SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Tutta una questione di vil denaro. E sì: perché le tecniche non mancano (o non mancherebbero) ma non ci sono le risorse necessarie a far sì che anche il problema dell’erosione marina possa essere risolto. Ce ne siamo interessati di recente riguardo la Riserva Naturale Sentina, il lembo meridionale di San Benedetto e di tutta la Regione Marche, dove, per lunghi tratti, la spiaggia di fatto non esiste più.

Aiuto, alla Sentina non c’è più la spiaggia. Guarda VIDEO e FOTO dal drone

Eppure l’effetto erosivo è attivo su tutta la costa marchigiana e negli ultimi anni sono stati necessari interventi di posizionamento di scogliere protettive sia a San Benedetto (tratto nord della spiaggia) che a Grottammare (zona centrale) che a Cupra Marittima. Ciò fa sì che la forza delle correnti si scagli con più potenza laddove mancano protezioni come, appunto, nella zona Sentina.

“Siamo fermi al Piano di Difesa della costa del 2008 – afferma Sergio Trevisani, Direttore della Riserva Naturale Sentina – purtroppo da allora non sono stati fatti passi avanti. Per tutta la costa marchigiana si è stimata la necessità di interventi, attualizzati, per 110 milioni di euro di cui soltanto 10 milioni per la zona Sentina, che quindi da sola vale quasi il 10% dell’intero investimento”.

Ma c’è un problema: si sa qual è il costo, ma i fondi non ci sono. “In effetti la Regione Marche riesce a garantire soltanto l’ordinaria amministrazione, ovvero la pulizia delle scogliere esistenti, oltre a qualche intervento sporadico. Negli anni passati dal 2008 abbiamo pensato ad interventi protettivi della Sentina più innovativi rispetto alle classiche scogliere, sommerse o meno che fossero. Ad esempio, si è pensato ad usare dei lunghi salsicciotti di gomma riempiti di sabbia che, posti a poca distanza gli uni dagli altri e a ridosso della spiaggia, formassero una sorta di “secca” naturale, e che potrebbero essere poi facilmente rimossi, lasciando la sabbia sul fondo. “Ma si tratta di un intervento costoso” spiega Trevisani “come quello che abbiamo pensato sul Tronto”. Sul cui letto, spiega il funzionario comunale, sono state poste in passato delle briglie e delle vasche con l’obiettivo di evitare che il livello del fiume crescesse troppo nei momenti di piena. Purtroppo la ghiaia e i sedimenti trascinati dal fiume stanno riempiendo le vasche, “e si tratta di materiale che, finendo il mare, viene poi eroso e trascinato sulla spiaggia, riformandola naturalmente”. Ma si torna sempre al “ma”: no money.

Eppure a San Benedetto ci sarebbe la necessità di interventi urgenti: sulla base delle stime degli studi più recenti, la linea della costa in tutte le Marche retrocede di un metro all’anno, mentre a San Benedetto siamo ad una velocità doppia: 2 metri all’anno.

“Al momento la situazione alla Sentina è ancora sotto controllo: verifichiamo puntualmente la linea della spiaggia ad ogni mareggiata. Lo scalone che si è formato nella zona settentrionale al momento è una garanzia di tenuta. Il problema più grande lo avremmo se quello scalone verrebbe meno, perché essendo il dislivello minimo si teme che a quel punto l’acqua del mare potrebbe infiltrarsi davvero prepotentemente all’interno della Riserva Naturale. Più che l’altezza dello scalone controlliamo l’altezza della spiaggia vera e propria, se dovesse scendere ancora sarebbe un problema” conclude Trevisani.