“Mi hanno riferito”. Stavolta voglio esprimermi come ha fatto Fabio Urbinati poveramente fino ad oggi: è infatti la prima volta che nel suo malignare, il mio giornale viene citato per nome e cognome. Un particolare che rispecchia bene la personalità dell’attuale consigliere regionale sambenedettese. “Mi hanno riferito”, lo dico quindi anch’io, di una sua critica nei confronti di un mio DisAppunto, il cui senso era (è) quello di far presente alla città di San Benedetto dl Tronto un aspetto ben noto che riguarda i nostri amministratori: quello di non aver saputo approfittare di fondi europei in particolare, ma anche similari, come ha spesso evidenziato negli anni l’ex assessore comunale Nazzareno Torquati, che ho citato per nome e cognome  non nascosto nelle mie riflessioni.  Magari, nelle sue esternazioni, poteva fare riferimento anche all’esperto Nazzareno. Perché non lo ha fatto? Questo è già un piccolo indizio di malafede.

Tra l’altro, nel volermi considerare amico dell’amministrazione Piunti, fa un errore madornale perché tutte le persone normali sanno che non è così. Il popolo sambenedettese è al corrente della mia storia e della sua. Io sono Nazzareno Perotti, lui Fabio Urbinati.

Io sono da sempre una persona per la quale il denaro è un optional che non ne condiziona  i comportamenti, mi impegno da sempre per difendere chi prova a far del male alla nostra città (gli esempi si sprecano e, quindi, non è il caso che li cito ancora), ho creato dal nulla un giornale di successo senza chiedere nulla a nessuno, con sacrifici di ogni genere, per contrastare una stampa locale condizionata dalla politica (il mio interlocutore potrebbe sapere bene di cosa parlo) con conseguente deformazione della realtà, senza nessun organo di informazione in grado di ristabilirla. Seppur non totalmente, Riviera Oggi, nato nel 1992, ha attenuato un grave problema.

Lo stesso Urbinati non ha, tra l’altro, capito il significato del proverbio da me citato nel titolo, si chiarisse le idee su qualche vocabolario. Molte sue considerazioni finirebbero nel cestino. Per il mal fatto nel periodo in cui ha gestito la città all’ombra di Giovanni Gaspari, compresi contributi non ottenuti, l’elenco è molto più lungo e importante, visto che la carenza lamentata dal Pd non è limitata al porto. O no? La mia certamente no.

Passo quindi all’elenco: Bretella.  Promessa tra i punti di forza delle elezioni di Gaspari sin dal lontano 2006 ma anche prima. La realtà dice anche che nell’ultima campagna elettorale l’argomento è stato trattato da tutti i candidati senza particolare forza e convinzione. Magari qualcuno sperava in qualche buona notizia con l’arrivo in Consiglio Regionale di un politico sambenedettese!

Ospedale “Madonna del Soccorso”. In continuo e progressivo degrado (non di immagine chiaramente). La prima pietra di una nuova struttura sempre più fantasma. Magari qualcuno sperava in qualche buona notizia con l’arrivo in Consiglio Regionale di un politico sambenedettese. Nulla di fatto, invece, se non qualche ruolo da spalla (come negli sketch comici) in due estemporanee inutili visite nella nostra città del ‘podestà’, pardon governatore Ceriscioli. Mi riferiscono di lamentele per sue foto da noi non pubblicate. Non è giornalisticamente esaltante mettere immagini di chi non dice una parola.

Il lungomare? In 40 anni di centrosinistra un vero tratto di lungomare nuovo è stato realizzato nel periodo in cui ha governato il Centrodestra: fatti non parole. La Tirreno Adriatica, un lusso che stiamo per perdere perché nei 50 anni della manifestazione non è stato fatto nulla da chi ha governato nello stesso periodo, decennio Gaspariano e delle sue giunte compreso. Magari qualcuno sperava in sua valorizzazione e in un suo mantenimento a vita, visto che tutte le Marche ne beneficiano a livello mediatico, con l’arrivo in Consiglio Regionale di un politico sambenedettese.

L’ex stadio “F.lli Ballarin” e le gaffe a ripetizione dal presunto accordo con la Fondazione Carisap: qui però, contrariamente alla ‘bretella’, l’impegno preso nel 2016 da Piunti & C. è stato fortissimo e dovrà renderne conto ai suoi elettori dopo due anni di governo cittadino. La piscina? Nei dieci anni di giunte Gaspari, Sorge, Sestri, Urbinati ecc. il suo deterioramento è stato progressivo e a volerci mettere le mani (bene o male si saprà più avanti) sono stati Perazzoli e Piunti in campagna elettorale. Il primo perché in contrasto con il nulla fatto dal ‘governo’  Gaspari nel quale l’attuale consigliere regionale Urbinati era assessore. Insomma è opinione ‘popolarissima’ che vantarsi del periodo gaspariano equivale a volersi far male da solo. Ultime elezioni docet.

Ne approfitto per toccare un altro aspetto importante, secondo me, per via delle persone che coinvolge: la Sambenedettese Calcio. Come nelle giunte Gaspari anche l’attuale amministrazione non sta facendo nulla per intavolare un discorso serio e propositivo con la famiglia Fedeli. Eppure è ormai chiaro che una società calcistica come la Sambenedettese che è nel dna, non solo sportivo, del tessuto sociale del territorio, non si può abbandonare al suo destino.

Pensare che i Fedeli siano un famiglia di benefattori in eterno, non solo è sbagliato ma è anche un pensiero non lungimirante. Bisogna invece approfittare dei tre anni trascorsi fuori le loro case per creare le basi, insieme, per un futuro stabile.

Il presidente rossoblu ha più volte chiesto incontri per parlare, per esempio, di campi di allenamento e di strutture che sono indispensabili per una squadra che almeno metà città vorrebbe mantenere a questi livelli ed oltre. Invece niente e anche qui un silenzio assordante con le richieste finite nel cestino.

L’errore principale è che in ogni problema cittadino viene sempre messo in primo piano l’aspetto economico (“nun c’è na lira!”) mentre dovrebbe essere la conclusione dopo aver cercato prima soluzioni sul piano imprenditoriale e intellettuale, nel senso di far funzionare il cervello.

Se la famiglia Fedeli lascerà la Samb accadrà per un motivo molto semplice che racchiudo in queste sue potenziali parole: “Chi rappresenta la cittadinanza se ne frega dei desideri di almeno un terzo dei residenti e fa finta di non sentire chi ha riportato in auge il nome della squadra senza alcun interesse personale. Eppure le esigenze sono uguali a tutte le altre città che beneficiano di un gioco così popolare, a scopo turistico-commerciale. Perché dovrei essere io solo ad impiegare denaro e tempo per far diventare la Samb più importante? Visto, tra l’altro, che non è la squadra che tifavo da bambino

Per approfondire il discorso sul degrado decennale della nostra città e delle carenze di chi ha finora governato San Benedetto del Tronto, basta consultarsi con i tanti cittadini “non politicizzati’ che hanno ridotto recentemente il Partito di Renzi e Urbinati ai livelli che meritano.