Carissimi amici di Ambiente e Salute,

vi scrivo con l’affetto di chi, in questi anni, ha seguito da vicino la vostra battaglia in merito allo stoccaggio gas in zona Agraria. Un tema che è paradigmatico delle scelte compiute dal nostro Paese in ambito energetico e ambientale: e che ha aperto numerosi “focolai” di resistenza nei territori. Cito ad esempio il cosiddetto movimento “No Triv” che pure ha coinvolto proficuamente attivisti anche nel Piceno. Un coinvolgimento che ci ha consentito, tutti insieme, di porre un freno fondamentale a questo disegno accentratore e di spoliazione dei territori votando “No” al referendum costituzionale: perché a quel punto i governi, eletti da una minoranza, avrebbero facilmente eseguito le indicazioni delle lobby dell’energia, a discapito della volontà dei cittadini.

Una premessa fondamentale: non considero l’opposizione dei “No Gas” piceni una forma di immaturità politica, come qualcuno ha sostenuto negli anni scorsi. Non siamo nell’ambito del “Not in my Garden”, “Non nel mio giardino”. Difendendo questa terra si difende tutta la Terra.

Il contrasto a questo progetto, suffragato ormai dall’appoggio di molto enti, si pone dunque su due basi: una, quella della sicurezza ambientale; l’altra, sul piano economico.

Ripeto: sono con voi e sarò ovviamente con voi in caso di elezione. In ambito ambientale, gli studi prodotti sono documenti di per sé sufficienti a fermare il progetto. Ma vorrei aggiungere: le recenti forti scosse di terremoto avvenute sugli Appennini potrebbero aver influito anche sulla micro-tettonica costiera. A mio parere sarebbe opportuno rivolgersi a degli esperti del settore per sapere se sia possibile una variazione del sistema delle micro-faglie che renda necessari ulteriori approfondimenti. Se invece questa ricerca non fosse possibile, sarebbe di per sé un ulteriore motivo per attuare il “principio di precauzione” che è alla base delle azioni in ambito ambientale.

Meno si è riflettuto sulla questione economica. Su questo penso sarà doveroso alzare il livello della sfida. Perché qui si certifica il fallimento del sistema liberista (in Italia incarnato in vario modo dalle destre o dal Pd) degli ultimi anni. La gestione energetica è un tipico elemento che dovrebbe essere gestito a livello pubblico; la politica energetica riguarda asset strategici che non possono essere delegati alla gestione privata, quando, oltretutto, i privati non hanno alcuna connessione storica con i territori nei quali intervengono. Si tratta di un sistema che dobbiamo chiamare “predatorio”. E che ci avvicina a quanto avviene comunemente nei paesi che chiamavamo “sottosviluppati”. Si tratta di una speculazione economica a vantaggio di privati e oltretutto pagata pesantemente con soldi pubblici. Tutto questo non è ammissibile e vi garantisco la massima condivisione nell’opposizione al progetto, per questioni di principio che reputo inderogabili.

Un ultimo punto, che riguarda il mio impegno elettorale da indipendente. A livello professionale mi sono sempre impegnato in percorsi di tipo partecipativo, sia ma non solo nel ruolo di giornalista. Per questo ho proposto la costituzione di un “Centro Piceno per la Partecipazione” che, in caso di mia elezione, sarà uno strumento nel quale coordinare i processi partecipativi nel collegio dove mi sono candidato. Si avrà modo di ascoltare i cittadini, le associazioni, i comitati: di collaborare con loro per approfondimenti, coinvolgimento di esperti, organizzazione di eventi. Con la possibilità, se ci sarà occasione, di giungere a delle vere e proprie proposte da trasformare in disegni di legge da depositare in Parlamento. Questa attività necessita anche di finanziamenti e per questo impegnerò una parte consistente dello stipendio da parlamentare.

E sono sicuro, considerata la vostra formazione e il vostro civismo, che si potrebbero aprire collaborazioni interessanti anche con la vostra associazione. Sarebbe un cambiamento nei rapporti tra eletto ed elettori di cui non abbiamo riscontro nei decenni che abbiamo alle spalle e un ritorno, per altre forme, alla relazione forte che c’era tra cittadinanza e partiti quando l’Italia era altra cosa rispetto ad oggi.

Poche righe infine per ricordare come il programma di “Liberi e Uguali” preveda davvero di modificare l’ordine liberista dei decenni trascorsi: parliamo di un Grande Piano Verde, un “New Deal” di piccoli interventi su scala locale per la messa a norma sismica, idrogeologica e ambientale delle nostre terre. Non abbiamo altro futuro.

Grazie

Pier Paolo Flammini

Candidato indipendente “Liberi e Uguali”, collegio uninominale Ascoli Piceno.

LA MIA SCHEDA DI SINTESI

43 anni, sposato con un figlio. Laureato in Economia Politica con la tesi “San Benedetto Città Sostenibile”. Ha redatto “La Qualità della vita – 40 indicatori di sostenibilità urbana” e “Primo Rapporto sullo Stato dell’Ambiente” per diversi comuni piceni.

Giornalista indipendente, scrittore di racconti, romanzi e biografie. Operatore nel settore turistico. Esperto di sistemi di partecipazione e gestione forum pubblici. Volontario in Uganda con “La Casa della Speranza”.

Attivista prima in Attac Italia poi nell’associazione keynesiana MMT Italia per la Piena Occupazione di cui è stato componente del direttivo nazionale.

Da sempre in prima linea nelle battaglie civili, sociali e ambientali nel Piceno nel suo ruolo di cronista, è stato anche Coordinatore dei Comitati del No al referendum costituzionale del 4 dicembre 2017. Attivo nel movimento Brancaccio, fa parte del Coordinamento per la Democrazia Costituzionale, del Comitato Antirazzista Piceno, dell’Anagrafe Nazionale Antifascisti Anpi. Ha aderito al Patto per la Costituzione. Candidato come indipendente alla Camera dei Deputati.