SAN BENEDETTO DEL TRONTO – “Il comune di San Benedetto quindi  si è costituito parte civile contro Daniele Primavera, a suo dire colpevole di aver leso l’immagine dell’Amministrazione Comunale su Facebook. Senza entrare nel merito della questione, cosa che spetta alla magistratura, ci sentiamo in dovere di stigmatizzare profondamente questa azione finita in tribunale, una modalità di agire che non condividiamo nella maniera più assoluta.” A parlare è praticamente l’intera opposizione consiliare con un duro comunicato firmato da Giorgio De Vecchis, Antimo Di Francesco,  Maria Rita Morganti, Tonino Capriotti, Andrea Sanguigni, Flavia Mandrelli, Domenico Pellei, Marco Curzi. Praticamente tutta la minoranza, eccetto Pasqualino Marzonetti.

I consiglieri proseguono difendendo il diritto alla satira: “Tutti noi siamo per la legalità ed il rispetto delle persone, ma non possiamo non ricordare che tutti i personaggi pubblici sono stati, sono e saranno sempre oggetto di giudizio, di critica e di satira, in una democrazia sana. Essendo la satira un’arte, sarebbe opportuno un approccio del primo cittadino più aperto e democratico, capace di accettare le critiche, anche quelle espresse in forma satirica”.

“Chi ricopre cariche pubbliche spesso è soggetto alla satira” prosegue sul filone l’opposizione “e la capacità di accettare le critiche rivela il calibro dei personaggi che ne cadono “vittime”.

Sul processo-Primavera, arrivato la scorsa settimana alla prima udienza, la minoranza stigmatizza in particolare due aspetti. “Il primo fatto gravissimo riguarda i toni intimidatori nei confronti di un personaggio politico ben noto nella nostra città” scrivono “per la cui critica, in forma di satira politica,  si chiede “una pena esemplare” e 50.000 euro di risarcimento. Il secondo si riferisce alla spesa di questa causa che l’ Amministrazione ritiene debba essere a carico dei cittadini,  ancor più  grave se si considera la continua lamentela, da parte dell’esecutivo cittadino,  sulla scarsità di risorse finanziarie a disposizione del comune.”

Arriva poi l’affondo “duro” con tanto di minaccia di ricorso alla Corte dei Conti: “No, lei non ci rappresenta in questa azione che assume anche una connotazione di intimidazione politica  nei confronti degli avversari politici. Noi, in qualità di rappresentanti di una consistente e maggioritaria parte di cittadini sanbenedettesi , non condividiamo il metodo adottato e rimarchiamo che non ci sentiamo affatto rappresentati e la invitiamo pertanto a ritirare la querela. Si ricordi che la satira verso chi ricopre cariche pubbliche, ha sempre contribuito al bene pubblico” chiudono i consiglieri “questa sua reazione scomposta di certo non l’aiuterà a ben amministrare, e la città le chiederà il conto, oltre alle spese legali fin qui sostenute a carico della collettività che si potevano evitare ed impiegare verso altre priorità più importanti a beneficio della città, spese che saranno comunque oggetto di una segnalazione alla Corte dei Conti.”