SAN BENEDETTO DEL TRONTO – È stato presentato, oggi 5 novembre in Giunta ad Ancona, il Rapporto annuale 2018 sul fenomeno della violenza contro le donne. Nelle Marche i maltrattamenti si consumano prevalentemente nell’ambito delle relazioni familiari e sono compiuti, non di rado, da uomini conosciuti anche alle forze dell’ordine. La percentuale delle donne marchigiane vittime, che denunciano il maltrattante, è maggiore della media nazionale.

“Un dato significativo che rileva il processo di consapevolezza in atto nelle Marche e il grande lavoro svolto dal personale qualificato dei Centri antiviolenza regionali”, commenta l’assessora alle Pari opportunità, Manuela Bora. Insieme al Rapporto, sono stati presentati gli “Indirizzi attuativi” previsti dalla legge regionale di settore (la 11/2008), che vanno ora inviati al Consiglio delle autonomie locali per il parere.

“Un documento da tempo atteso e redatto dal Forum permanente contro le molestie e la violenza di genere – spiega Bora – È il frutto di un percorso partecipato, del lavoro di tre gruppi tematici istituiti ad ottobre 2017, che fa il punto sullo stato di attuazione della legge e sulle buone prassi esistenti nelle Marche”. Report e Indirizzi saranno trasmessi all’Assemblea legislativa, in vista della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne del prossimo 25 novembre, per essere discussi in un’apposita seduta consiliare. “Offriamo alla comunità marchigiana, alle donne ma anche agli uomini consapevoli, questi due preziosi documenti, quale contributo della Regione nel cammino comune verso forme di convivenza basate su relazioni rispettose dell’identità e della libertà a cui ogni persona ha diritto”, conclude l’assessora Bora che è anche presidente del Forum permanente contro le molestie e la violenza di genere.

Complessivamente (dati al 31 dicembre 2017) sono state 409 le donne che si sono rivolte ai Centri antiviolenza delle Marche (Cav): strutture provinciali dedicate all’informazione e all’ascolto protetto delle vittime di violenza. Sono 270 (il 66%) quelle prese in carico e assistite con un percorso dedicato. Il 69% è di nazionalità italiana, il 40% coniugata, il 27,8% ha un diploma di scuola media superiore e il 12,2% è laureata. Il 31,8% risulta occupata, mentre il 18,5% è disoccupata in cerca di occupazione.

L’autore della violenza è per il 53,7% di nazionalità italiana. Il 50,6% è costituito da mariti, fidanzati e conviventi. Per il 31,5% dei casi l’uomo violento ha un lavoro stabile e per il 21% è noto alle forze dell’ordine. Il 10% delle 409 donne vittime ha subito “conseguenze fisiche gravi”. Alle violenze hanno assistito, con modalità diverse, 140 figli maggiorenni e 326 minorenni. Ben 124 donne (46,6%) delle 266 che hanno intrapreso azioni dopo la violenza, hanno denunciato il maltrattante (8-10% in più rispetto al valore medio nazionale.