SAN BENEDETTO DEL TRONTO –  Abbiamo intervistato l’esponente del Pd Luciano Agostini. L’ex deputato del Pd parla dell’Ospedale Unico: “E’ un’occasione che non possiamo perdere”. Sui presidi di Ascoli e San Benedetto ci dice: “Non chiuderanno, il pronto soccorso resterà per tutti i codici verdi e bianchi che sono la maggioranza statistica (l’83%)”. Incalzato sulle intenzioni di San Benedetto di avere la struttura sulla costa invece dice: “Si può anche ridiscutere al località ma serve un atto formale in cui Castelli accetti che il suo ospedale diventi di base”.

Buongiorno Agostini, vorrei capire la sua posizione sull’Ospedale Unico, o nuovo che sia…

“Io dico da 10 anni che abbiamo bisogno di più qualità nella prestazione sanitaria e negli ultimi 10 anni la tecnologia in questo campo è aumentata. Nel frattempo è arrivato il decreto Balduzzi che disciplina per bacini di utenza le modalità con cui le prestazioni devono essere erogate. Adesso, quindi, un ospedale nuovo d’eccellenza diventa una necessità, non solo perché lo dicevamo dieci anni fa, ma perché oggi lo impone anche la Legge”.

In tanti dicono che la soluzione Spinetoli può essere un problema perché è distante dalla maggioranza della popolazione provinciale. Insomma, la maggior parte della gente si dovrebbe spostare di più di quanto fa ora

“Oggi avere un ospedale di alto livello di prestazioni, a cui la Regione aggiungerà anche i due ospedali attuali a completare l’offerta, è un’occasione a cui non si può dire di no. Se tu devi fare un intervento importante non può essere la distanza il problema, soprattutto se è una distanza di pochi chilometri”.

In tanti sono proprio preoccupati del destino di “Mazzoni” e “Madonna del Soccorso”. Diventeranno due ospizi, dice qualcuno…

“Questa è un’altra cosa da sfatare, i due ospedali di Ascoli e San Benedetto non diventeranno due ospizi. Saranno due presidi che andranno a completare l’offerta sanitaria, due ospedali in cui rimarrà la diagnostica di base, la radiologia, le analisi e anche il pronto soccorso per i codici bianchi e verdi. Praticamente Madonna del Soccorso e Mazzoni continueranno a fare le prestazioni ordinarie, cioè il 90% del totale. Nel nuovo ospedale ci andranno i pazienti acuti.”

E per le emergenze? Per il pronto soccorso?

“Se prendiamo le statistiche degli accessi al pronto soccorso di Mazzoni e Madonna del Soccorso sono circa 7000 l’anno, con San Benedetto che ne fa un po’ di più. Di questi accessi solo il 5% sono codici rossi e il 12% sono codici gialli. Quindi nel nuovo ospedale ci andrà al massimo il 17% di quelli che usufruiscono del pronto soccorso. Diciamolo, la maggior parte delle persone che va al pronto soccorso ci va statisticamente per codici bianchi e verdi e potranno continuare ad andare ad Ascoli e San Benedetto dove il dipartimento d’emergenza per i casi meno gravi rimarrà”.

Che ne pensa della posizione che ha assunto San Benedetto? Praticamente è una “strana” unione di intenti bipartisan fra Piunti e De Vecchis con l’obiettivo di spostare più sulla costa il nuovo ospedale.

“Una forza politica responsabile deve tenere insieme tutta la comunità della Provincia di Ascoli Piceno. Sulla posizione di Piunti e  De Vecchis io dico che si può anche ridiscutere la località ma nello stesso tempo però Castelli deve fare un atto formale in cui decide di rendere “di base” il suo ospedale. Allora la Regione si può rimettere a sedere. Secondo me Castelli  non lo accetterà ma deve anche smetterla di strumentalizzare perché sono fatti provati che il Sindaco di Ascoli nel 2014 era a favore dell’Ospedale Unico e ancora nel 2016, durante un consiglio comunale aperto ad Ascoli, disse che era d’accordo. Intanto, però, negli atti che sta facendo San Benedetto ci vedo un’importante apertura di Piunti.”

Cioè?

“Mi pare evidente che Piunti, a differenza del collega ascolano, adesso dice che l’ospedale nuovo serve e che lo vuole. Solo che lo vuole un po’ più sulla costa. Lo ripeto, di fronte a due atti formali in cui San Benedetto lo richiede più vicino e Ascoli accetta il presidio “di base”, ci si può rimettere a discutere.”

Io credo che Ascoli non accetterà. Per un semplice motivo: negli anni, e molte responsabilità politiche le avete anche voi, tutti i reparti importanti sono stati spostati al Mazzoni. Perché adesso dovrebbero accettare un drastico ridimensionamento?

“Questo lo sento spesso ma quando si dicono certe cose bisogna dimostrarlo. E’ vero che negli anni ad Ascoli sono andate determinate specialità ma è altrettanto vero che il pronto soccorso e la medicina di San Benedetto sono considerate tra le migliori nelle Marche. Prendiamo Neurologia poi, per quella bisogna venire a San Benedetto, non ad Ascoli. In ogni caso, nel futuro, non si potranno più dividere i reparti fra le due città: parliamo dell’Otorino ad esempio. Se tu il reparto lo dividi in due con tre posti letto a San Benedetto e tre ad Ascoli non funziona da nessuna delle due parti, diverso in un ospedale nuovo in cui il reparto sarebbe centralizzato.”

Continuo a ritenere difficile che non si arrivi a uno scontro con Ascoli se San Benedetto formalizzerà la richiesta dell’ospedale migliore sulla costa

“E’ normale che una comunità discuta quando si fa una cosa di questa portata come un ospedale nuovo. Però dobbiamo chiarire che con il progetto della Regione questa Provincia avrà un ospedale di primo livello in cui sarà necessario andare per interventi importanti visto che lì ci sarà la rianimazione e tutto il resto. Ma per interventi ordinari, faccio l’esempio di una cataratta in day surgery, ascolani e sambenedettesi potranno operarsi nella loro città. Io proporrò che l’ospedale di Vallata di Pagliare si chiami ospedale di Ascoli e San Benedetto, perché serve un’idea di condivisione. Non dimentichiamoci che questo è un treno da prendere e che rischiamo di rimpiangere….”

Cosa intende?

“Con l’ospedale nuovo si possono aprire fronti anche a livello universitario. Potremmo portare una succursale dell’università di Ancona anche a San Benedetto come successo con Infermieristica ad Ascoli. Poi ho avuto modo di parlare con un medico di San Benedetto. Mi ha detto che se perdiamo questa occasione di fare un ospedale di eccellenza fra Ascoli e San Benedetto potrebbe essere l’ultima volta perché se aspettiamo, in futuro, l’unico polo di eccellenza potremmo doverlo dividere anche con Teramo e Fermo”.

Io anche credo che perdere tempo ci potrebbe creare un danno. Questo però dipende anche dalla determinazione della Regione.

“Io credo che andranno avanti, la strada che ha scelto la Regione è questa ormai, i soldi ci sono. Se l’area di Pagliare sarà idonea (dopo i carotaggi n.d.r.) entro un anno si possono presentare i progetti”.