SAN BENEDETTO DEL TRONTO – “Farnetica di impedimenti tecnici per un dragaggio/ripascimento diverso e innovativo e di costi di cui lui non sa nulla, scaricando la questione della “Cassa di Colmata” sulle spalle dei tecnici regionali, anche loro avvezzi a ingoiare ogni rospo abbia propinato loro questa sconsiderata gestione politica, se Dio vuole sul viale del tramonto.” A parlare è il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Peppe Giorgini. Sul piatto ancora la questione del dragaggio del porto e l’obiettivo delle critiche mosse dal pentastellato è il collega sambnedettese Fabio Urbinati assieme al Pd.

“Per il Pd” continua a pungere Giorgini “le nuove metodologie e le innovazioni scientifiche non sono pane per i suoi denti, da sempre. Noi parliamo di eco sostenibilità, da quella parte politica sembra siano tutti incapaci capire e noi ce ne siamo fatti da tempo una ragione. Già nel 2009 i democratici” prosegue il grillino “hanno regalato a San Benedetto una discarica del mare, ne andavano e ne vanno fieri ancora oggi: per loro la Cassa di Colmata era “un’opportunità”, con questi fanghi provenienti proprio da Senigallia; e Urbinati lo ricorda bene, perché era in giunta, come assessore.”

Giorgini continua definendo la Cassa di Colmata una discarica e parla delle innovazioni tecniche italiane: “In tutto il mondo, persino dalla Cina ci si sta interessando per acquistare brevetti italiani sui dragaggi e ripascimenti (ad oggi più di 30) che con tecniche innovative e sperimentate consentono di dragare i porti in modo ecosostenibile, meno impattante e oltretutto meno costose, dando una risposta all’ormai proverbiale problema di insabbiamento dei nostri porti e di erosione delle nostre coste. Parliamo di sistemi che prevedono lo sfangamento senza escavatore e che, attraverso il prelevamento dei sedimenti dal fondale senza generare il fenomeno di “risospensione”, consentono di lavorare in ogni stagione, oltretutto con la possibilità di bonificare a bordo il materiale consentendo di riutilizzare e ricollocare facilmente i sedimenti per il ripascimento.”

“Negli ultimi anni hanno speso milioni di euro per i dragaggi del nostro porto – come per altri in regione – senza riuscire a risolvere mai nulla! Questo lo sanno bene i dirigenti della Regione Marche, basta che dalle sue segrete stanze, il Pd si decida semplicemente a chiedere come abbiamo fatto noi e, dati alla mano, capire che è il momento ad esempio di abbandonare le benne bivalve che inquinano 30 volte il consentito contribuendo a distruggere un ecosistema marino già in crisi.”