SAN BENEDETTO DEL TRONTO – “Parliamoci chiaro: la Determina n. 710 dell’8 giugno 2018 – con cui il Direttore dell’Area Vasta 5 (che non è un medico) ha approvato su proposta del Capo Servizio Personale il Piano di Emergenza Urgenza e della Continuità Assistenziale dell’Area Vasta Picena per l’anno 2018, è una vera comica” comincia così un comunicato stampa del Meet Up 5 Stelle di San Benedetto e del Consigliere Regionale Peppino Giorgini che si chiedono dove sia la controfirma del Direttore Sanitario che dovrebbe esprimere un parere, per legge obbligatorio, sugli atti emessi dal direttore generale. Per i 5 Stelle sarebbe obbligatorio in virtù della legge 502/1992.

“Vi sembra possibile lasciare vuote le caselle relative alle presunte assunzioni senza sapere chi sarà lo “sfortunato” medico che si dovrà accollare poi una responsabilità che non gli dovrebbe competere?” continuano Giorgini & Co che rivelano come “Il Direttore Generale dell’Asur aveva convocato i sindacati medici (“perché nella stesura non erano stati interpellati i primari” spiegano) per illustrare il piano, salvo dare forfait dopo due ore d’attesa”.

I 5 Stelle, venendo al sodo, mettono in evidenza quelle che per loro sono “gravi lacune ed insufficienze” del sistema di Emergenza e Urgenza appena approvato. Perché? “Dall’esame delle tabelle allegate alla Determina n. 710/2018 emerge che un unico medico dovrebbe sobbarcarsi consulenze, viaggi, reparto e ambulatorio. Come può fare tutto insieme?” si chiedono i grillini “Se parte per portare un paziente a Ancona come può fare reparto, consulenze o ambulatorio?”. Giorgini poi definisce la Cardiologia di San Benedetto la più penalizzata dal piano perché “due caselle sono rimaste vuote, una per la riabilitazione ambulatoriale, l’altra è per il medico di sala operatoria”.

In conclusione il consigliere pentastellato chiosa: “Sento l’obbligo e la responsabilità di denunciare pubblicamente che la Determina n. 710/2018 dell’Area Vasta 5 mette a rischio concreto la salute dei pazienti: ancor prima di considerare la prestazione medica in urgenza come un onere in termini di risultati da raggiungere, essa andrebbe messa in condizione di lavorare al meglio attraverso la fornitura di mezzi adeguati.”