SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Da qualche settimana, dopo un iter lungo fatto di stop e riprese dei lavori, la ditta Dimensione Scavi che tratta le macerie del terremoto ha ripreso a lavorare. A questa se ne è affiancata un’altra. E a quanto pare molti cittadini si stanno lamentando. Sulla questione è intervenuto il Meet Up 5 Stelle di San Benedetto di cui di seguito pubblichiamo una nota:

“Sono costanti le lamentele e richieste di aiuto che ci arrivano dai cittadini residenti in zona Agraria, Fosso dei Galli e Monteprandone che ci ripetono nuovamente il loro forte disagio per il riprendere dei lavori di triturazione e stoccaggio delle macerie, addirittura ora con due operatori, come se un impianto non fosse stato sufficiente a creare disagi ambientali ai quartieri vicini.
Le problematiche per i cittadini sono tante, una di queste è il rumore che gli impianti di triturazione del materiale litoide producono costantemente.

Su questo problema dobbiamo dire che il Dipartimento dell’Arpam di Ascoli Piceno in data 24 ottobre 2017 ha effettuato delle misurazioni per stabilire il livello di inquinamento ambientale prodotto in particolare dall’impianto della Dimensione Scavi s.r.l. che lavora il materiale proveniente dal deposito della Picena Ambiente sito nel comune di Monteprandone.
Queste misurazioni hanno rilevato il superamento dei limiti stabiliti dalla legge, e con il protocollo n. 0044800, l’Arpam ne ha comunicato i risultati sia al Prefetto Di Ascoli Piceno che al Sindaco del comune di San Benedetto del Tronto. Inoltre l’Arpam con lo stesso numero di protocollo afferma tra le altre cose quanto segue: “nell’ambito dell’ispezione si sono rilevate condotte per cui è prevista la sanzione penale e, conseguentemente, è stata inviata debita comunicazione di notizia di reato alla Procura della Repubblica di Ascoli Piceno (CNR del 30/10/2017) ai sensi della legge n. 68 del 22 maggio 2015”.

Dobbiamo chiarire inoltre la problematica della presenza di amianto. Qualcuno, in pompa magna, ha affermato che i risultati delle analisi hanno confermato la non presenza di amianto nel materiale trattato. Fermo restando che la Picena Ambiente su centomila tonnellate di macerie trattate ne ha trovato quasi 500 kg, è fuorviante affermare che nella totalità delle macerie trattate negli impianti di trattamento inerti non ci sia la presenza di amianto. Difatti la relazione tecnica dell’Arpam n. R17/2017 del Dipartimento Provinciale di Pesaro, nel rapporto di prova n. 258 e 259/AM/17° afferma che il rilevamento di amianto nei due campioni è inferiore al limite di determinazione. Questo naturalmente è riferito solo ed esclusivamente ai due campioni prelevati, e non a tutte le centinaia di tonnellate di materiale trattato.

Inoltre i cittadini che abitano in una zona già fortemente caricata in tema ambientale, aspettano con ansia i risultati dei rilevamenti della matrice aria per capire quali strade prendere. Una di queste sarà sicuramente la denuncia alla Commissione Europea per il non rispetto da parte dello Stato Italiano delle Direttive Europee che tutelano la salute dei cittadini, e in particolar modo il non rispetto della qualità dell’aria (direttiva 2008/50/CE). Questa comporterà sicuramente per l’Italia l’apertura di un’ennesima procedura di infrazione che potrebbe costare agli enti pubblici coinvolti milioni di euro. A questo punto i cittadini si domandano…il gioco vale la candela?”