GROTTAMMARE – Tiene banco negli ultimi giorni il “caso” dei disabili portato alla ribalta dalla consulta di Grottammare e dalla consigliera Alessandra Manigrasso(CLICCA QUI). Di reiterati ritardi nei pagamenti del progetto ministeriale “Vita Indipendente” parlano gli attori, ritardi imputabili al comune di San Benedetto, capofila dell’Ambito Territoriale e ente che distribuisce i fondi. Oggi l’amministrazione spiega i motivi (CLICCA QUI) per cui i soldi non sono ancora arrivati,dicendo che gli uffici devono rispettare un ordine cronologico nei pagamenti. Disabili, fornitori, erogatori di servizi, assegni sociali. Per il comune, che dice che pagherà la prossima settimana, hanno tutti “pari dignità”, sono tutti uguali.

Noi abbiamo voluto capire meglio la questione e per la seconda volta nel giro di un anno abbiamo intervistato chi personalmente usufruisce del progetto “Vita Indipendente” e chi personalmente vive i disagi di mesi e mesi di ritardi nei pagamenti. Già perché non è la prima volta che queste persone vivono questo tipo di situazione. Esattamente un anno fa intervistammo Antonia Paolini, vicepresidente della consulta per la disabilità di Grottammare costretta sulla sedia a rotelle, che oggi torna a confidarsi con noi. QUI LA PRIMA INTERVISTA AD ANTONIA DEL 18 LUGLIO 2017.

Ciao Antonia, a distanza di un anno ritorna il problema dei ritardi nei pagamenti per il progetto a cui tu e altre 4 persone a Grottammare aderite: “Vita Indipendente”

“Si, purtroppo non è la prima volta. La prima tranche di solito arriva in tempo ma quest’ultima si fa sempre attendere. Gli ultimi pagamenti li ho visti a gennaio e da allora ho dovuto anticipare di tasca mia oltre 7 mila euro”.

Spieghiamo a chi ci legge a cosa servono questi soldi.

“Noi aderiamo a questo progetto ministeriale, Vita Indipendente appunto, che ci permette di sceglierci e pagarci i nostri assistenti personali a cui paghiamo busta paga, contributi, tutto da soli. Questo ci dà maggiore autonomia ma allo stesso tempo abbatte i costi per i singoli comuni, nel mio caso quello di Grottammare, che prima appaltava il servizio di assistenza alle cooperative e che ora questo costo non ce l’ha più. Io dico, guardando a quello che succede in questi giorni, che stiamo più avanti delle amministrazioni perché creiamo lavoro e tagliamo i costi”.

Oggi il Comune di San Benedetto ha spiegato che, per ragioni burocratiche, ha dovuto rispettare un ordine nei pagamenti, e che i vostri soldi arriveranno la prossima settimana. Ma su di voi questi ritardi sistematici, visto che successe anche nel 2017, che conseguenze hanno?

“Questi soldi di cui si parla ora dovevano arrivare ad aprile. Se io sto senza fondi per mesi vuol dire che per quei mesi devo pagare da sola il mio assistente a cui non posso rinunciare per i gesti quotidiani. Questo ti porta problemi di organizzazione ed economia domestica. Conosco una coppia di disabili, tutti e due nel progetto, che per sei mesi hanno dovuto anticipare lo stipendio non ad uno ma a due assistenti. Mi immagino le difficoltà”.

E’ soddisfatta delle risposte che ha dato il Comune di San Benedetto?

“Visto che noi ci impegniamo ed esponiamo personalmente mi piacerebbe che le amministrazioni mostrassero più sensibilità, mi piacerebbe che almeno comunicassero con noi, che ci dessero delle date. Capisco che ci sono regole e che i ritardi, probabilmente partono a monte, dal Ministero, ma quando ho chiamato la Regione(il secondo passaggio di questi soldi dopo Roma n.d.r.), diverso tempo fa, neanche loro hanno saputo dirmi perché il comune di San Benedetto non sbloccava questi soldi dato che da Ancona li avevano mandati. Dal prossimo anno speriamo che le cose cambino visto che il progetto passerà in mano alla Regione che dovrebbe direttamente accreditarci i soldi sul conto corrente”.

Del vostro problema, però, una parte della politica sembra essersi interessata…

“Voglio mettere in chiaro una cosa però. Non voglio che questa diventi una questione politica, non voglio che noi diventiamo strumenti politici. Quello che ci interessa è solo la politica dei diritti perché, per chi è nelle nostre condizioni, ogni piccola cosa sembra una conquista, mentre in realtà parliamo di diritti stabiliti per legge. Per me la questione dei soldi in ritardo è solo la goccia che fa traboccare il vaso. Mi spiego: aderiamo a un progetto che dovrebbe garantirci una vita indipendente, lo dice il nome stesso, ma il territorio tutto intorno a noi ci impedisce di essere indipendenti”.

Spiegati meglio…

“A noi è negato tutto, a partire dai trasporti. Se io voglio muovermi devo prenotare il solo pulmino che ha a disposizione Grottammare una settimana prima. Se io voglio andare al mare non posso perché le passerelle non arrivano fino alla battigia e sfido chiunque a muovere una carrozzina sulla sabbia asciutta. Io sono fortunata perché pian piano il gestore dello chalet che frequento mi ha reso l’accesso più semplice ma per molti non è così. E non parliamo dei negozi: se voglio andare a San Benedetto a fare spese sono pochissimi i negozi con la pedana. A fronte di questo notiamo sempre una mancanza di interesse delle amministrazioni. A marzo con la consulta abbiamo parlato di questo e altro ma il nostro organo può solo sensibilizzare, nient’altro. Adesso però ci stiamo riunendo…”

Dicci tutto…

“Stiamo creando un’associazione regionale fra chi aderisce al progetto “Vita Indipendente”, nelle Marche siamo 227. Assieme a questo pensiamo anche a un’associazione per i disabili in genere a Grottammare. Speriamo cambi qualcosa”.

Lo speriamo anche noi Antonia.