SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Presso la sala Giada dell’hotel Calabresi, il 19 maggio, la Venerabile Confraternita dei Brodetti Adriatici (Ve.Co.BA) ha tenuto una conferenza su due argomenti particolarmente interessanti per la pesca locale: il fermo pesca entro le sei miglia nautiche  e la funzione della Fossa di Pomo intesa come nursery biologica.

Il fermo pesca e la pesca a strascico, nella zona denominata Fossa di Pomo ( depressione situata nel tratto di mare difronte all’Abruzzo), sono temi che da anni tiene calda ed elettrizza la discussione tra  Stato italiano , le marinerie dell’Adriatico, i biologi e le associazioni come Greenpeace, Legambiente, Marevivo.
I relatori Mario Ferretti e  Corrado Piccinetti, due illustri studiosi ed esperti del settore, nella Conferenza della Ve.C.BA, hanno cercato di chiarire gli aspetti più controversi della vicenda.

Il dottor Mario Ferretti ha illustrato la necessità di una gestione oculata della pesca, applicando  metodi e comportamenti scientifici e tecnici, sottolineando che la limitazione della pesca a traino entro le sei miglia dalla costa è accettabile ed utile. Questa misura aggiunta al fermo biologico, già applicato, potrebbe dare risultati positivi. Il finanziamento del fermo biologico è previsto anche per il corrente anno con soddisfazione dei pescatori.

Il prof. Corrado Piccinetti ha parlato dell’ambiente neritico, cioè della zona poco profonda, e della successiva scarpata continentale, punto in cui inizia la depressione e la profondità marina inizia a scendere oltre 250 m, con acque fredde per tutto l’anno.

E proprio parlando delle acque fredde perenni, proprie della fossa di Pomo, ha esposto i diversi comportamenti delle varie specie nei diversi ambienti biologici, portando l’esempio dei naselli che hanno necessità di un ambiente particolare e di molto nutrimento, elementi presenti in questa Depressione Mesoadriatica. In questa zona,  i sedimenti calcitici e calcarei a bassa velocità di sedimentazione, rendono compatto il fondo marino a tal punto da permette la costruzione di tane e tunnel agli scampi, di cui la Fossa è ricca e di cui i giovani naselli si nutrono. I naselli cresciuti nella Fossa, una volta adulti (oltre i 12 cm di lunghezza) raggiungono la meno profonda zona neritica del medio ed alto Adriatico.

Conclude Piccinetti: per avere più adulti è necessario ridurre la pressione di pesca a pochi giorni alla settimana e chiudendo parti della Fossa.

Nell’area operano pescherecci italiani e croati e le loro attività di pesca sono regolate dalla C.G.P.M. (Commissione Generale di Pesca per il Mediterraneo) fino al 2020, quando verranno analizzati i risultati biologici ed economici. Quindi dopo il 2020 occorrerà una nuova regolamentazione di pesca in quella zona sulla base delle risultanze delle analisi biologiche.