SAN BENEDETTO DEL TRONTO – “A San Benedetto non ce la faccio più”: la frase, più o meno, risale al 2003. A pronunciarla fu Alessandro Gaucci, il figlio di Big Luciano. All’epoca Alex era un giovane esperto di calcio che si dilettava nel contribuire alla gestione di ben tre società: il Perugia, il Catania e, appunto, la Samb. Era l’anima cerebrale della famiglia Gaucci, dove Lucianone invece si esibiva in dichiarazioni ruspanti e, si direbbe oggi, populistiche. Tre squadre: il Perugia portato in Serie A fino alle avventure europee; il Catania in Serie B; e la Samb in C1, con doppia promozione e maledetti spareggi promozione col Pescara al primo colpo.
“A San Benedetto sono proprio rompiscatole“, sbottava (edulcoriamo un po’ le espressioni). Perché i tifosi del Perugia e del Catania, insomma, s’abbozzavano, pur pretenziosi che erano. Ma ai sambenedettesi non gliene andava bene una.
L’abbiamo presa alla larga, ma ci serve. Perché le ultime dichiarazioni di Capuano servono anche a ricordare, oggi con un pizzico di piacevole malinconia, le parole di Alex Gaucci. La Samb seconda in classifica e a poca distanza dal primo posto, infatti, ricorda un po’ quella della famiglia Gaucci. Alla terza stagione infatti, dopo due promozioni, arrivarono i play off (quinto posto). Stavolta dopo una promozione e un sesto posto, si lotta davvero per il vertice e c’è mancato poco – sarebbero bastati gli arrivi di Bellomo e Marchi a settembre anziché a gennaio, al posto dei deludenti Troianiello e Di Cecco, o un po’ di fortuna negli scontri diretti col Padova – che non si sia insidiata la promozione diretta in B.
“A San Benedetto manca la cultura della sconfitta” ha detto sabato Capuano rivolgendosi per prima cosa ai giornalisti; “stiamo facendo qualcosa di eccezionale e invece si calcolano le nostre medie punti”, ha aggiunto oggi; e infine: “Se a Fedeli non è piaciuto il secondo tempo, vorrà dire che a San Benedetto inventeremo il terzo tempo”. Insomma, una creativa tensione (considerando i risultati) che non avrebbe ragion d’essere se pensiamo che la Samb non era così in alto in classifica, in serie C, dal 1981. Una tensione sicuramente alimentata anche dalle parole del presidente Fedeli, che dobbiamo definire un vincente – i risultati sono tutti dalla sua parte – e che, in qualche modo, è più impaziente della stessa tifoseria, un po’ acquietata perché, dai tempi dei Gaucci, tanta acqua sporca è passata sotto il ponte.
Vero: sarebbe meglio che tra i due primattori non ci fosse tensione alcuna; che l’uno sapesse ogni tanto moderare le uscite e l’altro non le soffrisse, come sanno fare i calciatori rossoblu più abituati e meno sensibili perché protetti dalla visibilità di Capuano; e che non ci fosse questo continuo botta e risposta pubblico, tacitato a suon di vittorie ma pronto ad esplodere in caso di sconfitta (Bassano insegna).
Vero tutto, tutto vero. Ma come tifosi della Samb, non sarebbe il caso di far saltare questo matrimonio, e il bambino (la Samb) che si appresta a diventare adulto, soltanto per la voglia di fare giustizia, verso l’uno o l’altro, moglie o marito che sia. Inutile, insomma, metterci il dito. Vale la pena usare un altro proverbio: l’amore non è bello se non è litigarello. Sperare, insomma, che le continue stoccate tra i due servano come carburante positivo e non deflagrante nei confronti della squadra. Perché la Samb è tra le squadre in corsa per la Serie B, e il resto viene dopo. Molto dopo.
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Condivido,intanto Fedeli Junior si sta defilando da questa situazione che si respira intorno alla Sambenedette ( pressione alle stelle)
Bravo Pier Paolo mi piace “L’amore non è bello se non è litigarello” Il nostro caro Presidente è come un padre troppo brontolone che rimbrotta sempre i figli per spronarli a fare meglio, e i figli sbuffano e un po si lagnano ma si vogliono bene. Fedeli e Capuano insieme possono fare grandi cose per la samb.
Mi piace il tuo pensiero Pierpaolo, perchè è anche il mio e quello della stragrande maggioranza dell’ambiente. Purtroppo c’è anche chi invece alimenta ad arte questa tensione andando ora dall’uno ora dall’altro a cercare di tirare fuori la botta e la risposta. Ad onore del vero c’è da dire, però, che entrambi i due non si fanno certo pregare a tirarle fuori… In mezzo c’è però una piazza che non ne può più di tutte queste polemiche inutili. Per fortuna che l’allenatore parla solo nelle conferenze pre e post partita e che il presidente a causa della sua assenza da… Leggi il resto »
Molto vero e bello l’articolo di Pier Paolo
anche io ho apprezzato l’articolo, Lei però tra Capuano e Fedeli non ci ha messo il dito ma tutto il braccio, sostenendo, pochi giorni fa, che “il Presidente sbaglia a tenere un allenatore del quale non ha fiducia sotto l’aspetto tecnico ma principalmente umano”, è ancora dello stesso parere ? A suo avviso Capuano va mandato via ?
Sì. Ma io non sono il presidente. E le bestemmie non c’entrano affatto. Mi dica quale datore di lavoro terrebbe un dipendente del quale non ha fiducia. Cosa che mi sembra abbastanza ovvia. Ho anche spiegato nell’articolo che l’azienda calcio è particolare e che i suoi clienti, non uno o due ma migliaia, sono i tifosi. Dimentica anche che io oltre un mese fa sono stato l’unico a chiedere un incontro tra le due parti e chiarire. Per poi ricominciare da buoni amici. Non mi hanno ascoltato. Vada a rileggere. Poi mi faccia sapere.
Questa cosa dell’incontro mi è sfuggita ma se Lei lo scrive non ho dubbi che sia vero.
Per quanto riguarda la sua risposta so bene che Lei non è il Presidente, volevo solo sapere se, a suo avviso, Fedeli dovrebbe esonerare Capuano, mi ha risposto chiaramente e La ringrazio per questo.
Peccato che i clienti, ossia i tifosi, sostengano in massa l’allenatore. I risultati sono sotto gli occhi di tutti
Ma infatti è esattamente questo che intendeva dire il direttore quando affermava che le società di calcio non sono aziende come le altre. Il Presidente ha le mani legate finche i risultati danno ragione a Capuano. Però ricordatevi che un Presidente ha a cuore la squadra e il suo futuro, mentre un allenatore come Capuano oggi è qua e si pavoneggia dando lezioni di tattica manco fosse Ancelotti o Sacchi, domani invece non sappiamo dove sarà.
Il presidente parla troppo. Mai visto una situazione del genere in Serie A
Non è vero. Tra presidente e allenatore qualche caso c’è stato. Mi dirà che questo è un po’ diverso.
Vista la reazione con il Teramo si direbbe che la squadra ieri non ha risentito delle sfide verbali Fedeli vs Capuano, questo è un buon segno. D’altronde anche per fare l’unità d’Italia (infine riuscita) c’erano due persone che aspiravano allo stesso obiettivo ma si “odiavano” cordialmente Garibaldi e Cavour esempio iperbolico ma forse calzante…………………..
Scusate vivo lontano da Samb,ma cosa ha detto o cosa esattamente ha fatto Capuano per mancare rispetto alla proprietà?? Da quanto leggo non l’ho capito. Grazie
Beh, per esempio dire che l’ambiente di San Benedetto è un manicomio non è stato proprio un bel sentire. Né per la società, né per la passione dei tifosi. Certo, per chi è abituato ad Arezzo, Cava dei Tirreni e Castellammare, forse la passione e la pressione di una piazza importante come la nostra spaventa un po’.
Il Mister ha detto che un altro allenatore al suo posto sarebbe finito al manicomio, non che l’ambiente di San Benedetto è un manicomio, è completamente diverso
Conoscendo il carattere, ma soprattutto l’intelligenza, sia di Fedeli che di Capuano, a volte mi viene il sospetto che questo sia tutto un teatrino (non dichiarato) per mantenere ben tesa la squadra, senza smosciamenti. Una specie di “io so che tu sai che io so”. Un super brodetto alla Sambenedettese con ingredienti molto piccanti. Fedeli esterna il suo ben noto e piccante carattere (si lamenta sempre….) e Capuano fa lo stesso (si incazza, etc etc). I risultati di questa strategia si sono visti (anche) con il Teramo. Speriamo di continuare al meglio e di arrivare a Pescara al massimo dei… Leggi il resto »
mi auspico che hai ragione…però ….sarebbe una bella genialata anche se ovviamente in merito rimangono i soliti dubbi……