Dal settimanale n. 1169 in edicola

OSPEDALE SÌ, DOVE, COME, PERCHÈ. La realizzazione di un nuovo ospedale nel Piceno sta diventando una telenovela da far invidia a quelle brasiliane. Parto dall’inizio per fare chiarezza (ancora di più) su un argomento che ha preso il via nei primi anni novanta. In quegli anni la notizia di una nuova e quindi moderna struttura ospedaliera nella Vallata del Tronto fu accolta con grande entusiasmo, direi con euforia, da tutta la Provincia, Ascoli compresa.

Un ospedale insomma che facesse diventare unico il “Mazzoni” e il “Madonna del Soccorso”. Che, argomento non trascurabile, in quegli anni avevano identiche potenzialità. Ora non più perché lungo il cammino fino ai nostri giorni é stato commesso un errore gravissimo. È stato de-potenziato il nosocomio sambenedettese e potenziato quello ascolano fino creare un grande dislivello tra le due strutture.

E magari illudendo Ascoli sulla possibilità concreta che il “Mazzoni” diventasse il punto di riferimento di tutto il territorio piceno e del vicino Abruzzo. Lo testimonia anche l’ultima dichiarazione del sindaco Castelli “Siamo disponibili a dare quasi gratis il territorio in zona Campolungo”.

Circa due mesi fa, con l’approvazione della maggioranza dei sindaci piceni, la notizia che, improvvisamente, da bella è diventata pessima per Ascoli e purtroppo anche per una minoranza di abitanti della costa. Addirittura è nato un comitato denominato “No all’ospedale unico”. Un’iniziativa contraddittoria alla quale hanno fatto stranamente da cornice dichiarazioni delle istituzioni costiere oltre che di Forza Italia e M5S, che rischiano di far ritardare l’inizio dei lavori.

Sarebbe gravissimo perché in contrasto con la volontà di chi dovrebbe intendersene di più: i sanitari. Questo il loro pensiero: “Il luogo ha un’importanza relativa, lo facciamo dove vogliono. Va benissimo un nuovo ospedale che riunisca tutte le attività ora divise tra Ascoli e San Benedetto ma non sono sufficienti. La Regione Marche deve fare un piccolo sforzo: concedere qualcosa in più e mettere in primo piano la qualità di servizi. Tutto il resto è fumo“.