SAN BENEDETTO DEL TRONTO – “La PicenAmbiente Spa, incaricata del pubblico servizio di rimozione delle macerie pubbliche nei comuni del cratere del sisma 2016 delle provincie di Ascoli Piceno e Fermo, circa la vicenda che vede interessato un proprio dipendente denunciato per gravi reati, ritiene positivo che nello svolgere questo rilevante e complesso incarico, che ha portato a rimuovere nel territorio in due anni oltre 300 mila tonnellate, vi siano stati e vi sono tuttora in corso approfondite e ripetute attività di verifica e scrupoloso controllo delle autorità pubbliche competenti ed inquirenti: garanzia questa per tutti del corretto espletamento delle gravose e delicate attività di rimozione, trasporto, gestione delle macerie”.

Così, in una nota, l’azienda commenta la notizia della denuncia di un dipendente da parte dei carabinieri per furto aggravato. Nella casa dell’addetto, residente a Grottammare, erano stati trovati preziosi e mezzi agricoli provenienti dalle case terremotate di Arquata. Non aveva segnalato e catalogato gli oggetti trovati durante la rimozione delle macerie.

Picenambiente conferma e aggiunge: “L’uomo non aveva segnalato e catalogato gli oggetti rinvenuti dalle macerie durante la rimozione. Sul fronte giudiziario sono stati e sono diversi i filoni di inchiesta e approfondimento da parte della Magistratura e dei Carabinieri a cui la Picenambiente ha fornito e intende fornire, anche in questa occasione, la massima e leale collaborazione richiesta.”

La Presidente Catia Talamonti della Picenambiente dichiara: “Al momento l’azienda non ha ricevuto alcuna comunicazione da parte degli organi inquirenti, l’amministratore non appena venuto a conoscenza delle attività investigative sul proprio dipendente, senza indugio, anche a garanzia dello stesso, ha avviato una indagine interna e provveduto a rimuoverlo dalle attività di gestione delle macerie e collocarlo ad altra funzione, in attesa di conoscere gli sviluppi, anche giudiziari della vicenda che riguarda addebiti mossi alla sua condotta personale, per i reati contestati di furto aggravato”.

“E’ necessario precisare che la Picenambiente, ben conscia fin dall’inizio della delicatezza delle attività da svolgere nella rimozione delle macerie, che tocca la sensibilità e il rinvenimento di beni affettivi e personali, ha in essere precise procedure interne a cui tutti i circa 30 dipendenti diretti e le aziende locali coinvolte sono state informati e formati al loro rigoroso rispetto: procedure che hanno permesso ad oggi il ritrovamento – contina la Talamonti – tra le macerie da parte dei nostri 30 dipendenti impiegati, di tantissimi beni personali di valore (preziosi, denaro e altro), e beni affettivi durante le varie operazioni e successivamente messi a disposizione e restituiti ai legittimi proprietari, per il tramite dei Comuni e/o delle Forze dell’Ordine”.

La presidente afferma: “Nel ribadire la massima disponibilità e collaborazione della Picenambiente alla Magistratura sulla inchiesta per far luce ed accertare le eventuali responsabilità sui gravi reati contestati, nell’ambito delle garanzie di legge per le persone coinvolte, la Picenambiente continuerà responsabilmente ad assicurare lo svolgimento del suddetto pubblico servizio di rimozione delle macerie, in via di conclusione, nell’ambito della massima correttezza e trasparenza ad oggi dimostrata, prendendo tutti i più necessari provvedimenti che si renderanno necessari – conclude la Talamonti – a tutela anche della propria reputazione, nei confronti di coloro che risulteranno giudizialmente responsabili dei reati contestati”.