SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Operazione “Kuga”. Così è stata rinominata l’inchiesta del Comando Provinciale dei Carabinieri di Ascoli Piceno che individuato e scovato la banda criminale responsabile nell’ultimo anno dei furti d’auto in Riviera e nella provincia di Ascoli ma non solo. I malviventi utilizzavano “centraline scodificate”, ovvero prive dell’originaria codifica, appositamente scelta in base alla marca dell’autovettura da asportare.

Dall’alba del 12 ottobre i militari marchigiani e i colleghi del Comando foggiano hanno eseguito ordinanze di custodia cautelare a San Benedetto, ad Ascoli, Cerignola, Vasto e Foggia. Quindici misure tra custodia in carcere e obbligo di dimoro lungo la dorsale Adriatica. I fermati sono la maggior parte di giovane età, maggiorenni, e pregiudicati.

Nella mattinata del 12 ottobre si è tenuta la conferenza stampa dal Comando Provinciale dei Carabinieri di Ascoli con tutti i vertici dell’Arma locale.

Operazione “Kuga”, sgominata la banda dei furti d’auto

Il Colonnello Ciro Niglio afferma, raggiante: “Oggi è una giornata molto bella. Inutile negarlo, da San Benedetto e non solo era rimasto il reato maggiore, ovvero quello dei furti d’auto. La banda era composta da quattordici foggiani e un rumeno residente nel Foggiano. Si spostavano in tutta la fascia Adriatica e hanno commesso furti in Emilia Romagna (10%), Abruzzo (20%), Molise (10%), Puglia (10%) e Marche appunto (50%). Ringrazio le compagnie dei carabinieri per l’eccellente operazione e i colleghi di Foggia – dichiara in conferenza – Si spostavano e ritornavano a Cerignola in tempi celeri e le macchine rubate venivano smontate a tempo di record, i criminali erano professionisti. Ribadisco ai cittadini, ancora una volta, di denunciare qualsiasi reato o furto in maniera immediata per avviare tempestivamente le indagini”.

Centraline rinvenute e sequestrate dai militari (foto Comando Provinciale Carabinieri Ascoli Piceno)

Parola al Maggiore Pompeo Quagliozzi: “Era un sodalizio criminoso organizzato per i furti d’auto. Dal 2017 avevamo registrati tanti casi sulla costa con le stesse modalità. Colpivano di notte e prendevano di mira Ford, Peugeot, Renault, Range Rover, Alfa Romeo e Audi. Cambiavano le centraline, aprendo il cofano, per non farsi scovare e in poche ore portavano la macchina in Puglia per lo smontaggio immediato. Agivano su tutta la dorsale adriatica, da Rimini a Taranto. Sulla costa picena circa il 50% dei colpi. Dai tentativi non andati a segno siamo riusciti ad avviare le indagini, grazie alla collaborazione dei Ris di Roma – dichiara in conferenza – Al telefono i criminali parlavano in codice: le pizze da prendere erano in realtà le auto. Agivano tre/quatto persone a colpo, dandosi il cambio. Dalle indagini qualche episodio curioso: un soggetto di Cerignola è venuto a Roseto, ha provato a rubare un’auto non riuscendo nell’intento ed è scappato ma è stato intercettato a Lanciano. In quel caso fu arrestato per evasione perché era ai domiciliari. E poi riprendeva a rubare, senza alcun timore. Non ci sarebbe dietro un basista ma un’organizzazione scrupolosa nell’agire in poche ore approfittando dell’oscurità. Preferivano le zone costiere perché ci sono più auto parcheggiate in strada e vie di fuga molto semplici rispetto l’entroterra, in particolare i caselli autostradali di San Benedetto e Grottammare – aggiunge davanti ai giornalisti –  Uno dei promotori dell’organizzazione da Cerignola evadeva dai domiciliari e andava a rubare vetture a Taranto poiché la distanza non era notevole e girava senza documenti spacciandosi per il fratello incensurato. Insomma il modus operandi era chiaro: agire di notte e in poche ore per il rientro immediato e lo smontaggio”.

L’esecuzione, nel corso della quale sono stati eseguiti 15 decreti di perquisizione locale e personale, è stata condotta con l’impiego complessivo di oltre 60 militari e un elicottero del 5° Nucleo Elicotteri Carabinieri di Pescara.

Durante le fasi dell’inchiesta è stato possibile recuperare quattro autovetture. I malviventi, nel nostro territorio, hanno agito a San Benedetto, Grottammare e Cupra Marittima e sulle colline picene di Monteprandone e Acquaviva.

I carabinieri mantengono alta la guardia, comunque, sui furti d’auto: un fenomeno riscontrato già in passato che coinvolge l’intera dorsale Adriatica.