SAN BENEDETTO DEL TROTNO – Il 18 giugno di 74 anni fa, era il 1944, San Benedetto del Tronto veniva liberata dall’esercito alleato guidato dal Generale Andersen. La città accoglieva con festeggiamenti le truppe che sfilavano lungo la spiaggia.

L’Anpi di San Benedetto, del presidente Antonio Bruni, ricorda quel giorno: “I soldati dell’esercito nazista erano in ritirata dopo aver lasciato morti e effettuato rappresaglie tra la popolazione. In zona Ponterotto lungo la provinciale per Acquaviva Picena, pacifici cittadini come Neutro Spinozzi, Salvatore Spinozzi e il Brigadiere dei carabinieri Elio Fileni venivano barbaramente uccisi da soldati tedeschi presenti nella zona sin dall’11 giugno, le case di Salvatore Spinozzi vennero occupate, i proprietari costretti a fuggire, quelle di Pasquale Piunti vennero date alle fiamme, sventagliate di mitra contro le case, inermi cittadini venivano feriti, finte esecuzioni di ostaggi. Un clima di terrore imposto dai soldati nazisti contro la pacifica popolazione”.

“Altro contributo di sangue venne dato dai partigiani, Francesco Fiscaletti, i fratelli Antonio e Cesare Gabrielli e il figlio di quest’ultimo Luciano, Mario Mazzocchi, tutti concittadini di San Benedetto, il maresciallo dei carabinieri Luciano Nardone – si legge nella nota – Come non ricordare il guardiamarina Giovanni Nebbia per le sue imprese per mettere in salvo anche prigionieri inglesi, l’allora tenente della stazione dei carabinieri Carlo Alberto Dalla Chiesa e il sottotenente della finanza Gian Maria Paolini fucilato da un plotone di esecuzione fascista insieme a Francesco Fiscaletti in località Santa Lucia, lungo la strada che collega San Giovanni Valdarno a Cavriglia”.

I cittadini di San Benedetto si lasciavano alle spalle una città da ricostruire, semidistrutta dai bombardamenti alleati. Occorreva far ripartire l’economia locale, che dipendeva in gran parte dalla pesca.

“I pescherecci, quelli rimasti, perché 10 affondati durante le operazioni belliche, 17 requisiti dagli anglo americani, 5 perduti colpiti da mine vagati, altri fuggiti per mettersi in salvo, dovevano rientrare. Occorreva che il porto e il mercato all’ingrosso del pesce seriamente danneggiati, venissero ricostruiti – prosegue l’Anpi sambenedettese –  Il dottor Carlo Giorgini primo sindaco dopo la liberazione, insieme ai cittadini di San Benedetto, aveva il difficile compito di avviare la ricostruzione e l’economia della città”.

La sezione dell’Anpi di San Benedetto vuole ricordare questo giorno come “un giorno di festa per la città e che il ricordo di quegli avvenimenti possa rappresentare un monito, affinché i valori della Costituzione scritta con il sangue di tanti uomini liberi che decisero pagando con la vita di opposi alla dittatura nazifascista, costituiscano un patrimonio da preservare anche e soprattutto dalle giovani generazioni alle quali sono stati garantiti 70 anni di pace e progresso in un’Italia e un’ Europa libere e democratiche”.