SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Si avvicina la data del grande evento che festeggia i 50 anni di carriera di Toquinho con questo brevissimo tour italiano di sole 5 date con debutto a San Benedetto del Tronto il 18 marzo all’Auditorium del Palariviera.

L’organizzazione Atena Eventi e Medusa Eventi, comunica che ci sono ancora biglietti disponibili per chi non volesse perdersi questo grande appuntamento con la musica internazionale, reperibili nei punti vendita ciaotickets, su ciaotickets.com e presso la biglietteria del Palariviera in orari di cinema. Di seguito un intervista esclusiva rilasciata da Toquinho al Comune di San Benedetto, alla vigilia del tour.

SI POSSONO SINTETIZZARE 50 ANNI DI CARRIERA E SUCCESSI IN UN CONCERTO? COSA DOVRA’ ASPETTARSI CHI VERRA’ AD ASCOLTARLA?

“Il tempo non cancella ciò che brucia nella nostra anima. Questa lunga traiettoria può essere raggiunta solo con grande dedizione. Mi considero un artigiano, sempre supportato dalla chitarra che rappresenta l’inizio e lo sviluppo di tutto. E la musica sarà sempre una fiamma per riscaldare la mia dedizione allo strumento. “Per vivere un grande amore”: “Io non cammino da solo / camminare solo in buona compagnia / con la mia chitarra / il mio canto e poesia”. Ogni spettacolo è anche un modo per festeggiare la mia formazione musicale, che  ha permesso questo percorso. Oltre il mio più grande maestro, Paulinho Nogueira, ho avuto lezioni di armonia con Edgard Gianullo e acquisire una certa conoscenza della chitarra classica con Isaias Savio, oltre a seguire le prestazioni di Toribio Santos. In aggiunta a ciò, ho avuto lezioni di orchestrazione con il maestro Léo Peracchi. E per completare questo mix di tendenze sono sempre stato appassionato dello stile di Baden Powell. Nel mezzo di questa traiettoria di apprendimento sono emerse le partnership che danno grande valore alle mie composizioni. Del resto, la vita è stata incaricata di mostrarmi valori e percorsi che sapevo usare usando il mio più grande talento: quello di strumentista. Quindi c’è una celebrazione di ogni nuovo accordo, ogni salita sul palco, ogni disco registrato, con ogni applauso del pubblico che si rinnova per molte generazioni”.

NELLA SUA LUNGA CARRIERA HA DATO VITA A NUMEROSE COLLABORAZIONI ARTISTICHE, CON GRANDI INTERPRETI  E MUSICISTI ANCHE ITALIANI,E IN ITALIA, QUALI SONO I SUOI RICORDI IN QUESTO SENSO?

“Tutte le partnership sono il risultato di un rapporto umano basato sull’amicizia e sulla fiducia reciproca. L’amicizia rafforza ogni legame professionale. I partner iniziano  a capirsi l’un l’altro con la sincronia degli occhi, e questa sincronizzazione scorre attraverso le voci e le mani nell’esecuzione dei loro strumenti. Sembra che tutto obbedisca a una linea di convergenza che finisce nella soddisfazione del pubblico: in questo scambio di esperienze, sorge la disponibilità per la composizione. Il piacere della dedizione nella ricerca della parola giusta, la rima appropriata per ogni accordo. Molti dei miei partner sono stati e sono anche grandi musicisti, condizioni che possono migliorare ulteriormente la creazione melodica. In questi oltre 50 anni di carriera mi sento privilegiato di aver lavorato con partner che hanno contribuito solo alla positiva evoluzione della mia traiettoria musicale. In relazione all’Italia, apprezzo il mio primo lavoro con Ungaretti nel 1969, “La vita, amico, è l’arte dell’incontro”; poi con Bardotti in “L’Arca” e azionamento memorabile con Ornella Vanoni nel 1976. Dopo la morte di Vinicio, il mio successo “Acquarello” collaborazione con Maurizio Fabrizio e Guido Morra, ancora prodotto molte altre canzoni. Più recentemente, incontri con Fiorella Mannoia, Carla Cocco, e un duetto indimenticabile con Andrea Bocelli”.

IL SUO RAPPORTO CON L’ITALIA, ARTISTICO E DI VITA.

“L’Italia per me è la mia seconda patria. La mia discendenza è assolutamente italiana da parte di madre e padre. Qui mi sento bene, tra amici, in una terra calda e familiare. La musica italiana aveva frequentato la mia casa sin dalla mia infanzia, nei dischi che mio padre ascoltava, nelle canzoni che mia madre cantava. Poi la musica romantica degli anni ’60 con Domenico Modugno, Sergio Endrigo, i Festival di San Remo, tutto ciò ha suscitato la mia sensibilità. Fino a quando ho avuto l’onore e il piacere di lavorare con nomi meravigliosi come Bardotti, Iodice, Fabrizio, cantare con Lucio Dalla, con Ornella Vanoni, anche con Andrea Bocelli. Penso che gran parte della mia melodia abbia a che fare con la moderna canzone italiana, amo essere qui, amo il pubblico italiano e mi sento assolutamente a mio agio. I progressi hanno un po’ cambiato il volto dell’Italia, ma il rapporto con il Paese rimane lo stesso: calore, simpatia e gioia per essere qui”.

CONOSCE LA CITTA’ DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO, DOVE AVRA’ LUOGO IL PRIMO CONCERTO DEL TOUR?

“Mi sono documentato su questa splendida città italiana, piccola di estensione e enorme nella dimensione umana. Appoggiata sulla costa adriatica e benedetta dalla magia del mare, offre panorami mozzafiato che potrebbero, se non si sta attenti, farci distrarre dal palco per le sue bellezze naturali. Solo l’Italia offre queste emozioni e questa connessione tra uomo e natura”.