GROTTAMMARE  – Festival Anime Buskers, ripartenza alla grande. L’anno di stop non ha intaccato l’affluenza del festival del Paese Alto di Grottammare, anzi, in migliaia hanno partecipato alla tre giorni concerti itineranti dei musicisti inglesi. Paolo Piunti e Camilla Egidi (associazione Anime Buskers) parlano, a ragione, di un’edizione dall’affluenza eccezionale, che nemmeno la pioggia di domenica ha fermato.

“In un periodo in cui i venti sembrano dirci il contrario – afferma Piunti –  il segreto del festival sta proprio nell’unione. L’unione tra lo spirito dei buskers inglesi e le tradizioni picene, gli artisti locali come Caleidoscopio e Marco Bruni, Ermelinda Coccia, gli artisti italiani Nicola Migliorati & Maria Olga Palliani, Silvia Diomelli, Irene Messia &Luigi Russo e Mattia Sannicandro. E tutti i volontari, il cui lavoro ha consentito la riuscita del festival”.

In Largo Palmaroli, prima della jam session finale, si è tenuto il consueto momento dei ringraziamenti da parte dell’associazione e dell’Amministrazione comunale. Presente anche Fabio Urbinati della Regione Marche per il quale il festival è  stato un piccolo segnale che parte da Grottammare, sull’Europa unita.

“In questo momento vi trovate fisicamente sulla storia – ha commentato il Sindaco Enrico Piergallini – Nello scavo,  qui all’inizio, c’è l’antica porta di Grottammare, poi un pezzo di selciato del 1700 e una caditoia del 1800 per smaltire l’acqua. Sopra a tutto questo ci siete voi, ci siamo noi, che insieme condividiamo qualcosa di unico all’interno di un borgo medievale. C’è l’Europa intera. I venti che tirano sono terribili, non li dobbiamo assecondare. Da Grottammare, questa sera, vogliamo inviare il messaggio per un mondo che non si distingua più per la differenza di lingua e colore ma che cerchi ciò che ci rende unici come la musica, il cuore, le idee e i colori delle passioni”.

“Paolo e Camilla sono stati veramente bravi – ha concluso l’Assessore Lorenzo Rossi –  noi siamo stati veramente insistenti con loro per rifare il festival dopo l’anno di sospensione. Abbiamo registrato un record di presenze e di qualità artistica. Il festival è un’esperienza che parla tanti linguaggi artistici ma anche tante lingue, superando i confini nazionali. Ecco, questo mi piace davvero in un’epoca nella quale invece si alzano vecchie barriere, si respinge chi è diverso, si vuole che le persone stiano chiuse dentro casa o nei negozi. Le strade invece sono di tutti, come ci insegnano i Buskers, e sulle strade possiamo conoscerci senza paura, divertici insieme ed essere persone migliori”.