Di Alessandro Maria Bollettini

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Poche persone al mondo possono raccontare cosa si provi ad essere il più forte del pianeta in una determinata disciplina, e tra queste c’è un sambenedettese: Roberto Palestini, che si è confermato il 4 novembre campione del mondo di Muay Thai, o pugilato thailandese, a Milano. Abbiamo avuto la fortuna di raccogliere le sue dichiarazioni post-vittoria, arrivate oggi, a mente lucida, dopo aver realizzato la dimensione del successo ottenuto.

Queste le parole del campione: “Eccomi qui a distanza di qualche ora a realizzare quello che dopo tanto sacrificio e duro lavoro abbiamo ottenuto. Ieri ho vinto per la seconda volta il mondiale portando ancora una volta il titolo in città, ma non è stato un gioco da ragazzi come potrà sembrare dal video che a breve verrà pubblicato sulla pagina YouTube della WFC.”

Roberto Palestini e il suo avversario, il francese Alexis Damian

L’iridato ha poi parlato della preparazione del combattimento contro Alexis Damian, francese: “Sin da sabato, durante le operazioni di peso, io e il mio team, Muay Thai Team Diamond-Italia, composto dal mio allenatore Efisio Asuni, suo figlio Gianni Asuni e il mio allievo ed amico Aldo Di Clemente, abbiamo studiato a tavolino come  gestire questo match, per riportare a casa la vittoria ma senza farsi male, in vista della finale europea di boxe del 17 novembre che mi attende. Questo lavoro è andato avanti fino a pochi minuti prima dell’incontro, parlavamo di come dovessi gestire il mio avversario. Ho la fortuna di avere alle spalle uno staff che sa darmi le giuste motivazioni, la giusta carica, ma soprattutto sa come leggere un incontro di questa portata.”

Roberto Palestini e un membro del suo team

A quanto pare la fase di preparazione con il suo team ha dato immediatamente i suoi frutti, come si evince dal racconto della sfida da parte di Palestini: “Sono salito sul ring ed ho iniziato a tentare di fare ciò che mi veniva chiamato dall’angolo e che sentivo alla perfezione, come se in quel palazzetto gremito di persone fossero tutti in silenzio. Sono sincero, lui per me è stato una “rogna”, velocissimo di gambe, molto più di me, come dimostrano gli evidenti segni all’addome che si notano nelle foto di fine incontro. Però il bello di avere persone altamente competenti alle spalle è proprio questo, abbiamo saputo trovare il giusto rimedio ed il gioco è stato fatto. Mi hanno consigliato di fare un certo tipo di lavoro, che si chiama “prendere il tempo” sul suo calcio; non ho fatto altro che farlo, agendo di rimessa sulle sue offensive, chiudendo a mia volta con un calcio. Il primo calcio è andato a segno perfettamente sul suo quadricipite, e, sempre a mente lucida e con la massima concentrazione, ho continuato a lavorare sulla stessa tattica, chiudendo con un calcio nello stesso punto colpito in precedenza. Dopo un altro colpo nella stessa zona ho letto una smorfia di dolore sul volto dell’avversario, che ha messo in discesa il match, perché sapevo che in quel punto era diventato vulnerabile. Prima della fine del primo round sono riuscito perfino a fargli subire un conteggio dall’arbitro, poi ho ascoltato i consigli del mio angolo che mi ha incitato a continuare con la tattica studiata ed usata fino a quel momento. Infatti continuando a lottare nello stesso modo ho chiuso il match con un ultimo calcio sempre nello stesso punto, che lo ha fatto inginocchiare, facendo partire di nuovo il conteggio dell’arbitro. La vittoria è nostra!”.

Roberto Palestini festeggia con il suo team

Una volta raccontata la sfida l’eroe rossoblù si è soffermato sulle emozioni provate nel conquistare nuovamente la cintura mondiale: “E’ stata un’emozione maggiore di quella dello scorso anno perché ho avuto sin dai giorni scorsi la percezione della vicinanza di tutti, dalla famiglia, al team, agli amici, ai parenti, ma anche da parte di chi non conoscevo e che a modo suo ha dimostrato di essermi vicino. Come dissi nell’intervista di qualche giorno fa, avevo tutte le armi cariche, e con un calore del genere attorno a me non potevo deludere le aspettative.”

Roberto Palestini e il suo team sul ring

E come dopo ogni grande vittoria è giunto poi il momento dei ringraziamenti e delle dediche: “Dedico questo secondo traguardo in primis alla mia famiglia, poi al mio staff con Efisio e Gianni Asuni, al mio team, agli amici che mi sono stati vicini da ogni parte del mondo e agli sponsor, che hanno reso possibile tutto questo. Mi hanno sostenuto: la pizzeria Però, il laboratorio Orthopan pro, lo studio dentistico Queiroz Caponi, il ristorante Il Pipistrello, il Pub Galway, 101 Caffè, lo Yop Tatoo Studio, il pub Re Nero, Terzo Tempo Store e voi di Riviera Oggi, che siete sempre sul pezzo. Un ringraziamento particolare alla parrucchieria Maison Madè, che si è fatta seicento chilometri solo per venire a sostenermi e per fare la diretta sulla sua pagina Instagram. Ultima ma non ultima per importanza la mia città, che mi ha dato un’enorme carica emotiva e che mi è stata vicina con mille gesti di affetto e stima. Non posso che ringraziare tutti calorosamente promettendo di fare il mio meglio per continuare a dare lustro alla città.”

Se San Benedetto scorre nelle vene di Roberto Palestini, grande protagonista della vittoria è però il Comune di Martinsicuro: “Tutto questo non sarebbe stato possibile senza strutture ed attrezzature adeguate in cui allenarmi, per questo voglio ringraziare particolarmente Roberto Bollettini, che ci ospita presso il Palazzetto dello Sport di Martinsicuro, e tutto il settore sport del Comune abruzzese.”

Una grande soddisfazione per la Città delle Palme, che a questo punto aspetta con fiducia il 17 novembre, data in cui il campione sambenedettese proverà a conquistare anche il titolo europeo di boxe: “to be continued”.