SAN BENEDETTO DEL TRONTO – “Mentre l’Onu istituisce la giornata mondiale dell’ambiente (5 giugno) e dichiara guerra alla plastica nei mari e negli oceani, mentre la Ue istituisce nuove norme per la lotta contro l’inquinamento da materiali plastici, mentre la Regione Marche approva in commissione una nuova legge per la lotta all’inquinamento dai materiali plastici nei nostri mari e porti, l’Amministrazione comunale di San Benedetto del Tronto entra a gamba tesa con una decisione incomprensibile che, non contenta di eliminare presso il Mercato Ittico il servizio di lavaggio delle casse in PVC – almeno hanno il pregio di durare nel tempo – decide di sostituire le stesse casse con centinaia di migliaia di contenitori in polistirolo, materiale non biodegradabile, altamente inquinante, il suo abbandono sulle coste e i mari ha registrato il raggiungimento di livelli insostenibili per l’ecosistema marino essendo quanto di più fragile, inquinante e deleterio possa esistere per il nostro Mare Adriatico.” E’ piuttosto eloquente la nota stampa del Meet Up 5 Stelle e del consigliere Regionale Peppe Giorgini.

“Un grammo di polistirolo contiene circa 1.000 palline, una cassa pesa circa 250g, quindi parliamo di 250.000 palline di polistirolo per ogni cassa, non biodegradabili, quindi eternamente a rischio diffusione e inquinamento. Al porto di San Benedetto si usano oggi circa 200.000 casse l’anno (nelle Marche circa 800.000): se tutte fossero di polistirolo? Moltiplicare la quantità di casse per i numeri precedenti dà una misura concreta del possibile e spaventoso danno perpetuo. Appare pertanto incomprensibile come, nonostante la ben conosciuta situazione drammatica del nostro mare e le implicazioni della decisione della sua maggioranza, un consigliere comunale si bei dalle colonne di AIPE, la rivista dei produttori di polistirolo, con dichiarazioni a dir poco inspiegabili! Addirittura si vuole acquistare un compattatore, siamo alla follia pura: “Il comune dal canto suo metterà a disposizione uno spazio per lo stoccaggio del cassettame e acquisterà un compattatore per migliorare la gestione delle cassette usate e renderle più accessibili alla filiera del riciclo”.

“Tutta questa storia sembra fatta apposta per farsi additare, considerato anche il fatto che proprio a San Benedetto del Tronto una società che svolge una attività meritoria nella ricerca di nuove metodologie e tecnologie che vadano nella direzione di uno sviluppo sostenibile, la BluMarineService, ha contribuito a sviluppare un nuovo polimero identico al polistirolo chiamato BIOFOAM (abbiamo fatto audire per questo motivo il rappresentante della società in III Commissione regionale, allo scopo di spiegare le straordinarie caratteristiche del nuovo prodotto) ma completamente di origine naturale, biodegradabile al 100% e derivato da risorse rinnovabili nell’ambito del progetto internazionale BeMed (beyondplasticmed.org). Oltretutto vista la scellerata scelta della amministrazione comunale, i ragazzi della Blu Marine Service sono stati costretti ad annullare in tutta fretta un convegno durante il quale avrebbero richiamato ricercatori un po’ da tutta Europa proprio per discutere di “vicinanza” della scienza e della tecnologia al mare, cosa evidentemente in totale contrasto con le sciagurate decisioni politiche prese dall’attuale amministrazione. Insomma, mentre nel porto di Barcellona si usano le casse in polimero biodegradabile BIOFOAM, i nostri amministratori fanno l’esatto contrario di quello che sta facendo il mondo intero e tolgono dal mercato ittico le cassette di plastica (tra l’altro, ci si domanda: dove saranno andate a finire le circa 3.000 casse in giacenza?) per sostituirle con il più inquinante dei materiali”.