SAN BENEDETTO DEL TRONTO – L’epopea dehors arriva al vaglio dei consiglieri che durante la commissione congiunta Urbanistica-Commercio del pomeriggio del 18 aprile hanno affrontato il tema, con il regolamento che si appresta ad andare in consiglio, anche se probabilmente non prima dell’estate. Nonostante di dehors e nuove regole si parli ormai da molto tempo, questa è la prima riunione ufficiale dei consiglieri con l’argomento sul piatto.

La riunione la apre il sindaco Piunti che compie un viaggio ideale fatto delle tappe che hanno caratterizzato l’argomento negli ultimi mesi, compresi i diversi incontri con la Soprintendenza di Ancona, l’ultimo a febbraio che portò a una serie di prescrizioni anche piuttosto pesanti da parte dell’ufficio di Birrozzi, che poi sono lo scheletro della bozza pronta negli uffici del Comune.

Il sindaco parla di “salvaguardia di un bene importantissimo come il commercio” ma anche di “rispetto delle regole” e anticipa che il 23 aprile ci sarà un incontro con le associazioni di categoria in cui, fra le altre cose, si discuterà della proroga da concedere ai locali. Per adesso la bozza prevede un anno e mezzo come periodo di adeguamento e quindi è verosimile credere che allo stato delle cose il regolamento produrrà i suoi effetti dal 2020. Associazioni e esercenti, però, sono presenti anche alla commissione consiliare, fra loro Sandro Assenti, della Confesercenti. Assieme a lui anche una presenza d’eccezione come l’ex difensore di Sampdoria, Palermo, Atalanta e altre squadre di Serie A come Moris Carrozzieri, da qualche tempo gestore di un locale nell’isola pedonale di San Benedetto.

Alla riunione c’è anche Sandro Assenti (Confesercenti a sinistra) e l’ex calciatore Moris Carrozzieri (a destra)

I PARTICOLARI DEL REGOLAMENTO. Ma veniamo ai particolari di quelle che saranno le nuove regole. Si va verso spazi aperitivo di pochi metri quadrati che non potranno superare il 30% della superficie utile lorda del piano terra dell’attività e in ogni caso la superficie non potrà superare i 30 mq per i dehors semi- aperti e 50 mq per quelli aperti. Nei dehors, poi, niente frigoriferi, spillatrici, banconi o giochi e videogiochi. Dunque due le categorie di strutture ammesse, con quelle “aperte” che consistono in tende o ombrelloni per la copertura, sedie e tavoli e solo fioriere o elementi simili a delimitare il perimetro. Le strutture semi-aperte, invece, potranno prevedere pedane a terra e soprattutto delimitazioni laterali, in plastica trasparente, rigide o avvolgibili.

TANTE PRESCRIZIONI PER IL CENTRO. L’isola pedonale di San Benedetto pare la più “colpita” dalle prescrizioni. Qui, infatti, potranno sorgere solo dehors aperti. Ma c’è di più: in alcune aree, considerate sensibili per il decoro o la storicità dei palazzi come piazza Battisti, via XX Settembre, piazza Piacentini, piazza Dante, piazza Sacconi si potranno installare solo ombrelloni, vietate le tende (salvo da questo paletto però viale Secondo Moretti). Inoltre, nelle stesse vie (a cui si aggiunge viale Moretti in questo caso) niente tavoli per le attività che non sono di somministrazione di alimenti e bevande. Per esempio, gelaterie e pizzerie d’asporto qualificate come ditte artigianali, potranno mettere fuori solo un massimo di 5 sedie, aderenti al muro.

DIKTAT CROMATICO. Inoltre gli uffici di Ancona hanno posto dei paletti anche sui colori delle tende, sedie e tavoli e sui materiali da usare. Per i nuovi dehors, indipendentemente dalla zona, ammessi solo colori come il grigio, marrone e diverse tonalità di bianco per le strutture, praticamente solo il color panna per le coperture (tranne al Paese Alto dove si potrà usare il Rosso Terra di Siena) e pochi colori anche per sedie e tavoli che potranno essere verdi, marroni, grigi, beige o bianchi.

Il ventaglio di scelta fra materiali e colori

LE REAZIONI DEI CONSIGLIERI. L’argomento che fa discutere di più i consiglieri è però il periodo di proroga, fissato come dicevamo a un anno e mezzo. “Vanno dati almeni 5 o 6 anni ai locali per adeguarsi, ci sono attività che hanno investito sui dehors da pochissimo, dobbiamo dare più tempo e la possibilità di recuperare gli investimenti fatti” commenta Giorgio De Vecchis “anche perché allungare la proroga non lede la finalità della legge (codice beni culturali n.d.r.) che mira, in sostanza, ad un adeguamento nel lungo periodo”.

C’è, infine, chi teme che i locali possano chiedere i danni al Comune. “C’è chi ha costruito i dehors sulla base di un’autorizzazione e di un regolamento vigente” chiosa Tonino Capriotti del Pd “dobbiamo valutare gli effetti giuridici perché temo che in tanti, che considerano i loro diritti come acquisiti, faranno ricorso”.