SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Il “caso” del canto popolare “Bella Ciao”, grande assente durante le celebrazioni per il 25 aprile a San Benedetto, fa ancora discutere. Stavolta è Articolo Uno-Leu a puntare il dito su quanto accaduto durante la Festa della Liberazione, allargando anche il tiro, in generale, sulla conduzione di tutte le celebrazioni. Qui la nota stampa del gruppo.

“Qualcuno dovrebbe spiegare al nostro Sindaco che, piaccia o no, il “25 aprile” è la festa della liberazione dell’Italia dalla tirannide nazi-fascista e della riconquista della libertà e democrazia per il nostro paese.

Trasformare invece l’anniversario della liberazione, come ha fatto l’altroieri Piunti, in una generica commemorazione delle vittime di tutte le guerre, pur giusta e doverosa, ma per la quale non mancano altre occasioni nel corso dell’anno,  appartiene ad una cultura di ipocrita e subdolo revisionismo che da qualche tempo ha fatto purtroppo breccia nel nostro paese, dando la stura ad episodi preoccupanti ed inquietanti come quello, per stare solo a quanto accaduto più di recente e vicino a noi,del vicepreside dell’Istituto Agraria di Ascoli che inneggiava al compleanno di Hitler.

Per  tacere poi della frettolosità della cerimonia, dell’atteggiamento “burocratico” del Sindaco, dell’assenza di momenti, come avveniva in passato, di approfondimento storico politico sull’antifascismo e sulla resistenza, dell’incommentabile eliminazione di “Bella Ciao”, ritenuta incredibilmente “di parte”, dalla scaletta della banda cittadina.

Ieri, per rispetto istituzionale (era presente la nostra Consigliera Mandrelli e numerosi nostri esponenti), abbiamo partecipato alla cerimonia. Dal prossimo anno chiediamo, in primis ai rappresentanti istituzionali, e poi a tutti i cittadini e  le forze democratiche della città, di disertarla, se non venga restituito il suo vero senso e significato alla “Festa della Liberazione” e appaia inequivocabile la piena adesione della nostra città ai valori costituzionali della resistenza e dell’antifascismo.

Inoltre l’amministrazione comunale ha anche eliminato la manifestazione del 18 giugno, nella quale  si commemorava la liberazione nel 1944 di San Benedetto e contestualmente si celebrava la “Giornata dei nuovi cittadini” con la consegna di una copia della Costituzione Italiana  a tutti gli immigrati residenti che avevano ottenuto la cittadinanza italiana e tutti gli stranieri residenti che, pur non essendo ancora italiani, erano nati in questo Paese, collegando idealmente la liberazione della città di allora con l’apertura oggi alla nuova convivenza e al multiculturalismo.

Facciamo quindi appello all’Amministrazione Comunale affinché, con la fattiva collaborazione dell’ANPI e di tutte le associazioni ed organizzazioni di ispirazione e sentimenti  antifascisti, venga ripristinata la manifestazione del 18 giugno, per offrire alla città un ulteriore occasione di riflessione sulla barbarie nazi-fascista e di preservazione della memoria di quanti sacrificarono la propria  vita per liberarci dalla dittatura e restituirci libertà e democrazia.”