PLAY OFF– “Samb sconfitta a Piacenza con onore“, potrebbe essere la sintesi giusta della gara di ieri in Emilia. Comunque una partenza ad handicap perché il confronto di ritorno si presenta favorevole per i biancorossi che possono contare su due risultati su tre. Visto che la Samb per andare avanti deve assolutamente vincere, anche se con qualsiasi risultato: anche 3 a 2 per esempio perché i gol fuori casa non valgono doppio.

Farebbe ben sperare la soggezione con la quale la squadra di Franzini ha affrontato la Samb nella ripresa, sempre nella propria metà campo nonostante giocasse in casa. Oltretutto due gol di differenza avrebbero reso meno difficile la loro trasferta al “Riviera delle Palme”.

Il pronostico in questi casi è praticamente impossibile ma molto dipenderà dalla determinazione dei nostri ragazzi mentre, come dice un nostro lettore, il pubblico tutto deve far ‘tremare’ le gambe ai giocatori del Piacenza.

Se queste condizioni si avvereranno le possibilità di passare il turno aumenteranno di conseguenza.

Un aspetto però, a parer mio, andrebbe rivisto: il silenzio stampa. Io sono contrario da sempre a questa soluzione per motivi che ho più volte spiegato (giocatori, allenatori e dirigenti sono persone in grado di prendersi le loro responsabilità). Ho scritto la stessa cosa anche quando c’era Capuano in panchina perché (a parte casi molto particolari e momentanei) i tifosi hanno il diritto di conoscere lo stato d’animo della squadra che può venir fuori soltanto ascoltando il loro pensiero.

Stessa cosa per l’allenatore: la gente vuol conoscere le sue intenzioni e le sue riflessioni dopo le gare. Il calcio è un gioco nel quale l’aspetto psicologico è fondamentale perché a volte indirizza le partite quasi come le prestazioni dei giocatori in campo. Il silenzio assoluto di tutte le componenti rossoblu diventa una carta in meno che invece  per esempio, ieri dopo la gara, il tecnico piacentino ha cercato di sfruttare. “Non verremmo a fare catenaccio mercoledì sera, giocheremo a viso aperto“. Che sia vero o no, la dichiarazione  in qualche modo potrebbe condizionare tecnico e giocatori rossoblu.

Lungi a me pensare che la mia tesi sia ‘sacrosanta‘ anche se me l’ha suggerita la cinquantennale esperienza calcistica e di Samb in particolare. Sono invece quasi certo che il silenzio fino a mercoledì non contribuirà a fare da collante tra sportivi tutti e squadra. Dico sportivi tutti perché i seicento meravigliosi tifosi che sono andati a Piacenza (dove hanno incoraggiato la squadra per diversi minuti dopo la fine della gara) e che, nell’ultimo allenamento di venerdì, hanno dato sfoggio del loro grande attaccamento, sono da elogiare a 360 gradi.  A loro non serve mentre tutti gli altri bisognerebbe sollecitarli di più.

A proposito del silenzio stampa una motivazione può essere la scaramanzia alla quale però io non credo. Ieri ad un dirigente della Samb ho detto che l’Italia ci vinse i Mondiali in Spagna nel 1982 in silenzio. Un episodio rimasto unico e che difficilmente si ripeterà.

La fine del silenzio stampa la vedo come un bel segnale anche per i tempi che verranno. Ricordo per spiegarmi meglio che la stampa non è un’entità a sé stante ma semplicemente un tramite tra il popolo e le istituzioni. Se qualcuno usa male e in malafede il cosiddetto “quinto potere” ne deve poter rispondere individualmente perché è sempre sbagliato fare di tutta l’erba un fascio.