WEB TV. Mauro Persico: “Sogno Cardiologia in un’unica struttura. Facciamo chiarezza sull’UTIC”

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – I 5 Stelle di San Benedetto rispondono con un comunicato stampa alla nostra recente intervista al dottor Mauro Persico, primario di Cardiologia a indirizzo riabilitativo al Madonna del Soccorso. Qui di seguito lasciamo spazio alla nota integrale.

“Apprendiamo dalla stampa locale alcune affermazioni del dottor Persico, primario uscente della Cardiologia dell’Ospedale “Madonna del Soccorso” di San Benedetto del Tronto, alle quali riteniamo doveroso replicare. È stupefacente ascoltare come l’intervistato, pur decantando le eccelse qualità della Cardiologia Sambenedettese degli anni ‘80, decida di terminare la sua carriera auspicando la “chiusura” del reparto che pur gli ha consentito di formarsi e di diventare cardiologo.

Stante la lontananza estrema da un ipotetico ospedale “unico”, è stupefacente ascoltare come il Dott. Persico auspichi l’accorpamento delle Cardiologie, dimenticando improvvisamente che – al pari del Pronto Soccorso o della Rianimazione – non è possibile governare processi sanitari complessi, quali quelli cardiologici, a distanza di 30 Km. A meno che il suddetto intervistato non intenda che il reparto Sambenedettese debba “chiudere definitivamente battenti”, salvando unicamente il reparto ascolano di cui invece decanta – “estasiato” – i servizi. Quale alibi di questo velato suggerimento alla chiusura, l’intervistato cita la mancanza di cardiologi, dimenticando che, forse, il mancato arrivo di nuovi medici è determinato dalla mancata attrattiva che ha caratterizzato il “suo” reparto negli ultimi 3 anni, anche determinato dalla chiusura di servizi essenziali per la cardiologia dell’acuto quale l’UTIC.

I cittadini Sambenedettesi non avranno dimenticato che l’intervistato, sempre impeccabilmente allineato al pensiero politico che da decenni governa la sanità del Piceno, non ha speso mezza parola per salvare l’UTIC di questa città, quell’UTIC in cui – da sua ammissione – lui stesso si è formato professionalmente a partire dagli anni ‘80. I cittadini Sambenedettesi ricorderanno che l’intervistato non ha mai preso la parola nell’aula consiliare della città quando alla presenza del presidente Ceriscioli le associazioni di cittadini si battevano per il mantenimento dell’UTIC di questa città. E ben si è guardato dall’inoltrare alla presidenza della Regione un qualche documento a supporto del mantenimento dell’UTIC di questa città come ha invece onorevolmente fatto il primario cardiologo di Senigallia a cui probabilmente si deve il recesso della ASUR dall’ipotesi di chiudere l’UTIC di quella città. Questo per dire che la parola del primario, in quanto “tecnico”, può essere spesso determinante. E proprio a causa della colpevole inerzia di chi oggi auspica un “accorpamento” delle Cardiologie, il Movimento 5 Stelle ha dovuto recentemente presentare al consiglio regionale una mozione con cui si chiede la riattivazione immediata dell’UTIC di San Benedetto in quanto servizio “salvavita” per la popolazione costiera dell’Area Vasta 5. Inoltre l’intervistato non dice esattamente come stanno le cose ai cittadini quando afferma che, secondo la L.189/12 (“il Balduzzi”), il comprensorio di San Benedetto del Tronto non abbia diritto ad avere una UTIC. L’intervistato evidentemente non sa – o non conosce che è ancora più grave – che il D.M. 70/2015 al punto 2.2 (Classificazione delle Strutture Sanitarie) stabilisce che i presidi ospedalieri con bacino di utenza da 150.000 a 300.000 abitanti sono sede di DEA di I livello e devono essere dotati di Cardiologia con Unità Coronarica (UTIC). Il bacino di utenza di San Benedetto del Tronto, che serve anche i comuni della Val Vibrata, supera abbondantemente i 150.000 abitanti, anche in inverno.

Non parliamo poi del periodo estivo! Quindi non corrisponde a verità dire che la parola UTIC debba essere bandita dal presidio Sambenedettese, pur ammettendo poi che i casi da UTIC vengano lo stesso trattati in una struttura che lui definisce “terapia intensiva” ma che inizialmente era “semi-intensiva”. Ma cos’è una terapia intensiva inserita in una Cardiologia se non una UTIC? Si capisce bene come non si può creare attrattiva sui nuovi medici se non si esplicitano idee chiare sui programmi di sviluppo di una unità operativa. Quindi si capisce bene come la colpa non sia dei nuovi medici che non arrivano. Certo poteva uscire di scena in modo migliore il dottor Persico, che peraltro si dichiara “Sambenedettese” a tutti gli effetti! Almeno poteva evitare di dirlo! A lui i nostri migliori auguri, ma nessun tipo di ringraziamento, con l’auspicio che il nuovo direttore di Area Vasta dia corso alla procedura già oggetto di bando con cui si procederà alla selezione di un nuovo primario, con il quale si spera poter restituire una chance alla nostra cardiologia. Finché c’è vita c’è speranza”.

WEB TV. Mauro Persico: “Sogno Cardiologia in un’unica struttura. Facciamo chiarezza sull’UTIC”