi a sindaco, ma questo non significa sempre avere le caratteristiche giuste per farlo. Le candidature, lo ripeto, devono essere condivise da forze omogenee, non venire da scelte individuali. Inoltre questa maggioranza ha ben lavorato ed è giusto che da essa derivi l’individuazione di un candidato Questo è il percorso, la maggioranza è compatta e coesa, fare un passaggio con assemblee e incontri e cittadini e poi esce un eventuale candidato”.

Ha avuto contatti con Ruggieri, essendo nello stesso partito?

“No, non mi ha né chiamato né contattato. Ho solo letto della sua decisione sulla stampa; sinceramente mi sembra una dichiarazione un po’ sterile se fine a se stessa. Questo è un paese di 13 mila abitanti, il quarto della provincia, e richiede una esperienza di gestione amministrativa e non decisioni estemporanee. Ci tengo però a ribadire che in questa fase io non sto trattando con nessuno, non sto facendo accordi sottobanco per fare in modo che la mia candidatura venga fuori. La politica è fatta di persone che devono parlare tra loro, e la cosa importante è metterci la faccia. Chi ha voglia faccia un passo avanti perché c’è un lavoro importante di questa amministrazione da portare avanti”.

Stracci ha dominato la vita amministrativa monteprandonese negli ultimi dieci anni. Quali sono stati i tuoi rapporti con lui e quale sarà la sua influenza nella campagna elettorale?

“Con lui collaboro da sempre, dal momento in cui io ero consigliere comunale e lui provinciale, 15 anni fa, e da dieci anni siamo nella stessa Amministrazione. Con lui ho dei rapporti buonissimi, ci siamo sempre confrontati e a volte anche in maniera diretta, a testimonianza che la politica, fatta seriamente, è un confronto continuo che deve portare alla sintesi con una sana discussione. In questi dieci anni la città è cresciuta e sicuramente Stefano sarà una parte attiva anche in questa fase di scelta”.

Se ci dovessero essere più candidati, pensi che si possa arrivare alle primarie?

“Credo che sarebbe una soluzione solo nel caso non si arrivi ad una sintesi. Ma abbiamo visto cosa accaduto anche a San Benedetto: non ha senso fare le primarie se poi ognuno va per conto suo. Preferisco comunque una politica dove ognuno ha modo di guardarsi negli occhi”.

Di cosa vai fiero di quanto realizzato in questi anni e cosa manca ancora?

“Sicuramente ci sarà da lavorare molto per portare a compimento molti progetti avviati, alcuni dei quali già finanziati. Penso ai fondi Inail per il nuovo asilo nido, ai fondi immobiliari per realizzare la nuova palestra a Colle Gioioso, per il recupero del Rudere Ceroni e dell’ex asilo delle Suore in via Limbo. Abbiamo ottenuto finanziamenti per il Centro Storico, come il nuovo ascensore, e per le aree degradate di Centobuchi. Vado orgoglioso dell’ampliamento dell’asilo a Colle Gioioso e della messa in sicurezza della scuola Benedetto Croce a Centobuchi. Senza dimenticare il Centro Pacetti e il Giovarti e il campo di calcetto nella parrocchia di Regina Pacis. L’anno prossimo inoltre partirà il restauro del Palazzo Comunale per una cifra di 1,9 milioni di euro già ottenuti”.

Manca però il progetto che riguardava l’accordo di programma sulla zona industriale, con lo svincolo per la Superstrada e la nuova piscina.

“Stiamo rimodulando quel progetto, saltato per altri motivi, riconsiderando la questione piscina”.