SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Vi proponiamo un video che risale allo scorso 8 settembre quando, nell’ambito della Festa dell’Unità del Pd, il presidente della Regione Luca Ceriscioli è intervenuto a Grottammare per parlare del nuovo ospedale del Piceno. Nell’intervista realizzata dalla nostra redazione il Presidente, dal minuto 2:28, parla di mobilità sanitaria nell’Area Vasta 5 e afferma: “Facendo un bilancio di questo territorio, sono di più le persone che si curano fuori di quelle che da altri territori vengono qua. In più” rafforza il concetto “quelli che vengono da fuori si rivolgono principalmente alle cliniche private“.

MOBILITÀ SANITARIA

Perché questo è un argomento così importante? Se c’è un campo in cui si gioca la partita per la realizzazione del nuovo ospedale del Piceno, questo è proprio quello della mobilità sanitaria. Per la legge (il Decreto Balduzzi), infatti, il tipo e anche il numero di ospedali che un territorio ha diritto ad avere dipende fortemente dal bacino di utenza a cui le strutture sanitarie si rivolgono. La provincia di Ascoli, da censimento ha 211 mila abitanti. Per Ceriscioli non serve aggiungerne altri, altrimenti bisognerebbe fare i conti anche con chi “fugge” dal territorio per andare a curarsi altrove. Chi invece ne contesta la tesi, e uno di questi è il consigliere comunale di San Benedetto Giorgio De Vecchis, afferma che nel conto bisogna inserire anche i pazienti abruzzesi, dato che porterebbe il bacino a sfondare quota 250mila dando al Piceno più chances di ottenere due presìdi sanitari.

I DATI IN POSSESSO DEL MOVIMENTO 5 STELLE

E’ proprio vero, come dice Ceriscioli, che nel territorio piceno sono di più i residenti che vanno a curarsi fuori di quelli che invece attrae l’Area Vasta 5, per esempio dall’Abruzzo? Guardando alcuni dati, la fotografia che fa il presidente non sembra poi così corretta.

Stiamo parlando di alcuni dati dei quali è venuto in possesso il consigliere regionale Peppino Giorgini e il Movimento 5 Stelle del Piceno. Elaborati dall’attivista Carlo Clementoni (che li ha esposti anche in un recente convegno) questi numeri paiono mostrare, sul fronte mobilità sanitaria, una situazione un po’ diversa da quella che racconta Ceriscioli.

Con un accesso agli atti dell’Asur, i pentastellati sono riusciti ad ottenere i dati regionali, espressi in milioni di euro, sulla mobilità sanitaria attiva e passiva relativi al triennio 2014-2016. Numeri più recenti e legati agli ultimi due anni non sono ancora disponibili, ma anche questi, da soli, ci restituiscono un’istantanea piuttosto interessante: l’Area Vasta 5 picena è l’unica in tutta la Regione ad aver avuto, in quel triennio, un saldo positivo fra mobilità attiva (i pazienti attratti da fuori regione) e passiva (quelli che “fuggono” a curarsi in altre regioni).

TUTTI I NUMERI

[Nel 2014 il saldo piceno era di +10 milioni e mezzo, visto che quell’anno l’Area Vasta ha attratto da fuori pazienti per un valore 27,5 milioni e ne ha persi, perché andati a curarsi altrove, per 17 milioni. In quello stesso anno Pesaro faceva segnare un saldo passivo di 21 milioni e una mobilità passiva di quasi 26 mentre il saldo dell’Area Vasta di Ancona era -30 milioni  e pazienti persi per oltre 37 milioni.

Ma veniamo al report più recente, quello relativo al 2016. Seppur più contenuto, l’unico saldo positivo anche nel 2016 lo faceva registrare il Piceno con 3,2 milioni: risultato di una mobilità attiva da circa 23 milioni di euro e una passiva da 20 milioni. Vediamo però i dati di Ancona e Pesaro nel 2016. L’Area Vasta 2 (Ancona) aveva un saldo di -37,6 milioni frutto di pazienti attratti da fuori regione per 6,4 milioni ma “fuggiti” altrove per un valore di 44 milioni di euro. E Pesaro? Nel 2016 l’Area Vasta 1 ha guadagnato pazienti extra-Regione Marche per 4 milioni, ma aveva un saldo negativo di -25 perché i pazienti attratti all’esterno, verosimilmente dalla vicina Emilia-Romagna, pesavano per ben 29 milioni di euro.]

RETTIFICA. Il consigliere Giorgio De Vecchis ha segnalato alla nostra redazione che i dati della mobilità di Pesaro e Ancona potrebbero essere stati scambiati. Ci ha infatti inoltrato un documento pubblico della Regione in cui si vede che la mobilità passiva di 44milioni è quella dell’Area Vasta 1 pesarese mentre i 29 milioni di mobilità passiva li registra l’Area Vasta 2 di Ancona. Quindi nei dati riportati dai 5 Stelle (presi a loro volta dall’Asur) Ancona e Pesaro andrebbero letti semplicemente “invertiti”. Questo rilievo rende sempre il Piceno l’unica provincia con un saldo attivo. Cambia soltanto questo: sarebbe Pesaro, e non Ancona, ad avere la più alta mobilità passiva e la maggior fuga sanitaria verso altre regioni (principalmente verso la vicina Emilia-Romagna).

Qui sotto i documenti che ci ha inviato De Vecchis.

Sopra i documenti segnalati da De Vecchis. I dati di Ancona e Pesaro, che seguono, potrebbero dover essere letti invertiti

 

Sopra la mobilità attiva (pazienti attratti da altre regioni) picena, la più alta delle Marche con 23 milioni di euro. Sotto il saldo fra quella attiva e passiva: l’Area Vasta 5 è l’unica in positivo facendo segnare un +3,2 milioni. (fonte Movimento 5 Stelle)

 

Per i dati in possesso dei 5 Stelle, dunque, il Piceno attrae il 45% dei pazienti che vengono a curarsi nelle Marche da altre regioni. Una fetta che vale 23 milioni su 50 totali. C’è da dire, in ogni caso, che una buona parte di questi si rivolge alle cliniche private convenzionate (16 milioni di euro su 23 nel 2016) ed è un aspetto che lo stesso Ceriscioli rimarca. Ci sono dei motivi tecnici, però, per cui questo sembra solo un dettaglio. Le cliniche private, infatti, si inseriscono nelle “falle” degli ospedali pubblici visto che la maggior parte delle loro prestazioni sono radiografie, Tac e diagnostica in generale, ovvero prestazioni di base che fa ogni ospedale. Se nel Piceno molta attrazione grava sulle cliniche è perché il servizio pubblico non è efficiente. Si tratta di un rilievo che quindi non restringe il bacino di utenza, ma che semmai dimostra ancor di più l’esistenza di un’utenza sanitaria più ampia, che abbraccia anche l’Abruzzo.

In definitiva, quando Ceriscioli parla di una consistente mobilità passiva che interessa il Piceno, sta dicendo qualcosa di corretto. Ma dovrebbe anche dire che le Aree Vaste di Macerata, Ancona e Pesaro ne fanno di più e nel caso di Pesaro (-44milioni) quasi il doppio. Quando poi dice che il Piceno perde più pazienti di quanti ne attrae, i numeri della stessa Asur sembrano smentirlo visto che dimostrano che, dal 2014 al 2016, l’Area Vasta 5 ha attratto nelle Marche più pazienti di quanti ne ha persi. L’unica, fra tutte le altre, capace di farlo.

I DATI COMPLETI SULLA MOBILITÀ DEL TRIENNIO 2014-2016 (fonte M5S)