di Lorenzo D’Angelo

SAN BENEDETTO DEL TRONTO- Si è svolta questa mattina, presso il caffè Florian, la conferenza indetta dal neonato “Comitato No all’Ospedale Unico nel Piceno” per esporre le proprie considerazioni riguardo al tema dell’estate quando si parla di sanità della provincia di Ascoli. Sono intervenuti: Cinzia Ficcadenti, Barbara Nico e Marco Pietrzela, fondatori del comitato.

Il comitato, il quale non ha nessuna affiliazione partitica e politica, come subito precisato da Barbara Nico, “non ha l’obiettivo di porre in essere un’opposizione totale, a priori, contro la decisione di costituire un ospedale unico per la provincia di Ascoli Piceno”, ma quelli di: “innanzitutto di rendere i cittadini della provincia partecipi delle decisioni della Regione, sulla falsariga di quanto avviene  in Toscana, dove è stata emanata la legge sulla Partecipazione (volta appunto promuovere l’adesione dei cittadini all’elaborazione delle politiche regionali e locali) . Una volta partecipi del progetto” continuano i suoi membri “saremmo interessati a poter dare il nostro contributo, come comitato, veicolando i pareri dei cittadini e quelli dei collaboratori tecnici, quali l’operatore sanitario Masha Parisciani, il presidente dell’associazione antidegrado Umberto Cucciolino, l’architetto civile Gino Mecozzi e il tecnico della prevenzione Vittorio Pezzuoli”.

L’opposizione a tale decisione deve quindi ascriversi alla mancata consultazione dei cittadini, e alla presenza di una serie di dubbi circa l’effettiva utilità di un ospedale unico del quale non si conoscono con precisione i contenuti, e che quindi non sembra, ad ora, in grado di garantire l’elargizione  di servizi migliorativi rispetto agli attuali

“Sintomatico del fatto che si tratti di una decisione che patisce un deficit di democraticità, è anche la susseguente divisione politica sulla scelta della sede destinataria dell’opera, ricaduta nell’aria del comune di Spinetoli tramite un non chiaro algoritmo” fanno nota re i No ospedale Unico “come non chiare sono le motivazioni che hanno portato alcuni sindaci dei comuni della provincia ad applaudire all’allontanamento della sanità pubblica dai loro cittadini” dice Marco Pietrzela.

Il comitato, tra le criticità del progetto, prevede la difficoltà nel raggiungerlo che dovranno patire i cittadini delle zone periferiche della provincia, nelle quali, nel periodo estivo, si attesta un notevole aumento dei potenziali beneficiari, già oltre 250 mila, visti i flussi turistici che coinvolgono la Riviera delle Palme e la porzione appenninica di una provincia di frontiera tra Abruzzo, Umbria e Lazio. 

“Per questa ragione è necessario che la regione, se vuole portare a termine tale progetto, deve garantire la permanenza di poli ospedalieri di primo soccorso, e non solo negli agglomerati urbani di San Benedetto ed Ascoli, e garantire un polo unico di secondo livello (ma per il decreto Balduzzi per un ospedale di Secondo Livello servirebbero 300 mila persone di bacino d’utenza, lontane dai 210 mila abitanti della Provincia, anche volendo inserirci dentro la mobilità attiva n.d.r.) tale da garantire agli utenti presenti nel piceno autonomia rispetto al Torrette di Ancona, nonché potenziare le vie di collegamento” afferma Cinzia Ficcadenti. 

Il comitato ha fissato un appuntamento con i cittadini Lunedì 3 Settembre alle ore 21 presso la chiesa della SS Annunziata di Porto D’Ascoli