ANCONA – Una proposta di legge per erogare contributi per la rimozione e lo smaltimento dell’amianto. E’ quella che ha depositato oltre un mese fa il consigliere del M5S Peppe Giorgini sulla scrivania dell’assessore Angelo Sciapichetti. Il problema, però, è che al momento l’ente non dispone delle adeguate coperture finanziarie per un intervento di questa portata.

UN FONDO REGIONALE. Ma cosa prevede la proposta di Giorgini? Si tratterebbe dell’istituzione di un fondo Regionale che erogherebbe contributi per la rimozione e lo smaltimento delle coperture e dei manufatti in amianto, sia nelle case private che nelle aziende. E i soldi che darebbe la Regione sarebbero per il 60% a fondo perduto, secondo l’idea del pentastellato con l’ente che si impegnerebbe, invece, a coprire tutta la spesa se il richiedente si dovesse impegnare a sua volta a installare pannelli fotovoltaici al posto della copertura in eternit rimossa.

5 MILA EURO DI TETTO. La proposta del consigliere coprirebbe praticamente ogni tipo di spesa per la rimozione dell’amianto, comprese quelle per i trasporti e lo smaltimento per un tetto di 5mila euro per ogni richiesta. Altri contributi sarebbero erogabili ai Comuni che volessero realizzare una mappatura degli edifici potenzialmente interessati dalla presenza della sostanza nel loro territorio. Una mappa che sarebbe integrativa, ma sicuramente più accurata, del già esistente censimento regionale.

LE COPERTURE FINANZIARIE. “Si tratta di una questione che interessa la salute di tutti noi perché i casi di Mesotelioma (neoplasia collegata, secondo le statistiche, all’esposizione ad amianto, 21500 casi diagnosticati dal 1993 al 2012 in Italia secondo il registro nazionale n.d.r.) sono in aumento” commenta alla nostra redazione proprio Giorgini. “Io ringrazio l’assessore Sciapichetti per l’attenzione che mi ha riservato ma dovremmo fare di tutto per cercare di partire. I fondi si devono trovare”. Già, perché ciò che blocca la proposta di legge è la copertura finanziaria. A quanto pare la Regione sarebbe pronta, al momento, a istituire un fondo di circa 100 mila euro, ma per un intervento efficace su tutto il territorio servirebbe almeno mezzo milione di euro.

GLI STUDI SULLA PRESENZA DI AMIANTO NELLE MARCHE. Ma qual è la situazione amianto nella nostra Regione? Le Marche, a seguito della legge del 1992 che ha messo al bando la sostanza, ha approvato, nel 1997 un piano regionale che ha portato, nel 2002, alla realizzazione di un censimento sul territorio. In quell’anno Arpam e Asur inviarono circa 200 mila schede ricevendo 52mila risposte, appena il 26%. Dai dati circa il 30% dei 52mila edifici (di ogni tipo, pubblici e privati) schedati conteneva amianto e per la maggior parte (65%) questo si presentava sottoforma delle classiche lastre ondulate (il 15% invece canne fumarie e il 9% serbatoi d’acqua) che spesso fanno da copertura a garages, capannoni ecc.

Secondo quel censimento la nostra Regione presentava circa 152mila chili di amianto compatto e 77 mila “friabile”, il più pericoloso per la salute. Con la lente di ingrandimento sulla provincia di Ascoli i numeri parlavano di 27mila kg di amianto compatto e circa 4mila friabile. Il censimento, poi, divideva gli edifici con presenza di amianto in classi: dalla 1 alla 5 secondo il grado, decrescente, di pericolosità. Per esempio, la classe 1 (due edifici conosciuti in provincia di Ascoli) ricomprende le strutture accessibili, ad uso pubblico e con presenza dell’amianto più pericoloso, quello friabile. In classe 2 (369 edifici conosciuti in provincia di Ascoli) invece, ad esempio, le strutture con amianto friabile ma non aperte usualmente al pubblico.

NELLE MARCHE IL 43% DELL’AMIANTO ITALIANO? Negli anni anche altre regioni hanno mappato l’amianto e nel 2013 uscì fuori una cartina che destò un certo scalpore. Dei 34 mila siti mappati in Italia al 2013, il 43% era marchigiano. Un dato preoccupante anche se la portata della percentuale è stata razionalizzata dall’ente marchigiano che sostiene che molte altre regioni hanno effettuato mappature parziali e che quindi hanno dati sottostimati.

La mappa della presenza di Amianto in Italia aggiornata al 2015

IL DOSSIER DI LEGAMBIENTE. Legambiente, però, nei suoi ultimi dossier, sostiene che in tutta Italia la presenza di amianto sia sottostimata, che pochissime regioni concedano sgravi per la bonifica della sostanze, che ci siano pochissimi siti specializzati per il suo trattamento (18 totali e in sole 8 regioni. Nelle Marche nessuno). Secondo il dossier 2018, inoltre,  l’avanzamento delle mappature, che ha portato a un totale di oltre 60 mila edifici in Italia schedati, ha restituito una fotografia in cui gli edifici appartenenti alle classi 1 e 2 (i più pericolosi) sono molti di più di quello che si pensava. Circa 1200 gli edifici italiani di classe 1 (amianto friabile e accesso pubblico) mentre 10 volte tanto (12mila) quelli di classe 2: e di questi 12 mila ben 1350 si trovano nelle Marche.