SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Complimenti a mister Giorgio Roselli che fra tentativi e aggiustamenti è arrivato a definire una identità a questa Samb e valorizzare giocatori che prima non sembravano capaci di giocare in terza serie: Cecchini valga da esempio per tutti.

Contro la Triestina si è avuto la conferma della crescita del gruppo rossoblu, che oggi è una squadra coesa, attenta, in grado di occupare tutto il campo in maniera coordinata e anche di dosare le forze nell’arco dei novanta minuti. Peccato perché gli alabardati, privi di alcuni elementi di spicco, non hanno mai dato l’impressione di poter mettere sotto i rossoblu – anche se il calcio poi non è un gioco che si vince ai punti ma basta un tiro e un gol in novanta minuti per sconfiggere l’avversario.

Per questo ci sarebbe piaciuto, nel finale, vedere una squadra in grado di cambiare pelle e andare all’assalto finale, magari ad armi pari. Un peccato veniale nell’0ttica della gara stessa, ben preparata e gestita (tranne che per qualche momento di amnesia sulla corsia destra, nel primo tempo), ma anche una necessità che i sostenitori rossoblu avrebbero apprezzato.

Vero che il problema della panchina corta continua a farsi sentire, e oggi, con le contemporanee assenze di Russotto, Bove e Minnozzi (oltre che all’oggetto misterioso Panaioli, di cui si parla bene ma che non ha disputato neppure un minuto di gioco) limitavano le alternative offensive. Ma la sostituzione di Di Massimo per Calderini è apparsa troppo tardiva, senza dimenticare che nel finale poteva anche arrischiarsi un 3-4-3 con lo stesso Di Massimo e Calderini esterni, considerando come quest’ultimo messo sulla fascia sia un giocatore di altro calibro rispetto a quello schierato seconda punta.

C’erano altri due cambi a disposizione e anche l’ingresso di Gemignani e anche De Paoli, fino ad ora provato solo in Coppa a Teramo, non sarebbero state delle bestemmie. Poi il calcio è un gioco e magari un atteggiamento più avventuroso avrebbe portato ad una sconfitta, e allora ha ragione Roselli.

Ma crediamo che questa squadra, in attesa degli aggiustamenti di mercato, anticipati, per la difesa, dall’ottimo innesto di Celjak, possa da oggi in poi avere l’ambizione di chi sa di dover giocare per vincere, e non per il punto utile per la salvezza. Magari fra un mese, per dirla con Roselli, la Samb sarà davvero così, e allora ci divertiremo.