SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Animo grillino: è quello che emerge da una nota al vetriolo firmata dal Movimento Cinque Stelle di San Benedetto e dal consigliere regionale stellato Peppe Giorgini, in merito alla vicenda che vede coinvolta la società di gestione dei rifiuti Picenambiente, al centro di polemiche sia per il ritiro della convenzione con la Regione Marche che per l’agitazione delle maestranze.

Macerie, macigno su Picenambiente: “Viaggio fuori regione e scarico in piazzole private”. Tutte le violazioni contestate

“È sufficiente conoscere qualche eroe dei nostri tempi che ancora riesce a tenere in piedi una attività commerciale e chiedergli quanto paga di immondizia, per immaginare quali e quanti danni faccia oggi una gestione quella di PicenAmbiente – si legge nella nota – Solo pochi giorni fa e in occasione della risoluzione del contratto per la raccolta e trattamento delle macerie del terremoto, abbiamo denunciato ancora una volta alcune delle macroscopiche mancanze di un’azienda partecipata che, invece di rappresentare una risorsa per la città di San Benedetto del Tronto, si è dimostrata soltanto una preoccupazione, un costo, un onere aggiuntivo, se i contratti in essere vengono risolti per gravi inadempienze; se i costi per i cittadini continuano a crescere e per molti iniziano ad essere non più sostenibili”.

“I fatti recenti sono emblematici, a breve Cosmari rileverà il contratto con la Regione per il trattamento delle macerie del terremoto e con questo viene azzerato l’unico, misero, risvolto positivo per il Piceno dell’affaire-macerie (almeno si dava lavoro a un’azienda locale). Il Movimento 5 Stelle di San Benedetto del Tronto aveva dei dubbi già a luglio del 2017 quando con una conferenza stampa lanciava l’allarme sul fatto che l’amianto poteva essere contenuto negli inerti da triturare in arrivo all’Agraria. Certo è che lo scollamento esistente fra gestori-amministratori e personale si vede anche da queste cose; lasciando da parte il caso (sicuramente) isolato di uno sciacallo interno di cui si è avuto notizia da tutti gli organi di stampa locali, un’azienda che abbia controllo sulle sue maestranze probabilmente avrebbe anche il polso delle condizioni igienico-sanitarie in cui molti dei propri dipendenti sono costretti a lavorare. Su questo tema abbiamo ricevuto denunce pesanti e documentate: ci viene riferito che negli impianti di Relluce la situazione lavorativa dei dipendenti non è più accettabile sia dal punto di vista ambientale, sia dal punto di vista della sicurezza. Resta comunque da augurarsi che tutto il vertice dell’azienda si tolga dai piedi al più presto o fra poco le macerie (virtuali) da raccogliere, saranno quelle di PicenAmbiente” termina la nota.