SAN BENEDETTO DEL TRONTO – “Il problema della piscina comunale non può ridursi ad una questione di legittimità giuridico-amministrativa. A prescindere dall’esito del ricorso al Tar, rimangono comunque tutte le contrarietà rispetto a quella che è una vera e propria privatizzazione del servizio”. A pochi giorni dal pronunciamento del collegio di Ancona. che dovrà esprimersi sul ricorso anti-project presentato dal comitato sambenedettese, a farsi sentire è Articolo Uno, a braccetto con la lista Liberi e Uguali, che ha corso alle scorse elezioni.

Chiaro l’orientamento di Flavia Mandrelli & co. che definiscono “inaccettabile” la privatizzazione della piscina e, nel caso in cui il tribunale amministrativo dovesse dar ragione al fronte dei No Project, hanno chiare anche le conseguenze: “L’eventuale bocciatura del project financing proposto dall’Amministrazione Piunti richiederà, semmai, ulteriori e precise assunzioni di responsabilità da parte del sindaco e della maggioranza di centrodestra, che si andranno a sommare a quelle politiche relative alla privatizzazione.”

“Idea faraonica e utopistica”. Per Articolo Uno così va aggettivato il project che per lo stesso partito “rischia – inoltre – di favorire solamente gli interessi dei privati”. Poi un’alternativa, una proposta. “Sono sostenibili lavori di manutenzione e messa a norma e la gestione del servizio può essere ottimizzata e resa economica” sottolineano da MdP e Leu, che ricordano pure del canone pubblico che l’amministrazione si è impegnata a pagare ai privati (30 mila euro annui), canone che ha fatto discutere moltissimo nei mesi scorsi. “Il nuoto merita un minimo impegno di spesa da parte del Comune” proseguono. Infine una stoccata sull’onda di privatizzazioni: “Si tratta del segno distintivo dell’amministrazione Piunti” tuonano “basti pensare all’asilo nido di via Mattei, alla Palazzina Azzurra e al Concordia. Ma la piscina è il caso più eclatante” concludono “e dimostra assoggettamento ai poteri forti, noi ci opporremo”.