SAN BENEDETTO DEL TRONTO – “Pochi giorni fa il Prefetto di Ascoli Piceno Rita Stentella ha trasmesso ai comuni della provincia una nota operativa in materia di controlli sulle attività di scommesse, sale giochi e sale bingo. Nel documento il Prefetto” si legge da una nota diramata da Viale De Gasperi” comunica la circolare del Ministero dell’Interno che stabilisce che le Questure debbano verificare, oltre ai requisiti previsti dalla legge in materia di pubblica sicurezza, anche il rispetto delle normative nazionali, regionali e comunali in materia di distanze minime di tali attività da luoghi considerati “sensibili”, come ad esempio scuole o banche.

“E’ una notizia molto importante – commenta oggi il sindaco Piunti tramite una nota stampa diramata dal Comune di San Benedetto – che va esattamente nella direzione di quanto da tempo sostenuto da questa Amministrazione comunale e soprattutto di quanto esposto con ampie motivazioni dal nostro assessore alle attività produttive Filippo Olivieri nel corso dei diversi incontri che ha avuto non solo con rappresentanti della Questura ma anche della Prefettura e della Regione. E’ fondamentale infatti che queste attività possano aprire solo dopo che sia stato verificato il rispetto di tutte le norme, sia di quelle inerenti i requisiti soggettivi del richiedente come previsto dal testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, sia di quelle emanate a livello locale e che sono caratterizzate dalla finalità di combattere le ludopatie, vera e propria emergenza sociale di questi anni”.

LA SAGA DEL REGOLAMENTO. La questione si inserisce in un percorso che portò, a inizio anno, lo stesso Olivieri a un tavolo con la Questura. “Chiuderemo le sale recentemente aperte vicino alle scuole o alle banche” disse allora l’assessore al commercio (CLICCA QUI) . Attorno alla questione c’è però un problema: San Benedetto non ha un regolamento che fissi i vincoli per chi intende aprire un centro scommesse. A inizio 2017, infatti, la Regione Marche ha votato una legge che, fra le altre cose stabiliva le distanze minime di queste attività da luoghi ritenuti “sensibili” (come scuole e banche ma anche chiese ecc.). La legge regionale portò poi il consiglio comunale sambenedettese a firmare, nell’aprile dello stesso anno, una mozione “bipartisan” propedeutica all’adozione di regole comunali che andassero a recepire il regolamento regionale, mozione che però è rimasta nel “cassetto”.

NUOVE REGOLE SERVONO OPPURE NO? La materia, c’è da dire, è abbastanza complicata perché ci sono competenze concorrenti fra Comune e Questure. E’ Viale de Gasperi che infatti dà l’autorizzazione per l’apertura dei locali ma sono in capo al Questore, che può anche sospendere la licenza, una serie di controlli fra cui la verifica dei carichi penali dei gestori. Con questa nota il Prefetto, nei fatti, comunica che le Questure si occuperanno anche di controllare le distanze dai già citati luoghi sensibili, distanze fissate dalla Regione ma non ancora dal nostro Comune. La domanda a questo punto è una: San Benedetto, in virtù delle novità introdotte dal Ministero, può continuare a non essere dotata di un regolamento (perché i controlli li fa la Questura) o l’adozione di nuove regole resta necessaria, sia tecnicamente sia come segnale contro le ludopatie?