ANCONA – Dopo oltre tre mesi il Tar di Ancona si è pronunciato sul famoso project financing per la Piscina Comunale di San Benedetto. E ha respinto parzialmente i ricorsi delle società di nuoto Cogese e Pool. In particolare il collegio anconetano ha respinto due punti del ricorso su tre, fra cui il motivo di ricorso che puntava sull’irregolarità dell’approvazione della convenzione con i privati che l’opposizione riteneva irregolare poiché votato dalla sola Giunta.

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RINVIO A FEBBRAIO. Il tribunale vuole però vederci più chiaro sugli aspetti urbanistici del progetto e per questo ha fissato un’altra udienza il prossimo 20 febbraio. E’ atteso sulla questione a ore un comunicato stampa del Comitato Stop Project.

LA SENTENZA. Innanzitutto il collegio ha certificato l’interesse ad agire delle due società di nuoto in quanto “l’assegnazione a terzi della gestione della Piscina potrebbe pregiudicare la loro posizione”.

I MOTIVI BOCCIATI. Passando ai motivi respinti dalla sentenza, in ogni caso non definitiva, del collegio anconetano, viene per prima cosa respinta l’eccezione che voleva il project non accettabile poiché la piscina inserita nel Piano Opere Pubbliche antecedente la proposta dei privati. Viene poi rigettata anche l’eccezione che riguarda l’organizzazione dei servizi e le corsie nuoto riservate ai disabili.

LA PROCEDURA DI APPROVAZIONE FU REGOLARE. Per il Tar la procedura di approvazione del project, che infiammò l’assise del dicembre del 2014, fu regolare. Ricorderete che l’opposizione contestò in particolare l’approvazione dello schema di convenzione fra pubblico e privato. Per la minoranza il consiglio doveva votare a parte quel documento, il Tar si è espresso contro questa ipotesi dichiarando che il consiglio comunale non ha una specifica competenza in tal senso. Stesso discorso per l’allocazione del rischio, altro aspetto criticato fortemente dal fronte “No-Project”: respinti anche questi motivi col tribunale che giudica “ragionevoli” i motivi di riequilibrio economico contenuti nella convenzione.

LA PARTE URBANISTICA. E’ però sulla parte relativa all’Urbanistica che il Tar vuole vederci più chiaro. Il collegio vuole una relazione del settore Urbanistica su alcuni elementi fra cui il piano parcheggi (altro elemento piuttosto discusso politicamente) e le opere di nuova costruzione (è prevista una palazzina “nuova” pure questa oggetto di critiche dell’opposizione, lo ricorderete). Il Comune avrà 40 giorni per produrre questi documenti col tribunale che, come detto, si esprimerà definitivamente il prossimo 20 febbraio 2019.

Nel frattempo resta da capire cosa succederà con la piscina, e in particolare con la vasca esterna, chiusa da anni. Se infatti il comune decidesse di non rischiare e di non emettere il bando, la parte esterna della piscina resterebbe in “stallo” per almeno altri 7 mesi. Viceversa se il bando fosse emesso sia questa sentenza, quando diverrà definitiva, sia un eventuale pronunciamento sfavorevole in secondo grado, potrebbero frenare di nuovo tutto il project. Insomma, la materia del contendere è ancora sub iudice e non è facile prevedere al momento quali possano essere gli sviluppi.

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