SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Si è aperto il processo fra il Comune di San Benedetto e l’ex consigliere comunale Daniele Primavera apertosi su querela di parte dell’ente per un post satirico su facebook, autore proprio Primavera, che ritraeva il sindaco Piunti e quello di Ascoli Castelli abbracciati in un fotomontaggio, il tutto corredato dalla scritta “Piunti e Castelli sposi”.

Con l’apertura della fase processuale, l’esponente di Rifondazione Comunista e imputato adesso nel procedimento ha divulgato una nota stampa a seguito della prima udienza. Qui la pubblichiamo integralmente.

“Con l’apertura del processo a mio carico, e la costituzione del Comune di San Benedetto del Tronto come Parte Civile nello stesso, la vicenda del “famoso” post che vedeva Piunti e Castelli abbracciati, per ciò che mi riguarda personalmente, si incanala definitivamente nel percorso giudiziario e non intendo, d’ora in poi, dedicargli ulteriori commenti. L’abnormità delle accuse mosse dal Comune, la grottesca violenza della richiesta di condanna, le originalissime assurdità delle tesi esposte e l’incredibile richiesta di risarcimento, non solo infondata ma priva di qualunque logica materiale, richiedono che io le contrasti non più sui giornali ma davanti alla magistratura, di fronte alla quale sono chiamato a rendere conto dell’esercizio del mio diritto di critica. D’ora in poi, quindi, altre valutazioni politiche sulla vicenda saranno quindi appannaggio delle forze politiche eventualmente interessate all’argomento e non del sottoscritto.

Per ciò che concerne la questione processuale, diversamente da quanto riportato da diversi organi di stampa su evidente “suggerimento” dell’avvocato del Comune, nella prima udienza il Giudice ha saggiamente chiesto alla parte civile (cioè l’ente) se fosse interessata a rimettere la querela. Poiché tale procedura, in questa fase, richiede il mio consenso, il giudice ha quindi chiesto al mio avvocato la nostra disponibilità, e noi l’abbiamo fornita.

E’ completamente destituita di fondamento, invece, qualunque ipotesi legata a un eventuale risarcimento a carico del sottoscritto. Non sono chiamato, quindi, a fare alcuna “proposta” ma, al contrario, sono disponibile a non oppormi qualora l’ente ne avanzasse una di remissione. D’altronde è ovvio che avendo l’ente aperto questo procedimento è solo l’ente che può decidere di chiuderlo.

Per ciò che mi riguarda personalmente, invece, ritengo più opportuno e utile tornare a occuparmi, come ho sempre fatto, del presente e del futuro della mia città, e non di quella che appare sempre più come una inutile quanto infruttuosa rappresaglia.”