SAN BENEDETTO DEL TRONTO – E come annunciato “Bella Ciao” alla fine è stata intonata in via Paolini. Quattro giorni dopo le tanto chiacchierate celebrazioni per la Festa della Liberazione, in cui la banda non ha cantato il celebre inno antifascista, un 25 aprile “alternativo” è stato festeggiato davanti al monumento ai caduti.

A organizzare la “contro-Liberazione” a San Benedetto, come forma di protesta verso la scelta dell’Amministrazione, le nipoti del partigiano sambenedettese Mario Mazzocchi, morto durante la Seconda Guerra Mondiale. “Siamo qui perché siamo la storia” commenta in apertura della breve manifestazione proprio una delle eredi di Mazzocchi. “La nostra democrazia non ce l’ha regalata nessuno se non le donne e gli uomini che si sono sacrificati per essa”.

E allora ecco che si intona la tanto discussa “Bella Ciao”. Tutti con lo spartito in mano, qualche pugno alzato al cielo e tanti esponenti dell’ecosistema della sinistra e del centrosinistra cittadino. Si va dagli ex consiglieri Daniele Primavera e Luca Spadoni passando per Giorgio Mancini (LeU) che il 25 aprile si scagliò contro l’amministrazione con un post su facebook. E poi una grande rappresentanza del Pd, di ieri e di oggi, a schiarire l’ugola. C’è l’ex sindaco Gaspari e gli attuali consiglieri comunali Antimo Di Francesco e Tonino Capriotti, poi Fabio Urbinati e il segretario cittadino Edward Alfonsi.

Alla fine vengono deposti nuovamente dei fiori davanti al monumento di via Paolini e la contro manifestazione finisce con un paio di foto ricordo.