SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Ai nastri di partenza del campionato abbiamo intervistato il direttore sportivo della Samb Francesco Lamazza. Con lui abbiamo ripercorso le tappe che lo hanno portato a San Benedetto e gli abbiamo chiesto di inquadrare le potenzialità della rosa che ha costruito. Con Lamazza poi siamo scesi nel rapporto con la proprietà e con il mister (“una persona stupenda”) fino ad arrivare a una faccenda vecchia di dieci anni fa che, a pensarci bene, rende forse la Samb la squadra del suo destino.

Buonasera direttore, ci racconta del suo approdo alla Samb?

“Mi sono trovato a San Benedetto grazie a un procuratore che mi ha presentato la famiglia Fedeli. Poi ho avuto un colloquio con loro e dopo una settimana mi hanno richiamato, quindi credo di aver fatto un’impressione positiva sulla proprietà.”

Che squadra avete costruito quest’anno a suo avviso?

“Siamo una buona squadra, con giocatori importanti all’interno di un girone equilibrato. Sicuramente non siamo una squadra ammazza-campionato ma penso che possiamo dire la nostra assieme a altre 7 o 8 formazioni.”

Quali sono le squadre che teme di più? Quali invece le formazioni che si sono rafforzate di più fra le vostre avversarie?

“Se guardiamo il nostro girone ci sono squadre molto forti sulla carta e penso a Feralpisalò e Ternana e poi altre molto ambiziose che si sono rafforzate come Vicenza, Sudtirol e Triestina e altre ancora che sono abituate da anni a competere a questi livelli e che conoscono a menadito il girone B: penso a squadre come l’Albinoleffe, tanto per fare un esempio. E poi ci sono i derby, che sono sempre partite complicate e noi ne avremo tanti da giocare con la Vis Pesaro, il Fano, la Fermana e il Teramo. Insomma non vedo partite facili.”

Ha citato molte delle squadre che affronteremo dalla 9^ alla 13^ giornata. Un ciclo terribile quello, almeno sulla carta.

“Si quello sarà, su carta, un ciclo molto impegnativo ma prima avremo da affrontare partite altrettanto toste. E poi, se quel ciclo rappresenta un problema per noi, sono dell’avviso che anche per le nostre avversarie deve rappresentare un problema affrontare la Samb.”

Ci sono squadre che, durante il mercato estivo, hanno scelto un certo tipo di strategia con colpi over 30: pensiamo a Caracciolo che è andato a Salò oppure Granoche a Trieste. Crede che sia una strategia che pagherà questa oppure alla lunga può essere migliore quella della Samb, che ha preferito non puntare su calciatori troppo in là con gli anni?

“Noi avevamo un budget e delle indicazioni da parte della proprietà, che abbiamo seguito. Il calcio però ci insegna che chi più spende non ha la certezza di vincere. Io penso che questa Samb sia di un livello medio-alto.”

Quale è stata la trattativa più complicata dell’estate? E tra i giocatori che ha preso c’è qualcuno che per lei rappresenta una sfida particolare?

“Trattative particolarmente complicate non ci sono state, devo ammetterlo. Per il resto con Andrea Fedeli abbiamo lavorato in perfetta sinergia convergendo da subito sugli obiettivi: a partire dai primi acquisti per arrivare all’ultimo, Signori. Se c’è una scommessa particolare? No, per me i calciatori sono tutti alla pari.”

Com’è il rapporto invece col presidente Franco Fedeli. Negli anni passati chi è stato al suo posto ha avuto qualche scontro col presidente.

“Sinceramente devo dire che finora non ci sono stati problemi. Sappiamo benissimo che lui è una persona che nella sua carriera ha avuto sempre successo e quello che ha voluto ha sempre ottenuto. Vuole sempre la perfezione ma penso che questo aspetto, oltre a essere una responsabilità per me e per i calciatori, deve essere anche uno sprono a fare sempre meglio. E poi non c’è solo il presidente, anche la piazza di San Benedetto è molto esigente.”

Il rapporto con mister Magi invece?

“Devo dire di aver trovato una persona davvero stupenda. E’ la prima volta che lavoro con lui e mi trovo bene. E’ una persona equilibrata con cui ci si può confrontare proficuamente su ogni aspetto tecnico.”

Che partita vi aspetta domenica contro il Renate?

“Sarà una partita difficile. Quando sono usciti i calendari ne parlavo con Andrea Fedeli e ci dicevamo che il Renate è la peggior avversaria che ci potesse capitare in questo momento. Lo penso davvero perché conoscono il girone e hanno mantenuto buona parte del gruppo dello scorso anno che fece un grande girone d’andata. Il Renate è un avversario difficile perché è un collettivo collaudato e può lavorare in un ambiente tranquillo che gli ha permesso, la scorsa stagione, di fare risultati importanti in tanti campi.”

Un’ultima domanda. Qual è il calciatore che ha comprato nella sua carriera da Ds e che rappresenta per lei la maggiore soddisfazione professionale?

“Se devo fare un nome faccio quello del centrocampista brasiliano Do Prado. Lo presi nel 2008 quando ero direttore sportivo della Pro Patria. Era ormai ai margini del calcio e con noi si rilanciò, finendo appena due stagioni dopo in Premier League, al Southampton. In quella stagione il mio Pro Patria sfiorò la B. Perdemmo la possibilità di rimanere attaccati al Cesena (di Bisoli n.d.r.) proprio per colpa della Samb che alla penultima contro di noi pareggiò in pieno recupero con Cammarata (che, tra l’altro si era trasferito a gennaio in rossoblu proprio dai lombardi n.d.r.).”

Insomma, la Samb era nel suo destino si può dire.

“Si forse lo era davvero ripensandoci (ride n.d.r.). Spero allora di riprendermi qui alla Samb quello che la Samb mi tolse dieci anni fa”.