SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Ospedale Unico, Fabio Urbinati “apre” alla soluzione-De Vecchis? Sì, quasi. Vi spieghiamo tutto.

UNA PREMESSA

Il consigliere Regionale del Pd ieri ha usato i social per chiarire i contenuti di una cartina apparsa sulla pagina facebook del comitato “No all’Ospedale Unico”. Postando sul web un’elaborato grafico che parlava di tre ospedali di secondo livello nelle Marche, a Pesaro, Ancona e Macerata, quelli del comitato chiedevano proprio al consigliere se la situazione fosse effettivamente quella.

URBINATI SUI SOCIAL

Urbinati ha subito smentito parlando sui social di “bufala”, chiarendo che nelle Marche tre ospedali di secondo livello non esistono (solo il Torrette è di secondo livello n.d.r.). Ma quello che ci ha colpiti è l’apertura del consigliere regionale alla “tesi-De Vecchis”. Urbinati infatti ha anche scritto: “Tra Ascoli e Fermo possiamo avere due ospedali di primo livello e due di base”, praticamente una benedizione alla soluzione del capogruppo di “Ripartiamo da Zero” che vorrebbe un presidio di base ad Ascoli e un ospedale di primo livello sulla costa.

 

 

URBINATI A RIVIERA OGGI

Lette le considerazioni social del consigliere regionale sambenedettese, abbiamo sentito la necessità, stamane, di sentirlo per avere delucidazioni direttamente dalla sua viva voce.

Buongiorno consigliere, vorremmo chiederle alcune delucidazioni su quanto scritto da lei sui social ieri, a commento di una cartina pubblicata dal comitato per il “No” all’ospedale Unico.

“Innanzitutto sento la necessità di smentire quella cartina che ho visto ieri, è totalmente falsa. Nelle Marche solo il Torrette di Ancona è un ospedale di 2° livello e lo è perché è un ospedale di tutta la Regione, non solo dei residenti nella provincia di Ancona. I suoi posti letto sono infatti calcolati su tutta la popolazione della Regione Marche” ci spiega Urbinati “mi preme dire questo perché circolano tante falsità sulla Sanità e dico ai cittadini: informatevi bene. Gli ospedali della Provincia di Ancona sono solo Jesi e Senigallia. Poi c’è Fabriano, ma quella è una situazione particolare perché Fabriano è nel cratere sismico.”

Ci premeva, però, anche capire la sua posizione su quella che è ormai la “tesi De Vecchis”. Un ospedale di primo livello e uno di base possono convivere in questa provincia?

“Sia a Macerata che a Pesaro le decisioni sono state prese in seconda battuta. L’orientamento attuale che vuole le nuove strutture in zona “Pieve” (a Macerata) e Muraglia (a Pesaro) è frutto di uno spostamento rispetto all’indicazione iniziale della conferenza dei sindaci. Quindi anche da noi, se la conferenza deciderà un’altra cosa, la Regione è disponibile ma noi non vorremmo arrivare al 2019″.

D’altronde, quando la Regione ha spiegato ai sindaci i destini dei due ospedali, ci sembra che abbia lasciato uno schema abbastanza aperto (CLICCA QUI). Aperto a tal punto da presupporre che uno dei due nosocomi possa mantenere le specialità che lo renderebbe classificabile come “ospedale di base”?

“Bisogna sfatare una convinzione, se fai un ospedale a Spinetoli gli ospedali di Ascoli e San Benedetto rimangono e uno dei due potrebbe anche mantenere le specialità che lo renderebbero un nosocomio “di base”. Dobbiamo spiegare bene un concetto però. L’emergenza più grande oggi in campo sanitario, oltre alle specialistiche, è la lungodegenza, che comprende anche l’assistenza agli anziani. Per questo aspetto bisognerà sicuramente trovare degli spazi in futuro, spazi che siano totalmente separati dalle acuzie e quindi separati dal nuovo ospedale.”

Ceriscioli però, quando lo abbiamo intervistato a Grottammare (CLICCA QUI), ci pare che non fosse molto contento di avere due presidi nel Piceno. Ha parlato di strategia a perdere.

“Quando il presidente parla di strategia a perdere se la sanità picena si divide su due ospedali, parla della situazione attuale. Noi abbiamo un’area vasta incompiuta in questo momento ma che nei prossimi anni dovrà funzionare con i reparti centralizzati. Per esempio il punto nascite, in futuro, dovrà essere uno solo. Però sui due ospedali attuali vorrei dire una cosa…”

Prego…

“Quello che dice il vostro direttore, ovvero che negli anni Ascoli è stata molto favorita e San Benedetto penalizzata dal punto di vista sanitario, è vero. Però bisogna riconoscere che negli ultimi tre anni (da quando è in Regione n.d.r.) il Madonna del Soccorso ha recuperato molto. Il punto nascite di San Benedetto era quasi chiuso, tanto per fare un esempio.”

Tornando sulla possibilità di avere un ospedale di base e uno di primo livello. Questa ipotesi è sostenibile? La Regione, se dovesse arrivare dal Piceno questa soluzione, la accetterebbe?

“Sì, è perfettamente sostenibile da parte della Regione. Però ci devono dare delle indicazioni. Ci devono dire la rispettiva localizzazione con un input politico in questo senso. Ci devono dire, in altre parole, qual è quello di base e qual è quello di primo livello.”

In altre parole sono i sindaci a dover dare questa indicazione. A Piunti lei cosa dice? 

“A Piunti, l’ho ripetuto anche in altre uscite, dico che può fare una proposta alternativa. Ma se non la fa non può lamentarsi. Domani comunque incontreremo anche i comitati di quartiere e la discussione sarà incentrata proprio su questi argomenti”.