L’ospedale che non c’è. E possibile togliere una cosa che non c’è? Credo proprio di no. Eppure il sindaco di San Benedetto del Tronto (per sudditanza con il suo collega ascolano, per amicizia o non so perché) e altri della riviera picena hanno testualmente detto “Ci hanno tolto l’ospedale sulla costa“, un’affermazione che non ha né capo né coda perché il Madonna del Soccorso hanno cominciato a smembrarlo 20 anni fa e oggi è praticamente a regime. Di megambulatorio chiaramente, non di ospedale. Non ricordo bene gli altri ma Piunti lo ha affermato spesso, sin dai tempi di Gaspari mentre oggi vuol tenersi i cocci. Avesse detto qualche anno fa: “Noi vogliamo un ospedale come l’ascolano Mazzoni“, gli avrei dato ragione. Dirlo adesso non ha più senso.

Forse Pasqualino Piunti non si è accorto che i residenti della riviera picena, negli ultimi 10-15 anni, si sono dovuti recare in Ascoli per il 70% dei propri fabbisogni. A meno che lui non preferisca fare più di 30 chilometri invece di 18 per trovare un ospedale serio. Perché il “Mazzoni”, e il sindaco Castelli lo sa benissimo, è un ospedale serio al 90%. Tanto è che il primo cittadino ascolano ha cominciato a lamentarsi da poco, da quando cioè ha iniziato a sentire una certa puzza. Anzi ha paventato fino a qualche tempo fa che il nosocomio della sua città è potenzialmente un ospedale tale da poter essere unico. Con qualche ritocco magari. Tutto per l’interesse dei propri cittadini, mi pare giusto. In pratica Castelli si sente come colui che è andato a Roma ma il Papa non glielo hanno fatto vedere.

Interessi, se non di militanza partitica, dei propri cittadini che, invece, non stanno facendo i sindaci della costa dopo la dichiarazione, secondo me assurda, che potete leggere nel titolo.

Oggi, e lo capirebbe anche un bambino, dopo aver fatto smembrare il “Madonna del Soccorso”, riportarlo a livello del “Mazzoni” è un’utopia evidentissima. La battaglia andava fatta negli anni novanta. I nostri sindaci e la stampa sambenedettese hanno avuto a disposizione almeno 20 anni.

Battaglia (purtroppo persa) che io però, in qualità di direttore di questa testata, porto avanti da un quarto di secolo. Tirarmi fuori da certe colpe è il minimo che posso fare. Quasi da solo. Da solo sicuramente a livello giornalistico. Ceriscioli oggi e Spacca ieri ne sanno qualcosa.

I sindaci che hanno detto ‘no’ nella votazione dell’altro giorno, rappresentano un numero maggiore di abitanti? E che significa? Per me nulla per due motivi, primo perché il loro parere è consultivo poi perché per far valere il parere dei cittadini c’è lo strumento del referendum. Lo usassero se hanno coraggio e se credono veramente a quello che dicono oggi.

Una domanda: gli abitanti di Grottammare, Cupra Marittima, Martinsicuro e i loro hinterland, arriverebbero prima al “Madonna del Soccorso” tramite la sempre intasata SS16 oppure a Pagliare partendo dal casello di Grottammare? Nell’attesa di una risposta aggiungo che al momento i più penalizzati sono i residenti tra via Manzoni di San Benedetto e via Formentini.

Per loro  e per tutti gli altri, una vera battaglia gli attuali sindaci dovrebbero farla, non per meri interessi partitici e campanilistici come stanno facendo adesso,  ma per far sì che la circolazione su gomma e su rotaia  migliori. Con un ospedale vero a Pagliare molte richieste avrebbero più possibilità di essere portate a termine, anche una metropolitana di superficie perché no.

Concludo con due riflessioni: da quello che leggo nella nota regionale il nosocomio sambenedettese diventerebbe migliore e più funzionale di quello attuale; quello di Ascoli no perché perderebbe il 50% dell’attuale appeal.

Non credo, come qualcuno ha affermato, che il nascente nuovo ospedale sarà a livello, tecnologicamente  e logisticamente, dell’attuale “Mazzoni”. Sarebbe un’assurdità che non voglio nemmeno immaginare. Mi esprimerò quindi quando vedrò dettagliatamente il progetto. Spero presto. Se non son chiacchiere.