SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Stroncata una banda di pericolosi criminali albanesi specializzata in furti e rapine in abitazione e assalti in villa nell’osimano e nella Val Musone.

L’operazione è stata condotta dai Carabinieri del Norm della Compagnia di Osimo agli ordini del Maggiore Raffaele Conforti e guidati dal Luogotenente Luciano Almiento: questa mattina, 14 maggio, i militari, prima che venissero scarcerati, hanno notificato in carcere ai tre albanesi l’ordinanza di custodia cautelare coercitiva per associazione a delinquere finalizzata alla commissione continuata di rapine in villa e furti in abitazione. Questo il capo d’imputazione dell’Ordinanza emessa in data 10 maggio dal Tribunale di Ancona.

Si tratta di due fratelli (nati in Albania, classe 1992 e 1996, pregiudicati) residenti a San Benedetto del Tronto e il loro capo (albanese, classe 1993, pregiudicato) sottoposto all’obbligo di firma giornaliera presso la Stazione Carabinieri di San Benedetto del Tronto), anche lui residente in Riviera.

I tre banditi albanesi erano già stati bloccati, ammanettati, tradotti e rinchiusi nel carcere di Ancona-Montacuto in data 10 febbraio quando erano stati tratti in arresto in flagranza di reato dagli stessi Carabinieri di Osimo, poiché autori dell’ennesimo furto in abitazione commesso quella volta a Loreto e sorpresi in flagranza di reato alle ore 19 circa, mentre si allontanavano dall’abitazione di un 47enne recuperando nella circostanza tutti i monili in oro asportati e ben occultati in una cavità ricavata nell’abitacolo della loro autovettura, una Mercedes classe A di colore celeste.

Le successive perquisizioni eseguite presso i loro domicili in San Benedetto del Tronto e Porto d’Ascoli, aveva permesso agli investigatori osimani di rinvenire ulteriori monili in oro ed orologi di ingente valore, asportati sempre da furti in abitazione, in parte già restituiti alle vittime.

L’operazione condotta è stata denominata “The Climbers” proprio per il modus operandi dei tre albanesi e cioè la peculiarità di arrampicarsi a mani nude sino al terzo o quarto piano di un immobile facendo leva su fili elettrici, discendenti di grondaie e ringhiere. Agivano appena dopo le ore 19, il tempo necessario impiegato per il tragitto da San Benedetto del Tronto ad Osimo e comuni limitrofi.

L’orario non era scelto a caso perché due di loro per gli stessi reati contestati nell’ordinanza eseguita nella mattinata odierna, erano sottoposti all’obbligo di firma tutti i giorni alle ore 18 presso i carabinieri di San Benedetto. Fatta la firma, tutti e tre a bordo della Mercedes Classe A si dirigevano “in trasferta” nei comuni della Val Musone per la sola commissione di furti, certi di aver adempiuto così al loro dovere.

Infatti credevano di potersi recare nella riviera del Conero per mettere a segno furti in abitazione e garantirsi così in modo impunito illeciti profitti, ma non avevano fatto i conti con la macchina investigativa dei Carabinieri della Compagnia di Osimo che quotidianamente dispiega sul territorio pattuglie nel perseguimento di quell’obiettivo primario rappresentato dalla sicurezza e rispetto della legalità.

L’indagine scatta quando la banda del trio albanese il 12 gennaio si era recata ad Osimo perpetrando il furto in abitazione in danno di un locale imprenditore che accortosi della presenza dei malviventi nella sua abitazione, grazie all’installazione di un sistema di telecamere visionabile da remoto, non esitò ad affrontare i ladri avendo un “faccia faccia” tanto che il delitto ebbe a trasformarsi subito in rapina impropria poiché lo colpirono con un cacciavite. Nella circostanza il pronto intervento dei Carabinieri costrinse i tre alla fuga. Le successive ed immediate indagini condotte in modo certosino ed impeccabile dagli investigatori osimani subito portò alla loro identificazione e non solo.  

Infatti in meno di un mese (n.d.r. arrestati poi il 12 febbraio a Loreto), i Carabinieri di Osimo riuscirono ad identificarli compiutamente, ma soprattutto a circoscrivere il loro “modus operandi”, elemento che ha consentito poi il loro arresto e la ricostruzione di numerosi furti. Questi infatti, giunti nella Val Musone, scelto l’immobile da depredare, mentre un componente restava in auto con funzione di “palo”, i due complici si preoccupavano di “scalare il palazzo” fino a raggiungere l’appartamento individuato: una volta sul balcone rompevano il vetro della porta finestra e facevano accesso nell’appartamento avendo cura di porre dietro la porta d’ingresso il divano o un tavolo oppure semplicemente dove esistente inserire il chiavistello, in modo tale da evitare l’ingresso improvviso del proprietario che, una volta rientrato in abitazione, trovava l’appartamento materialmente “al soqquadro” con l’ammanco di denaro e monili in oro.

Di fondamentale importanza è stato individuare la loro base logistica, poiché avevano fornito agli inquirenti una residenza fittizia: infatti le indagini portavano ad accertare che il trio albanese, insieme ad una donna sempre di origini albanesi dedita al meretricio, dimoravano in un lussuoso hotel: qui nascondevano la refurtiva negli alloggiamenti nei convettori di aria, ben suddivisa e racchiusa in sacchetti di plastica, pronta per essere ricettata sul mercato illecito o presso i “compro oro”.

In breve tempo, l’attività investigativa dei Carabinieri osimani aveva permesso di ricostruire tutti i loro spostamenti ed accertare che con lo stesso “copione” avevano commesso più furti sia nella Val Musone e cioè nei comuni di Osimo, Loreto, Castelfidardo, Sirolo e Numana, nonché nei comuni limitrofi quali quello di Ancona e Porto Recanti.

Cosicché emergeva che i tre albanesi, nel periodo gennaio-febbraio 2018, si rendevano responsabili a vario titolo di almeno 8 episodi criminosi certi e della stessa fattispecie sotto indicati, commessi nei comuni di Osimo, Ancona, Porto Recanati e Pedaso, con lo stesso “modus operandi”, asportando denaro contante, monili in oro, orologi di ingente valore, per un danno stimato in 70 mila euro circa.

Sono in corso le ulteriori indagini al fine di accertare e quantificare gli ulteriori reati consumati dalla banda nelle provincie marchigiane ed in parte già noti, mentre a carico degli arrestati sono già state redatte 3 proposte per l’irrogazione della misura di prevenzione del Foglio di Via Obbligatorio per 3 anni dalla provincia di Ancona, inoltrate alla Questura di Ancona.