MARTINSICURO – Alle prime ore del 15 marzo oltre 80 militari dell’Arma dei Carabinieri, con l’impiego di unità cinofile, sono stati impegnati nelle province di Teramo, Napoli, Ascoli Piceno e Ancona, nell’esecuzione di undici ordinanze di custodia cautelare emesse dal Gip del tribunale dell’Aquila su richiesta della locale Procura della Repubblica-Direzione Distrettuale Antimafia.

L’operazione è stata rinominata“Sta senza pensier”. Nella tarda mattinata del 15 marzo è stata illustrata l’inchiesta con una conferenza stampa al Comando Provinciale di Teramo. Le indagini hanno toccato Napoli, Martinsicuro, San Benedetto del Tronto, Alba Adriatica, Porto Sant’Elpidio, Chiaravalle e Falconara Marittima, dove i carabinieri hanno ricostruito l’attività di spaccio dal luglio al dicembre scorso. Stamane, durante l’esecuzione dei provvedimenti cautelari, sono state eseguite numerose perquisizioni.

I provvedimenti hanno coinvolto indagati ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti in concorso, detenzione illegale di armi e munizioni.

Le basi operative erano ad Alba Adriatica e Martinsicuro, luoghi defilati rispetto alle rotte dei grandi traffici, ideali per imbastire una rete di smercio di tali quantità di droga, da riuscire a soddisfare il mercato teramano e quello marchigiano fino alla periferia di Ancona.

Il traffico è stato scoperto dai carabinieri del Comando provinciale di Teramo, diretti dal colonnello Giorgio Naselli e coordinati dal tenente colonnello Luigi Delle Grazie: il risultato è stato l’arresto di undici persone, quattro delle quali poste ai domiciliari, su disposizione della Procura distrettuale di L’Aquila, seguendo le tracce lasciate da U. S., 48enne napoletano, secondo gli investigatori ben agganciato con i gruppi di Secondigliano.

Da qui, la droga è arrivata fin nel Teramano con un flusso continuo interrotto solo dall’arresto in flagranza di reato, lo scorso 17 agosto, di D. M., di Porto Sant’Elpidio: aveva quattro chilogrammi di hashish, oltre uno di cocaina. Per gli investigatori teramani è stata la conferma che la pista era quella giusta. Rinvenuti 9.590 euro in banconote di vario taglio, munizionamento comune da sparo (10 proiettili cal. 7,65 mm e 220 cartucce cal. 12 e un dissuasore di difesa personale a scarica elettrica), telefoni cellulari e tutto il materiale necessario per lo stoccaggio e il confezionamento.

Nel proseguo le indagini consentivano di raccogliere gravi ed inconfutabili prove sull’attività di traffico e spaccio messa in atto dall’organizzazione criminale, oggi disarticolata dai carabinieri: numerosi i viaggi monitorati tra la Campania e l’Abruzzo con insospettabili corrieri che celavano abilmente cospicui quantitativi di stupefacente soprattutto in autovetture di piccola cilindrata per non destare alcun sospetto, viaggiando via autostrada. Poi lo stupefacente arrivato in riviera teramana veniva suddiviso in dosi e smerciato sia sul posto che nelle province di Ascoli Piceno, Fermo ed Ancona, dove l’organizzazione aveva i propri referenti che gestivano lo spaccio ad dettaglio. La cocaina, marijuana ed hashish venivano smerciate nei locali notturni della costa teramana e ascolana, in luoghi d’intrattenimento frequentati spesso dai più giovani.

Da quel giorno, in sei mesi, sono state messe le mani su tutta l’organizzazione (composta da persone di Martinsicuro, albanesi, residenti tra Abruzzo e Marche, e altri due napoletani). Un sistema rodato, che procurava qualsiasi tipo di stupefacente, dal fumo alle metanfetamine, e con una capillare attività di distribuzione, in particolare nelle discoteche, affidato soprattutto a donne.

L’organizzazione, da quanto emerso dalle indagini, curava ogni dettaglio: dall’importazione della droga dal napoletano, con ripetuti viaggi su auto di piccola cilindrata per non dare nell’occhio, alla suddivisione delle dosi, la vendita e anche il recupero dei crediti.

In questo caso si faceva ricorso a minacce, danneggiamenti e pestaggi: ne sono la conferma il sequestro di una pistola Smith & Wesson calibro 32 con matricola abrasa, 20 proiettili calibro 7,65 e 220 cartucce calibro 2, oltre a un taser, il dissuasore di persone a scarica elettrica.