SAN BENEDETTO DEL TRONTO – C’è un atto, datato 5 settembre e a firma Fabio Urbinati, che sta facendo discutere l’ecosistema politico. Il consigliere regionale sambenedettese ha infatti presentato un’interrogazione a Ceriscioli in cui chiede conto dei curriculum e dei requisiti dei colletti bianchi della Sanità. “Direttori sanitari e amministrativi, dirigenti, direttori generali: hanno tutti i requisiti che prevede la legge? ” si chiede Urbinati e la domanda, che arriva da chi è dentro la maggioranza, ha lasciato un po’ sorpresi gli avversari politici che probabilmente si aspettavano un atto del genere dal Movimento 5 Stelle, magari, ma non da chi è parte dell’ecosistema “Dem”.

Urbinati nel suo quesito di fatti chiede se i dirigenti siano, come prevede la legge, tutti in possesso di un attestato di formazione manageriale di primo livello (un master insomma n.d.r.) ma gli avversari politici la vedono come una mossa che, almeno, ha qualcosa di strano. Ricordiamo, poi, che il “caso” si inserisce in un contesto in cui i direttori di Area Vasta sono in scadenza di mandato (in regime di proroga al momento, in attesa di nuove nomine).

Il sindaco di Ascoli Guido Castelli si dice sorpreso “che chi guida la Regione e la sanità non lo sappia, è quasi una farsa” e prova a spiegarsi l’interrogazione con l’ipotesi che sia parte “della guerra fra bande che sta caratterizzando il Pd regionale”.

L’avvocato, poi, muove dalla questione contingente per tornare a pungere sulla questione Ospedale Unico. “Ceriscioli si permette di chiudere ospedali senza nessun provvedimento di programmazione che lo autorizzi a farlo. Nelle Marche nascono ovunque comitati di cittadini che chiedono trasparenza e che di fatto si sostituiscono alla regione latitante nelle analisi e nelle strategie di difesa della salute dei marchigiani” morde Castelli “Siamo arrivati al punto più basso del Governo Ceriscioli. Non sono solo incapaci. Sono pericolosi.”