SAN BENEDETTO DEL TRONTO – La politica ragiona attorno al Ballarin. Dopo l’emergenza  e le prime demolizioni, il consiglio comunale di San Benedetto si siede al tavolo per discutere il futuro di un’area tanto strategica per il futuro urbanistico della città, quanto abbandonata a sé stessa negli ultimi tre decenni.

L’occasione buona è la riunione della commissione Lavori Pubblici che si tiene nel pomeriggio. E che riserva una voce univoca: “Per quella zona serve un progetto di recupero”. In realtà, prima dei lavori urgenti in Tribuna Ovest, nelle intenzioni dell’amministrazione dal 2017 c’era, con tanto di progetto svelato dai dirigenti Farnush Davarpanah e Annalisa Sinatra, un abbozzo di recupero. 280mila euro messi a bilancio per abbattere le tribune Est e Nord e poi per una sommario riordino della zona e del manto erboso che sarebbe stato recintato.

Adesso, però, una parte consistente di quei soldi messi da parte (circa 120 mila euro da quanto comunicato qualche giorno fa proprio da Viale De Gasperi) andranno via per i lavori non previsti e assolutamente emergenziali a Ovest. Su questo batte Giorgio De Vecchis: “Una parte dei soldi messi a bilancio sono stati intaccati. Ho il timore che il Ballarin resterà così per un bel po’ di tempo, anche perché c’è da capire cosa vuole la Soprintendenza”.

Già perché su un muro della Tribuna Ovest c’è il vincolo anconetano con gli uffici comunali che hanno fatto i “salti mortali” per non farlo venire giù, visto il grave stato di degrado dell’intera struttura mentre le parti che, per forza di cose, sono state abbattute sono state conservate. In questo senso, la relazione degli architetti del Comune è impietosa e racconta di una demolizione inevitabile di una struttura ormai in “coma”. “Le parti in cemento si sbriciolavano e alcuni elementi sono venuti giù appena toccati mentre le coperture in metallo (che in tribuna Ovest sono state installate fra gli anni ’70 e ’80) erano in avanzato stato di corrosione” commenta Annalisa Sinatra.

Venendo alle considerazioni politiche, la voce dell’opposizione è quasi unanime. “Ho la sensazione che si siano persi due anni e mezzo e pensare che un progetto che rispettava sia la storia della Samb che i vincoli di Ancona ce l’avevamo (“L’Età del Verde” che nel 2016 vinse il famoso concorso n.d.r.)”. A parlare è Bruno Gabrielli che in questi giorni è stato autore di più di un’uscita attorno alla questione Ballarin. “Non si doveva arrivare alla demolizione senza avere un progetto di riqualificazione. Adesso demoliamo per fare cosa?” chiedono invece, da sinistra, Antimo Di Francesco e Flavia Mandrelli.

A chiudere l’incontro il sindaco Piunti: “Abbiamo sentito diversi soggetti da quando ci siamo insediati, dai privati alla Samb la demolizione di questi giorni è stata condotta in condizioni di assoluta emergenza” prosegue “che non consentiva i classici passaggi istituzionali (a Est, infatti, i lavori sono stati condotti in somma urgenza e senza bando, come la legge consente n.d.r.). Quindi il sindaco apre a futuri progetti di recupero. Ma senza garanzie assolute. “Dobbiamo trovare le risorse, non possiamo promettere cose che non possiamo mantenere.”