SAN BENEDETTO DEL TRONTO- Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa del Meet Up 5 Stelle di San Benedetto.
“Ed ecco, l’Ospedale, grigio, silenzioso, vecchio, dove la vita e la morte, come amichevoli mercanti si incontrano”.
Risale al dicembre 2016 nel territorio Piceno la nascita di un Comitato con la finalità di promuovere la realizzazione di un Hospice, di una struttura, intesa come un luogo di accoglienza e ricovero temporaneo, incentrato sulle cure palliative, fondamentale per un “fine vita” dignitoso, senza sofferenze.
Difatti il percorso, secondo noi completamente sbagliato, di realizzare un Hospice dentro un ex reparto di Ostetricia e vicino al reparto di Pediatria ci ha lasciati basiti. Una doccia fredda per i cittadini Sambenedettesi. Leggendo infatti la delibera di giunta – n. 803 del 18 maggio 2009 – che ha come oggetto “le linee di indirizzo per il modello organizzativo della Regione Marche rispetto agli hospice”, non possiamo non notare la completa discrepanza con quella che è la progettualità regionale rispetto alla volontà imposta dai “grandi progettisti” della salute Regionale e quelli dell’Area Vasta 5.
Per antonomasia un Hospice è un luogo molto particolare, ubicato al di fuori della struttura ospedaliera o comunque che vive di un’anima propria, proprio per il fine per cui è stata istituita.
Quello che si vuole fare veramente è trasformare un reparto di Ostetricia, adiacente ad una Pediatria, in un Hospice. I cittadini si chiedono quali sono i criteri di questa scelta e dove è l’informativa? Il tutto all’interno della struttura nosocomiale e in uno scenario a dir poco aberrante per la sanità Sambenedettese. Ci avevano già provato ad Offida, tant’è che proprio al secondo piano di quel che resta dell’ospedale, avevano strutturato un hospice completo di tutti gli arredi. 10 posti mai utilizzati. Sapevano benissimo anche allora che le linee guida imponevano criteri diversi ma tanto è res publica, si può tranquillamente sprecare.
Allora diciamo a questi fenomeni che gestiscono la sanità marchigiana, e a quelli che cercano, invano, di gestire l’Area Vasta 5, perché non fare l’Hospice nella struttura di Villa Voltattorni, dove ci sono studi medici che non ci dovrebbero essere?
Come si può pensare che un posto che ha come caratteristica principale la tranquillità, la facilità di accesso e la possibilità di offrirsi come una seconda casa per il paziente a fine vita e la sua famiglia, sia inserito in un ospedale che, per necessità, non solo è il luogo più frequentato della città, ma è soprattutto il luogo dove ci si dovrebbe rivolgere per curarsi e guarire? Perché non crearlo in una struttura già in essere quale è l’ex palazzina della pediatria al limite, luogo vicino al nosocomio ma separato dal cuore della salute?
Naturalmente, mentre si identifica sempre di più il nostro ospedale con un posto che può offrire solo un primo soccorso e dove la continuità assistenziale in acuzie è praticamente smantellata, rimane il potenziamento di quei reparti assomiglianti sempre di più a delle residenze per anziani e a percorsi di sola cronicità.
Tutto questo accade mentre le cliniche private cittadine stabiliscono patti interni per aumentare il budget a loro destinato. Con la falsa promessa dello smaltimento delle attese per esami ed interventi delle più svariate specialità, si cela un incremento vertiginoso dei fondi destinati alla salute privatistica: Impoverisco la sanità pubblica per arricchire quella privata. Basti pensare che per il triennio 2015-2018 sono più di 16milioni di euro, i fondi dedicati ad una gestione privatistica territoriale.
Sinceramente non riusciamo a capire? La regione Marche scrive con PEC, al comune di SBT e all’Area Vasta 5, affermando testualmente: “Con riferimento alla richiesta pervenuta dal SUAP del Comune di San Benedetto del Tronto in data 18/10/2017, finalizzata alla realizzazione di una struttura per l’erogazione di prestazioni di cure palliative (Hospice) si ribadisce L’IMPROCEDIBILITÀ […] non risultando operativa la DGR n. 1105 del 25/09/2017”.
Praticamente, lo scenario che ci si sta configurando è Machiavellico, perché da una parte abbiamo davanti la trasformazione di un ospedale pubblico in un Lazzaretto, e dall’altra il continuo aumento di fondi pubblici destinati ai privati.
Per concludere vogliamo citare una massima del poeta inglese William Ernest Henley per capire cosa pensiamo diventerà il Madonna del Soccorso:
“Ed ecco, l’Ospedale, grigio, silenzioso, vecchio, dove la vita e la morte, come amichevoli mercanti si incontrano.”
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