SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Mercoledì prossimo si torna a parlare di dehors. Per il pomeriggio del 18 aprile (ore 18) è stata infatti fissata una commissione congiunta fra l’Urbanistica e il Commercio per discutere della bozza di regolamento in cantiere presso gli uffici del Comune.

UNA COMMISSIONE IN VISTA. L’ultimo capitolo dell’epopea che si sta disegnando da mesi attorno agli spazi aperitivo dei bar e ristoranti sambenedettesi, ci aveva lasciati con disposizioni piuttosto precise, e severe, da parte degli uffici della Soprintendenza di Ancona che a inizio febbraio incontrarono amministrazione e dirigenti del Comune fissando dei paletti piuttosto importanti su quelle che saranno le future autorizzazioni per l’occupazione del suolo pubblico davanti ai locali, specie per quelli del centro.

A febbraio infatti si parlo addirittura di “rivoluzione” per i bar dell’isola pedonale. Niente pedane a terra per non coprire i “sampietrini” e addio anche alle chiusure laterali. In pratica i nuovi dehors di viale Secondo Moretti, per esempio, dovrebbero diventare semplici tende a fare ombra a tavolini e sedie. Nient’altro.

IL REGOLAMENTO IN CONSIGLIO. MA QUANDO? Mentre la riunione di mercoledì servirà a capire se, con la bozza, gli uffici siano riusciti a limare qualcuna delle imposizione arrivate da Ancona, si pone un problema di tempi. La stessa Soprintendenza, a quanto pare, vorrebbe il nuovo regolamento sui dehors pronto e in vigore già da giugno. Non è facile però portare le regole in consiglio entro quella data con il bilancio in agenda per maggio e soprattutto una serie di incontri che la politica dovrà necessariamente avere con le associazioni di categoria quali Confesercenti, Confcommercio ecc.

ALMENO UN ANNO DI PROROGA? Sul piatto, al netto dell’esigenza anconetana, c’è infatti un ragionamento da fare sul periodo di “adeguamento” da concedere ai locali, alcuni dei quali dovrebbero in pratica smontare completamente le strutture costruite negli anni. Al momento, a quanto pare, l’intenzione sarebbe quella di fissare almeno un anno (se non qualcosa in più) di proroga ai bar, prima dell’obbligo di mettersi in regola. Solo un giro di consultazioni con le associazioni, però, potrà dare un’idea più precisa sul quantum.