LA MIA PROPOSTA AGLI ECONOMISTI E INTELLETTUALI CHE HANNO FIRMATO LA LETTERA SU MICROMEGA. SE NE PARLERA’ SABATO 25 MARZO A ROMA, IN VIA DELLA CONSOLAZIONE, ORE 10

Per motivi personali non posso essere presente all’incontro convocato dall’onorevole Stefano Fassina. Tento comunque di fornire il mio contributo attraverso una richiesta che spero possa trovare l’interesse degli economisti e intellettuali estensori della lettera.

Pier Paolo Flammini, giornalista, candidato indipendente di LeU alle Politiche 2018

L’incontro organizzato da Stefano Fassina in risposta alla lettera degli economisti pubblicata su MicroMega rappresenta un appuntamento molto importante. Oserei dire, in questi giorni di estrema dialettica politichese e di depressioni ed euforie sempre eccessive, un appuntamento dalle potenzialità importanti. Perché gli estensori della lettera e chi sarà presente nella sala sanno bene che il cuore di un partito politico, e della prassi democratica stessa, come sappiamo dalla storia degli ultimi due secoli e mezzo, è la politica economica di quello stesso partito. Non dunque astratte forme organizzative o comunicative, come cercano di spiegarci opinionisti di ogni risma in questi giorni. Serve una identità di politica economica soprattutto in rapporto ad una politica nazionale – e non solo – in cui i principali gruppi politici, di fatto, continuano a perseguire lo stesso orientamento neoliberista: bastino per tutti i corteggiamenti tripartisan a mister Fmi Cottarelli, o le rassicurazioni di Fioramonti rispetto allo stesso Fmi e ai vincoli Ue.

Occorre dunque sfruttare il risultato minimo del 4 marzo, ovvero la presenza di una pattuglia parlamentare di sinistra e, tra questi, di un esperto di politica economica come Stefano Fassina, per iniziare un nuovo capitolo, non soltanto nella forma ma anche nella sostanza. Servono metodi e idee nuove per partiti nuovi, radicati, organizzati, democratici. Partiti che devono forgiarsi nel fuoco sacro dello studio, della competenza, della visione condivisione di scenari realistici. E il fuoco primario arriverà dallo studio dell’economia politica. Se si accenderà quello, ne verranno degli altri.

Dobbiamo evitare che prima delle prossime elezioni, siano esse fra pochi mesi o fra cinque anni, il fronte della sinistra rimanga al punto in cui è oggi. Occorre ricostruire un senso della comunità politica, e si può fare attraverso un percorso comune, condiviso, che individui da che parte stare. “Per i molti, non per i pochi”, è stato il nostro slogan elettorale, coniato da Corbyn. Ed è corretto. Ma occorre spiegare chi siano i molti, e chi i pochi. Chi i cittadini da proteggere; chi i poteri da colpire. Serve, dunque, un grande percorso formativo per decine, centinaia, migliaia di militanti in tutta Italia.

Io spero che gli estensori della lettera saranno pronti, essi stessi, a diventare militanti. Perché di questo abbiamo bisogno. Non serve ribadire l’importanza dell’accademia o dell’intelletto, nello svolgimento quotidiano, sia svolti nelle università, o attraverso la saggistica, il giornalismo. Ma il vero intellettuale è colui che prova a trasformare la riflessione in azione. L’intellettuale che si fa politico.

Per questo, personalmente, vi chiedo di essere disponibili ad un’azione che dovrà coinvolgere tutta la sinistra italiana, oggi sparsa, rissosa e alla ricerca di una guida che non sia quella del social-liberismo, la cosiddetta Terza Via blairiana che ha tranciato le radici tra i nostri anni e quelli fecondi seguenti al patriottismo costituzionale.

Cosa fare, dunque? Serve una linea politica, certamente, che può arrivare soltanto dopo una proficua discussione e abbisogna di tempo e riflessione. Ma possiamo iniziare a studiare subito. Studiare, dico. E si deve partire dal tema dell’economia e dai rapporti nell’Eurozona. Un tema rimosso, vero, dalla campagna elettorale di Liberi e Uguali. Non c’erano effettivamente i tempi per discutere di un argomento assieme così importante, complesso e significativo per indicare l’orizzonte verso il quale dirigersi. Tempo che adesso, si spera, si avrà.

Vi chiedo, dunque, di essere disponibili ad un percorso di studio collettivo, attraverso il quale aiuterete a formare una base militante consapevole e coesa. Attenzione: in tanti sono fuori dalla porta, e sono rimasti lì in mancanza proprio nell’attesa di questo percorso comune, di politica concreta, di cambiamento urgente. Per i molti, si diceva.

Dice bene Fassina: abbiamo tre ipotesi politiche davanti. Quella delle destre, nazionalista-sovranista; quella del blocco euroliberista, della Bonino, Berlusconi e Pd, in una ottica che presto farà chiarezza di se stessa e diventerà il futuro En Marche all’italiana.

Noi dobbiamo costruire il fronte del costituzionalismo europeo. So bene che affrontare questo argomento ci porta a discutere anche di tre altre ipotesi, che cito ora in maniera didascalica: a) l’Italexit o comunque il fatidico “Piano B”; b) la modifica dei Trattati o comunque il non rispetto dei vincoli (attuabile in vari modi) con appoggio della Bce; c) o all’ultimo estremo, il rispetto dell’austerità ordoliberista.

Bisogna decidere, ma per decidere bisogna conoscere, e saper equilibrare la tecnica economica alla capacità politica. L’una senza l’altra non valgono a nulla. Intanto dobbiamo piantare il seme della conoscenza, in modo che sia così saldo e diffuso da non essere sorvolabile sia all’interno di Liberi e Uguali e della sinistra, ma anche nel resto del Paese. Si tratta di una sfida storica alla quale siete chiamati di essere parte attiva e fondamentale.

Cosa fare?

Occorre avviare la Costituzione di un Gruppo di Studio, un vero e proprio Comitato Scientifico. Stabilire un piano di studio e approfondimento collettivo, rivolto a tutti gli attivisti di Liberi e Uguali, tentando di coprire per intero il territorio nazionale, avendo un referente regionale e referenti provinciali oltre che cittadini, specie nelle realtà più grandi.

Una riproposizione degli schemi dei partiti della Prima Repubblica (si pensi alle Frattocchie o ai Comitati Civici per la Dc) da attuare in una situazione diversa. Con costi di formazione minori (minori sono anche le disponibilità economiche) grazie alle tecnologie informatiche ma con la necessità anche di contatti dal vivo, siano essi centralizzati o anche in periferia, con lezioni frontali di uno o due giorni quando possibile.

Non vi sono altre soluzioni. Usiamo pure uno slogan liberista, per una volta: There is no alternative.

Non possiamo permetterci di creare una formazione politica dove soltanto una ristretta élite sia a conoscenza di argomenti fondamentali come il deficit e il debito pubblico, i rapporti tra importazioni ed esportazioni, il ruolo delle Banche Centrali in un sistema di moneta fiat, la determinazione dei tassi di interesse, la creazione di squilibri sistematici all’interno dell’Unione Monetaria senza una politica fiscale coordinata. E cito soltanto alcuni dei temi da affrontare.

Mi auguro che possiate dare il vostro contributo a questa operazione fondamentale alla quale dovranno poi affiancarsi delle altre, prima fra tutte la gestione della comunicazione da parte della nuova forza politica.

Vi ringrazio e ringrazio Stefano Fassina per l’opportunità.