SAN BENEDETTO DEL TRONTO  – Una riunione della commissione sanità del consiglio sambenedettese che potremmo definire, senza peccare d’entusiasmo, come “campale”. Tutte le forze politiche convergono significativamente su un unico obiettivo e un’unica voce: l’ospedale nuovo di primo livello che la Regione progetta nel Piceno va costruito vicino alla costa e non a Pagliare.

LA TESI DE VECCHIS DIVENTA LA TESI DI SAN BENEDETTO

Altrettanto significativo, poi, quello che succede nello stesso pomeriggio del 18 settembre e nella stessa riunione presieduta da Gianni Balloni. Piunti fa stampare una serie di copie dell’ormai famoso “dossier De Vecchis” e, con un atto per niente scontato a livello politico e a suo modo “storico”,  lo fa consegnare a tutti i consiglieri presenti. Nei fatti oggi la tesi di Giorgio De Vecchis sulla localizzazione del nuovo ospedale diventa la tesi dell’intera politica sambenedettese.

PARLA PIUNTI

Ad aprire i lavori è proprio Pasqualino Piunti che ringrazia De Vecchis per il lavoro svolto e nei fatti chiarisce ufficialmente la sua posizione, la prima volta in cui lo fa con la sua viva voce davanti a tutta la politica cittadina. “Un nuovo ospedale di primo livello, se sarà fatto, va costruito sulla costa o nelle sue prossimità” le parole esatte del sindaco. “Dobbiamo ragionare sulla soluzione migliore per San Benedetto”.

PAROLA A DE VECCHIS

A quel punto prendono la parola diversi consiglieri. Per primo lo stesso De Vecchis che spiega, ancora una volta la sua tesi, quella che vuole l’ospedale di primo livello, nuovo, il più vicino possibile a San Benedetto e alla costa, che col suo bacino d’utenza supera Ascoli dove, seguendo quest’impostazione, resterebbe un presidio di base. “E’ una questione di equità, niente più” commenta De Vecchis “e l’equità è per me il contrario del campanilismo. Non vogliamo polemiche ma per San Benedetto (e il suo hinterland) è un diritto avere l’ospedale di primo livello, perché siamo il bacino più popoloso dell’intero Sud delle Marche”.

PRESENTE E FUTURO

Tocca poi a Flavia Madrelli, Antimo Di Francesco, Domenico Pellei e per la maggioranza a Carmine Chiodi e Rosaria Falco. L’obiettivo e le rivendicazioni da presentare alla Regione sono condivise da tutti, anche se i membri d’assise ricordano anche gli altri grandi temi che attanagliano la sanità locale. Dal ripristino dei livelli del Madonna del Soccorso, ai necessari investimenti sul personale passando per le liste d’attesa e il potenziamento del pronto soccorso. Ancora una volta le voci vanno d’accordo, espressione sintomatica di quanto, in questo momento storico, la questione sanità a San Benedetto sia un argomento per cui mettere da parte volentieri le trincee di partito. “Ok a farci sentire sul nuovo ospedale, ma nel  frattempo non scordiamoci quello che non funziona nel presente” può, in ulteriore analisi, essere il riassunto del secondo filone che si consuma del pomeriggio .

IL PERCORSO POLITICO ALL’ORIZZONTE

E adesso? Appurato che le forze politiche remano tutte dalla stessa parte, adesso il consiglio comunale dovrà produrre un atto (tecnicamente sarà una mozione) votato da tutti e che poi Piunti vorrebbe allargare agli altri sindaci del territorio costiero, compresi quelli abruzzesi. A quel punto inizierà l’opera di mediazione politica con Ancona che, nelle intenzioni, dovrebbe portare a ridiscutere e magari a cambiare quello che si è deciso il 2 agosto: ovvero Spinetoli come luogo per il nuovo ospedale.

ASCOLI DEVE ENTRARE NEL RAPPORTO

Ma in tutto questo rapporto è decisivo il ruolo di Ascoli, che dovrebbe accettare che l’ospedale nuovo e migliore venga fatto vicino a San Benedetto col Mazzoni che resterebbe un presidio “di base”. Qualunque atto San Benedetto produrrà, però, non conterrà l’indicazione di Ascoli come sede del presidio più piccolo. Quello che pensano in tanti è che debba essere la Regione a indicarlo nel momento in cui dovesse accettare le richieste della costa. Ma c’è qualcuno che predica chiarezza. Parliamo di Domenico Pellei (Udc) che nel piatto dell’ospedale nuovo ci vede anche un contorno di infrastrutture (“serve potenziamento trasporti, 118 e elisoccorso altrimenti anche un nuovo ospedale può restare una cattedrale nel deserto”) e che tra le righe manda un messaggio piuttosto eloquente a Castelli: “Dobbiamo essere chiari con tutti i cittadini e dobbiamo dire che in futuro al Madonna del Soccorso non ci si curerà più” chiosa il consigliere “dobbiamo essere chiari e parlare anche del presidio di base ad Ascoli, per evitare che qualcuno continui a fare il gioco delle tre carte. Il mattino a favore dell’ospedale unico e la sera a predicare che la struttura della sua città non si tocca”.