Perina 6: Non può nulla sul primo gol del Bassano, forse qualcosa in più si poteva invece sul tiro di Gashi che sembrava alla sua portata. Scagionato per insufficienza di prove.

Conson, Miceli e Patti 5: Scegliamo di dare un voto in “blocco” al pacchetto arretrato, nei mesi scorsi la pietra angolare dei successi della Samb ma oggi per imprecisioni, errori tecnici e disattenzioni una piccola-grande delusione. In occasione del primo gol, di certo viziato da un’ingenuità colossale di Tomi, sia Miceli che Conson si fanno attrarre davanti alla porta, nella fretta del ripiegamento, lasciando indisturbato Minesso. L’azione del secondo gol, invece, nata da un “campanile” abbastanza elementare poteva essere gestita meglio sia da Miceli, tenero su Fabbro che poi innescherà Gashi, che da Patti.

Rapisarda 6: Pure lui un po’ allegro talvolta in ripiegamento ma l’abnegazione che ci mette resta sempre lodevole. I rossoblu provano a sfruttare il suo classico “sgancio” sulla destra, ma stavolta il trenino non arriva puntuale.

Marchi 6,5: L’unica colonna che non brucia nel rogo del centrocampo rossoblu oggi, forse il reparto da cui nascono i guai della Samb, spiazzata dal gioco fra le linee del Bassano che esalta a turno i suoi pezzi pregiati come Minesso e Venitucci. Nel caos Marchi però riesce a distinguersi per corsa, certo non è una novità, ma soprattutto per lucidità tant’è che alla fine l’unica vera occasione da rete della squadra capita su un suo inserimento.

Gelonese 5: Spaesato, questa è la parola giusta per descrivere il Gelonese di oggi. Si tratta di un giovane che apprezziamo per intensità e abnegazione, lui che è una pedina fondamentale per fare densità in zona palla nello scacchiere di Capuano. Talvolta però rimane prigioniero della sua forma di centrocampista “ibrido”, né un vero uomo di rottura né un vero costruttore. (13′ st Bacinovic 6: Prova a giocare la palla e un paio di volte gli riesce pure di rubarne qualcuna, difficile però dire quanto, e per quanto tempo, in questo momento ci si possa contare. Una sufficienza di incoraggiamento).

Tomi 4,5: Primo tempo timido (ricordiamo un abbozzo di discesa sulla sinistra) ma tutto sommato attento alle discese di Andreoni. Nel suo secondo tempo però pesa come un macigno quella palla difesa male su Venitucci, persa ingenuamente in occasione del vantaggio veneto. (13′ st Esposito 5,5: Più volte quest’anno gli è capitato di cambiare la partita entrando in corso d’opera. Di solito è la variazione di ritmo in uno spartito piatto. Oggi è una ballerina in punta di piedi che danza senza musica).

Bellomo 5,5: Bello è bello da vedere, tant’è che nelle prime battute della ripresa fa vedere numeri delle scuole calcio quelle buone. Il problema è che relegato nella posizione, un po’ astrusa, di trequartista di fascia sinistra non riesce a entrare nel vivo del gioco e finisce inevitabilmente per trotterellare sotto ritmo. (29′ st Di Massimo 5,5: tocca si e no due palloni da quando entra in campo. Il dubbio è questo: o non gli arrivano o si nasconde).

Valente 6: Primo tempo complicato per lui che doveva agire alla spalle di Stanco trovando difficoltà nella porzione centrale di campo. Cerca naturalmente la fascia e quando lo fa impensierisce i suoi controllori. Uscito Tomi va lui a fare il quinto a sinistra: sognando una Samb più sbarazzina, potrebbe diventare anche un lavoro a tempo indeterminato.

Stanco 5,5: Generoso è generoso perché rincorre tutto e tutti e si becca pure un giallo all’inizio per evitare un contropiede. Il problema è che la sua presenza in area è del tutto impalpabile (13′ st Miracoli 5: Entra per risollevare le sorti dell’attacco ma riesce a fare peggio di Stanco litigando più volte con la palla e non riuscendo a dialogare con i compagni).

Capuano 4,5: Al netto delle valutazioni sul Capuano comunicatore e senza provare a capire se certe “apologie” degli avversari prima di una partita carichino o scarichino i suoi giocatori, ci sono un paio di cose che non capiamo della sua Samb oggi. Innanzitutto appare poco logico, quasi una contraddizione in termini, che un trequartista come Bellomo sia relegato praticamente sulla fascia e un “animale” di fascia come Valente si ritrovi a dover giocare dentro al campo e spesso spalle alla porta soffrendo vistosamente. C’è poi un centrocampo che soffre parimenti il (dichiarato fra l’altro) gioco fra le linee del Bassano e probabilmente necessitava di una pedina in più lì in mezzo per fare densità e per non andare in inferiorità numerica. Se la contromisura era la mobilità del jolly Bellomo, non ha funzionato. Qualunque ruolo fosse quello del barese oggi. I cambi probabilmente arrivano un po’ in ritardo e si poteva osare e rivoluzionare prima (a Salò, nonostante una panchina più corta e in emergenza e un primo tempo in proporzione migliore, arrivarono due cambi all’intervallo. Oggi?).  Ingeneroso invece tacciarlo di pavidità o di incapacità nell’imporre il suo gioco. In salute e in malattia non è mai stato quello il credo di Capuano.