Ospedali piceni ok. Ho usato nel titolo una classica frase sambenedettese che tradotta in italiano significa “sarà vero?”. Un dubbio logico visti i precedenti anche se, per la prima volta, possiamo leggere un documento scritto chiaro e concreto. Queste mie parole (ci tengo a dirlo) dimostrano altresì che siamo uno dei rari giornali totalmente liberi, per cui possiamo permetterci di dire le cose come stanno. Sempre.

Personalmente, infatti, ritengo che la scelta è quella giusta e non mi riferisco all’Ospedale Unico che, essendo costruito nel XXI secolo, non potrà che essere tecnologicamente e strutturalmente all’altezza della situazione.

Il mio plauso va principalmente a quello che la Regione intende fare con il “Mazzoni” e il “Madonna del Soccorso”. Non sono un esperto vero ma il mio passato lavorativo mi è d’aiuto. Non vi sto a ripetere nei dettagli come cambieranno gli attuali nosocomi, basta cliccare qui per saperne di più.

Mi soffermo invece sulla scelta di “assegnarli” alla classe infermieristica che, apparentemente, porrebbe sembrare una decisione riduttiva. Non lo è per almeno due motivi.

Il primo perché gli infermieri di oggi non sono quelli del passato, con tutto il rispetto per loro. Oggi serve un triennio universitario quindi una laurea breve. Il secondo perché medici di qualità e di grande esperienza servono per l’ospedale centrale (“Del piceno” mi sembra il suo nome naturale non unico viste le scelte della Regione Marche) e non in due ospedali che possiamo adesso definire di primo intervento o residenza per gli anziani (Rsa) e per la convalescenza. E non solo. Complimenti.

Insomma la pasta è stata finalmente buttata però non mi sentirei di aver perso la  scommessa di una cena per quattro (ho ritenuto sempre l’ospedale di vallata una chimera irrealizzabile in base a fatti che non c’erano) se il nuovo nosocomio non sarà pronto nei prossimi tre anni. Pagherò la cena quindi (se Dio vorrà) soltanto a gennaio del 2022. Nell’occasione potrò dire che in effetti il documento attuale… era caffè!