ZITTI TUTTI. Sambenedettese di nuovo in silenzio stampa. Ho più volte detto che non mi è mai piaciuto perché tende a nascondere problematiche magari piccole che covano sotto la cenere e si ingigantiscono con il passare dei giorni. Non bisogna mai rimpiangere il passato ma ho molta nostalgia di quando, noi di Espresso Rossoblu, facevano oltre 20 interviste nel post partita. I giocatori non avevano “guardie del corpo” che si mettevano ad ascoltare quello che dicevano ai giornalisti. Una libertà di espressione che, secondo me, serviva alla società e agli sportivi, i quali si rendevano conto del pensiero, rispettivamente dei propri dipendenti e dei propri beniamini.

Adesso i calciatori devono centellinare le proprie sensazioni, non devono parlare al telefono con la stampa. Anzi ci possono parlare ma il giocatore, per non essere ‘punito’ dalla società, mette il veto alla sua pubblicazione. Ne viene fuori una grandissima confusione ricca di una comunicazione distorta perché passando di orecchio in orecchio spesso le cose si ingigantiscono e diventano più deleterie del silenzio pubblico.

Stavolta però la causa del silenzio stampa sembra diversa e molto motivata. Sta in una satira che il presidente della Samb ritiene esagerata ma soprattutto irrispettosa e fuori luogo. Non vado nemmeno a cercare quale perché non mi interessa sapere se è, più o meno, illegittima o illegale. So però che l’iniziativa del silenzio stavolta è tutta sua perché Franco Fedeli ritiene che si tratti di un attacco personale e premeditato che parte da lontano.

Mi pare di sentirlo il presidente: “Non posso sopportare che certa gente che non vide bene il mio arrivo alla Samb (forse perché venivo a rompere qualche uova nel paniere) adesso forza la mano per farmi andar via da San Benedetto. Se lo farò, sapete perché. Nella vita ho molte altre cose più importanti da fare che non possono essere intralciate da chi si vuol divertire alle mie spalle, e compromettere anche la serenità mia e della mia famiglia. L’ambiente calcistico sambenedettese è pesantissimo e irriconoscente, forse non merita l’impegno, in tutti i sensi, con il quale ho fatto risorgere la loro squadra del cuore

Franco Fedeli, infatti, non ha mai affermato che tifava Samb (come hanno detto spesso tanti presidenti per accattivarsi e fregare il popolo rossoblu) ma che gli piace essere protagonista in prima persona (al 100% per la prima volta) di una società dal passato glorioso, insieme a suo figlio.

Visto che l’amore per una squadra di calcio non arriva a 70 anni, ritengo che si aspettasse principalmente grande riconoscenza. Nè credo che la sua presa di posizione sia dovuta a chi lo critica in buona fede (che ci può stare) per il suo modo di commentare le gare. Ha invece fatto capire più volte che, se qualcuno ha usato in passato metodi poco leali e in malafede per indurlo a lasciare, lui è pronto ad andarsene. Pare che sia questo il caso attuale. Insomma o San Benedetto gli permette, oltre a produrre risultati sul campo, di venire da Roma per qualche momento di gratificazione e anche di sfogo (la sola riconoscenza che cerca secondo me) oppure lascia.

A buoni intenditor poche parole