SAN BENEDETTO DEL TRONTO – “Poiché lavoriamo da anni sul problema della mobilità cittadina considerandolo argomento essenziale in una nuova visione della città, in merito all’articolo di Riviera Oggi “Bretella collinare urgente e indifferibile” è per noi imperativo comunicare la nostra opinione in merito.” Peppe Giorgini e i 5 Stelle di San Benedetto decidono di rispondere all’articolo apparso sulle nostre pagine che riportava l’interrogazione del senatore Andrea Cangini (Forza Italia) rivolta al Ministro delle Infrastrutture, un atto in cui si parla della Bretella collinare per San Benedetto come di un’opera indifferibile.
“Le questioni legate “all’affaire bretella” sono tante e certamente non sono sufficienti poche righe per dettagliarle come si dovrebbe. Saranno senz’altro affrontate in maniera più esaustiva attraverso la presentazione di dati inequivocabili in un nuovo appuntamento pubblico entro poche settimane, a seguito di una conferenza/dibattito preliminare svolta nello scorso mese di giugno dal titolo “Mobilità intelligente: (fare) di necessità virtù” alla quale hanno partecipato esperti del settore quali il Professor Boccardo del Politecnico di Torino, Raffaele Di Marcello della rete ComuniCiclabili, Fabio Roggiolani ex consigliere regionale toscano e anima di EcoFuturo” scrive Giorgini che si produce in una lunga spiegazione dei motivi per cui, per lui, la Bretella a San Benedetto non serve.
“Partiamo dalla prima questione. Ridurre il traffico in un comune come San Benedetto del Tronto con un’area di appena 25 kmq e con densità abitativa da megalopoli del sudest asiatico appare imperativo: esiste il bisogno primario di usare meno l’auto e di più il mezzo pubblico, servizio oggi completamente da riorganizzare e ripensare. Non è accettabile che in una città dal territorio così limitato insistano 41.000 veicoli a fronte di 47.000 abitanti con tre strade di scorrimento una delle quali è la sopraelevata, costruita con lo scopo di ridurre la congestione da traffico, ma che ha ottenuto l’effetto opposto, incentivando l’uso dell’auto presso chi aveva scelto altri modi di muoversi.”
“Già dal 2009 due economisti – Matthew Turner, Università di Toronto e Gilles Duranton, Università della Pennsylvania – misero in relazione il numero di nuove strade ed autostrade costruite in città di zone differenti degli Stati Uniti fra il 1980 ed il 2000 ed il numero di chilometri (miglia) percorse in quelle città nello stesso periodo. Dimostrarono che fra queste grandezze esiste il rapporto di uno ad uno: se una città aveva accresciuto la propria capacità stradale del 10% si era registrato un aumento del traffico del 10%. Ad un aumento stradale dell’11% si era registrato un aumento dell’11% di traffico e così via. ”
“Che dare più strade significhi perciò aumentare il traffico, non lo sostiene certo soltanto il Movimento 5 Stelle: più si espande la rete stradale più si incentiva il cittadino ad usare l’auto. Molte grandi città del mondo hanno già fortemente limitato l’accesso al centro, talvolta imponendo limiti di velocità molto stringenti come i 20 km/h a Londra – dopo aver ridotto il volume del traffico del centro con il restringendo delle carreggiate di scorrimento aumentando notevolmente le piste ciclabili. San Francisco già dal 1989 ha attuato politiche restrittive riducendo un tratto autostradale da 100.000 veicoli al giorno che oggi ne accoglie 45.000 (meno di quelli che circolano giornalmente nel nostro comune!); Seul addirittura ha chiuso un arteria vitale per la città da 170.000 auto al giorno. In termini economici viene definita “domanda indotta”, cioè una maggiore offerta viene raccolta da una richiesta sempre maggiore.”
“La seconda questione riguarda il delicato equilibrio idrogeologico delle nostre falesie; il progetto insiste su una zona estremamente fragile, nuove opere andrebbero senz’altro ad aggravare una situazione che è già sotto gli occhi di tutti ad ogni precipitazione più o meno intensa: allagamenti, colate di fango, sottopassi chiusi, fognature al limite, sono tutte conseguenze della impermeabilizzazione delle nostre colline e della cementificazione indiscriminata degli ultimi anni. È necessario invertire, perlomeno fermare la tendenza, o presto non avremo più un metro quadro di suolo naturale.”
“La terza questione attiene agli effetti ambientali, distinguendo all’uopo San Benedetto da Porto D’Ascoli. La zona sud della città vive situazioni strutturali complesse, con l’autostrada A14 da 100.000 veicoli al giorno e la zona artigianale e industriale che vi insiste. San Benedetto del Tronto oltre al traffico permanente ha due mercati settimanali che portano in città migliaia di veicoli oltre agli afflussi record in estate e nei weekend. I dati di monitoraggio della matrice aria provenienti dalla centralina di San Benedetto – che l’allora sindaco fece mettere vicino al comune sotto una “biocca” e vicino ad un albero – forniscono indicazioni molto contrastanti con quelli della centralina ARPAM in zona Agraria, tanto che a 10 sforamenti registrati da quest’ultima non vi è alcuna corrispondenza in centro: che in viale de Gasperi vengano emessi solo “boccioli di rosa”?”
“Ora, poiché 40.000 veicoli al mese (3.000 al giorno ca) utilizzano la A14 per percorrere il tratto fra Grottammare e San Benedetto del Tronto – per evitare appunto la statale Adriatica – e statistiche regionali riportate nel piano della mobilità elettrica definiscono inequivocabilmente l’area di San Benedetto del Tronto come quella con più alta frequenza di spostamenti brevi e brevissimi con mezzo privato, questa bretella a cosa, soprattutto a chi, servirebbe?
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Il vero problema di questa nazione sono i “no a prescindere”. Negli anni ’80 e ’90, benchè la città fosse in continua espansione, non si pensò di costruire nuove e più capienti arterie stradali e reti fognarie. I risultati sono sotto gli occhi di tutti e oggi continuiamo a pagare lo scotto di quella miopia.
L’ho già scritto in un commento ma visto che il tema si ripropone in modo evidente lo ribadisco: se il Movimento propone la realizzazione di un nuovo Ospedale in zona Monteprandone/Porto d’Ascoli dovrebbe anche riflettere sulle eventuali capacità di assorbimento del traffico ricollegabili ad una simile realtà. Non sono espressamente favorevole o contrario alla realizzazione di entrambi i progetti (Bretella/Ospedale) ma ritengo che il Movimento dovrebbe mantenere una visione delle cose più globale, soprattutto quando si fa esso stesso promotore di una proposta (l’ospedale in collina) che implica di per se un ripensamento anche delle vie di comunicazione ad esso… Leggi il resto »
Sig. Gambini, mi scusi, prima di parlare della “visione delle cose più globale” inerente la logistica infrastrutturale bisognerebbe essere al corrente quantomeno del tracciato e della fattibilità di una strada che qualcuno ottimisticamente chiama “Bretella collinare”. E’ al corrente della classificazione delle strade e della imprescindibile funzionalità sinergica ai nodi extraurbani? Per questo non si comprende la correlazione tra il nuovo e auspicabile ospedale a Centobuchi e l’idea abbozzata tecnicamente nel 2008 (un progetto completo ed esaustivo proprio non c’è) di questa “Dream road” una strada magica che sciommiotta solamente il tracciato originario vecchio di 50 anni oramai stravolto e… Leggi il resto »
“…non si comprende la correzione…”: mi scusi ma a nome di chi parla? Lei, evidentemente, non la comprende (la correlazione), ma magari qualcun altro lettore, anche se con grande sforzo… visionario, potrebbe riuscirci. Infatti da quando abito a Monteprandone ho una Visione anche sulla “funzionalità sinergica ai nodi extraurbani” certamente maggiore di quanto lei possa, senza pregiudizi, immaginare; credo che basti aprire gli occhi (ma non solo) per comprendere che un’Ospedale – unico o molteplice che dir si voglia – in quella posizione necessiterebbe di adeguati “nodi” di comunicazione che non mi sembra esistano attualmente perlomeno per una parte considerevole… Leggi il resto »
Non occorre parlare a nome di qualcuno ma quando si conoscono le cose. Dunque in base al progetto preliminare (o alla sua percezione…) può spiegarmi dove passerà questa fantomatica “bretella”? Da dove partirà e dove terminerà o in quali strade confluirà? Saranno presenti intersezioni a raso con la SS16 e altre vie comunali o forse bypasserà completamente il centro abitato con determinati svincoli? Saranno presenti pendenze rilevanti o avremo un’altimetria regolare ? Il costo sarà commisurato? Sarà a due corsie per senso di marcia oppure a una? La velocità di progetto? Le gallerie in argomento saranno curvilinee o no? Buona… Leggi il resto »
Come minimo servirebbe a tutti i residenti sulla Nazionale che potrebbero iniziare ad aprire le finestre delle loro case come tutti gli altri cittadini.
Potrebbe servire a tutti quelli che dovessero attraversare la città da nord a sud che eviterebbero code a tutti gli innumerevoli semafori, ecc.
Iniziate a vedere le cose anche dal punto di vista degli altri…
Viale dello Sport e la circonvallazione che porta all’Ascoli-Mare sono stati fatti nel decennio 80-90 ed hanno la loro grandissima importanza per il traffico cittadino. Dopo quasi 30 anni ancora siamo al punto che deve intervenire un deputato che vive a Bologna ed eletto nelle Marche, per fare un intervento in Parlamento per l’urgenza di un’arteria stradale per la nostra città. La politica locale è stata capace di finanziare milioni di Euro per la circonvallazione di Offida e per la Mezzina che sono infrastrutture di nessuna utilità pubblica ma solo elettorale. Sarebbe auspicabile che Fede appoggiasse la mozione di Cangini… Leggi il resto »
Parole Sante, ma si sa che ai 5 Stelle piace questa ideologia di decrescita (in)felice e a quanto pare riscuote anche molto successo, finchè poi non dovranno muoversi a bordo di muli come nel medioevo. Siamo in un mondo in cui i trend di innovazione tecnologica non sono quelli dei 5 stelle ma vanno in tutt’altra direzione: auto elettriche, nuove infrastrutture di trasporto ad alta velocità quindi appare abbastanza anacronistico non voler risolvere questo problema!